Ancona-Osimo

Ventennale della scomparsa di Carlo Urbani, il figlio Tommaso: «Ogni soccorso in mare venga portato e ogni vita venga salvata»

Il figlio del medico scomparso nel 2003 a causa della Sars, durante la seduta aperta del Consiglio regionale dedicata al padre, ha ricordato una sua intervista rilasciata dopo il Nobel per la Pace, ritirato nel '99 per Medici Senza Frontiere

Carlo Urbani, il medico e microbiologo di Castelplanio che identificò la Sars

ANCONA – «Se non si fa tutto il possibile per soccorrere chi è in necessità, viene meno quello per cui i medici, ma non solo, devono battersi e in questo le istituzioni hanno una responsabilità enorme e devono fare di tutto per garantire l’accesso alla salute e ai soccorsi». Sono le parole di Tommaso Urbani, figlio del medico e microbiologo di Castelplanio, Carlo Urbani, che per primo identificò il virus della Sars, che lo uccise il 29 marzo del 2003.

Parlando con i giornalisti, a margine della seduta del Consiglio regionale, dedicata al medico, a vent’anni dalla sua morte, Tommaso Urbani ha rimarcato il parallelismo fatto durante un passaggio del suo discorso in Aula, nel quale ha affermato che «onorare la figura di mio padre e il suo messaggio, significa anche battersi perché ogni soccorso in mare venga portato e perché ogni vita venga salvata».

Un riferimento, alla recente crisi umanitaria dei migranti, e ai «troppi morti in mare». «Immaginate un medico che si rifiuta di prestare soccorso ad un paziente – ha detto durante la seduta aperta -, non soccorrere migranti in mare è la stessa cosa». A tal proposito il figlio del medico ha voluto ricordare le parole pronunciate da Carlo Urbani durante una intervista rilasciata nel 1999 quando ritirò il premio Nobel per la Pace, mentre era presidente della Sezione Italiana di Medici Senza Frontiere, in cui lamentava che i politici italiani erano lontani «dalla realtà, da ferite e lacerazioni umanitarie in tante parti del mondo. Certi mali richiedono una risposta immediata da parte di una classe politica, che pensa solo a problemi interni, a polemiche senza fine, a nuovi schieramenti».

«Il ricordo di mio padre – ha aggiunto – non deve essere legato solamente alla celebrazione, ma deve servire a spronare tutti, ogni classe politica, e, su tutte, le istituzioni, a fare il massimo per battersi anche loro per quei principi per cui mio padre ha dato la vita».

Tommaso Urbani, figlio di Carlo Urbani, il medico e microbiologo di Castelplanio che identificò la Sars

«Vorrei che si assumessero con forza le loro responsabilità – aveva detto il medico – invece di improvvisare interventi umanitari quando non è richiesto piuttosto facessero qualcosa di concreto» una analisi, quella di Urbani, che secondo il figlio Tommaso oggi «è ancora attuale».

Riferendosi agli studenti presenti in Aula in occasione della giornata dedicata a suo padre, Tommaso Urbani, ha spiegato ai giornalisti che «le scuole sono una platea fondamentale perché è proprio lì che bisogna lasciare il seme per far fiorire queste conoscenze e ispirare tanti ragazzi, tanti giovani, che poi potranno, a prescindere dal percorso che seguiranno, dare il loro contributo per migliorare questo mondo».

In tal senso ha ricordato Carlo Urbani come una figura «emblematica della lotta alle disuguaglianze nell’accesso alle cure mediche, nel contrasto alle pandemie e nella solidarietà internazionale», un medico che si è battuto per «garantire l’equo accesso alla salute, contribuire alla lotta contro le malattie dimenticate con professionalità e umanità senza dimenticare di dare dignità dove non si riesce ad averla».

Alla domanda, ‘cosa avrebbe detto Urbani ai ragazzi’, Tommaso Urbani, presidente dell’associazione Aicu (Associazione Carlo Urbani) ha risposto: «Credo che il messaggio più importante che potrebbe dare oggi è quello di credere in quello che si fa, di mettere tanta passione e competenza». Associazione, ha detto, nata per «trasmettere i valori molto forti» espressi da Carlo Urbani. Sull’inaugurazione del museo dedicato al padre (il 1° aprile a Castelplanio), Tommaso Urbani ha spiegato che «non dovrà essere un mausoleo, ma un luogo che possa trasmettere e veicolare quei messaggi che mio padre ha portato avanti e far sì che le generazioni future si lascino ispirare da queste sue parole».

Un ordine del giorno del Gruppo consiliare Pd Marche, a prima firma del consigliere Antonio Mastrovincenzo, chiede a presidente e giunta regionale di prevedere con la legge di approvazione dell’assestamento del bilancio 2023-2025 uno stanziamento di 30mila euro per finanziare la legge regionale 42 del 30 agosto 2020 che ha istituito la Giornata regionale Carlo Urbani. La legge, si ricorda nell’atto, promuove la divulgazione e la conoscenza dell’opera e della vita del medico marchigiano, figura emblematica della lotta alle disuguaglianze nell’accesso alle cure mediche; prevede iniziative e incontri in memoria di Urbani per sensibilizzare misure per garantire parità di accesso a farmaci e cure mediche, buone pratiche per garantire accesso alla salute alle popolazioni sfavorite; la celebrazione della Giornata con iniziative della giunta e dell’ufficio di presidenza sul territorio.

Una risoluzione, ricordano i dem, approvata nella Giornata Carlo Urbani del 2022, impegnava la giunta a rifinanziare adeguatamente la legge con almeno 30 mila euro, invece, lamentano i dem, la legge sul bilancio di previsione 2023-2025 non prevede alcuno stanziamento per finanziarla.

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