Ancona-Osimo

Sciopero benzinai: serrata di 48 ore. Figisc: «Adesione stimata al 60% nelle Marche»

Gli impianti di rifornimento, self service inclusi, restano chiusi per 48 ore consecutive sulla rete ordinaria, così come sulla rete autostradale

ANCONA – È iniziata alle 19 di ieri sera, martedì 24 gennaio, la serrata dei benzinai che proseguirà fino alle 19 di domani – 26 gennaio. La protesta, a cui aderiscono la federazione dei benzinai e le due sigle sindacali, Faib Confesercenti, Fegica e Figisc Confcommercio è una presa di posizione dei gestori degli impianti contro il decreto trasparenza varato dal governo.

Gli impianti di rifornimento, self service inclusi, restano chiusi per 48 ore consecutive sulla rete ordinaria, così come sulla rete autostradale dove lo sciopero è partito dalle 22 di ieri sera e andrà avanti fino alle 22 di domani (26 gennaio). La Fiab ha dimezzato la durata dello sciopero, riducendolo a sole 24 ore dopo un confronto tra federazioni e governo avvenuto ieri sera: negli impianti aderenti alla federazione di Confesercenti i benzinai resteranno chiusi solo fino alle 19 di oggi.

La stima di adesione allo sciopero nelle Marche si aggira «attorno al 60% degli impianti – spiega il rappresentante Figisc Confcommercio Massimo Ippoliti – Le bandiere bianche restano aperte, così come le stazioni self e la rete Goldengas».

Massimo Ippoliti, rappresentante Federazione Italiana Gestori Impianti Stradali carburante di Confcommercio

Ippoliti rimarca che i gestori degli impianti di rifornimento di carburanti sono «arrabbiati» perché si sentono «accusati di essere responsabili dell’aumento dei prezzi dei carburanti e di speculare sui rincari, ma in realtà con 30 millesimi di margine al self e 50 millesimi al servito, non possiamo incidere sulle oscillazioni dei prezzi che si stanno osservando». A suscitare le ire dei benzinai sono anche «i controlli»

«Abbiamo dato la più ampia disponibilità a una trasparenza ancora maggiore – osserva – anche attraverso strumenti informativi nella rete di distribuzione, come Qr-Code, App, per informare i cittadini, anche a distanza, dei prezzi praticati».

I gestori degli impianti, ricorda Ippoliti, chiedono al governo di «correggere il decreto trasparenza abrogando il ‘cartellone’ che prevede il doppio prezzo, quello della stazione di servizio e quello medio praticato a livello regionale, sostituendolo, con un Qr-Code o un App o con dispositivi luminosi a distanza, per non gravare con nuovi adempimenti sulla categoria». I benzinai puntano il dito contro «l’evasione Iva che grava sulla rete e l’illegalità contrattuale» e per quest’ultima, conclude, «sarebbe necessario un decreto trasparenza».

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