Ancona-Osimo

Caro bollette, l’appello di Schiavoni alla politica: «Non aspettare le elezioni, ma agire prima o tante aziende muoiono»

Il presidente Confindustria Marche rivolge un appello in vista delle elezioni e dice: «le aziende sono in difficoltà»

Il presidente Confindustria Marche Claudio Schiavoni

ANCONA – «Siamo molto preoccupati per i rincari dell’energia e del metano: le imprese sono in grosse difficoltà, non solo le più energivore, anche le altre fanno fatica a fronteggiare l’aumento del costo delle bollette». Lo afferma il presidente degli industriali marchigiani Claudio Schiavoni.

A lievitare è anche «il costo delle materie prime» spiega un incremento collegato al caro bollette, che va a pesare come costo indiretto sulle imprese. «Le aziende sono in difficoltà – aggiunge il presidente di Confindustria Marche – Si trovano nella condizione di dover evadere commesse», concordate quando il costo dell’energia era inferiore e «rischiano di lavorare in perdita, perché i rincari energetici iniziano a farsi sentire pesantemente».

Le imprese intanto cercano di tamponare la situazione: «Ognuno inizia a correre ai ripari – dice – chi può cerca di lavorare nelle fasce orarie in cui l’energia costa di meno (dalle 24 alle 7) o di utilizzare le macchine più energivore in quelle fasce orarie, ma non si può andare avanti così, serve una riforma strutturale».

«Siamo “straconvinti” che il caro bollette sia frutto di speculazione e non di un reale aumento – spiega Schiavoni -, per questo mettere tetto al costo del metano non sarebbe male». Tra le proposte messe sul tavolo nazionale da Confindustria c’è poi quella di «volgere gli extra profitti collegati alle fonti energetiche rinnovabili sulla bolletta del metano, per abbassarne il costo, in modo che le imprese si trovino a pagare di meno, è una operazione che hanno fatto anche in Francia».

Secondo Schiavoni serve un intervento immediato del governo «per aiutare famiglie e imprese: veniamo fuori solo ora dalla pandemia, una crisi inattesa ai quali effetti si stanno sommando quelli dei rincari energetici e di carburante». L’appello alla politica è «a fare presto. Non si possono aspettare le elezioni, bisogna agire prima, altrimenti si rischia che tante aziende “muoiano” creando una spirale di licenziamenti».

«Nel 2020 nella nostra impresa – conclude – abbiamo speso 205mila euro per energia e metano, quest’anno stimiamo di spendere 550mila euro, il doppio, e non siamo una impresa energivora, per le imprese che lo sono il rincaro sarà anche più consistente».

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