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Capodanno, influenza e covid rovinano il cenone. Cna Ancona: «In aumento le disdette nei ristoranti. Cresce l’asporto»

Cna Ancona traccia il bilancio del Natale appena trascorso. Ristoratori ottimisti per il capodanno anche se sono in aumento le cancellazioni a causa dell'influenza stagionale. Cresce l'acquisto di piatti pronti

ANCONA – Bene i ristoranti, anche se in calo rispetto all’anno scorso, meno bene il commercio, penalizzato dall’online. È il bilancio del Natale tracciato dalla Cna per quanto riguarda le attività in ‘ballo’, come negozi, ristoranti, pescherie. «Dati positivi per i ristoranti – dice Giacomo Mugianesi responsabile turismo e commercio Cna Ancona – per il pranzo di Natale c’è chi ha scelto il ristorante anche se con un trend in lieve calo rispetto agli anni passati. Per la Vigilia le pescherie hanno lavorato bene, con una spesa media a persona intorno ai 20 euro».

Per quanto riguarda il commercio «il dato non è molto positivo – prosegue – a causa del commercio online, seppure in un quadro in cui la spesa media per i regali di Natale si è attestata intorno ai 190 euro». Cna segnala che la percentuale a favore dei negozi di vicinato «è in calo rispetto a chi lavora grazie al commercio online e si attesta attorno al 40-60%. Per questo – aggiunge – da tempo cerchiamo di aiutare le attività ad avvicinarsi all’utilizzo del digitale per farsi conoscere e vendere i propri prodotti anche online. Per le attività che hanno investito su piattaforme di commercio elettronico, infatti, il dato è sicuramente positivo con un trend in crescita».

Sulle tavole ha vinto la tradizione, con la cena di magro della Vigilia e il trionfo della carne per il pranzo di Natale e Santo Stefano, che nelle Marche tra i piatti tipici conta cappelletti in brodo, vincisgrassi, lesso di cappone, arrosto e fritto marchigiano, mentre a chiudere sono stati i dolci tipici come i cavallucci di Apiro. Pasti accompagnati dai vini locali, come Verdicchio per la cena della Vigilia e i rossi (Piceno, Conero, Lacrima) per il menù natalizio.

Giacomo Mugianesi, Cna Ancona

Rosee le prospettive per il Capodanno, anche se i virus in circolo potrebbero rappresentare un problema, al cenone di San Silvestro non si rinuncia e se non si può andare al ristorante si festeggia a casa, magari facendo l’asporto. «Con il picco influenzale (anche di Covid) ci sono diverse disdette – spiega -, però il dato è comunque positivo» e «il costo del cenone al ristorante oscillerà tra i 60 e i 180 euro». In linea generale chi resta a casa per il cenone «punta sui prodotti del territorio – spiega – come insaccati, pasta fresca e l’immancabile lenticchia. Le rosticcerie e alcuni ristoranti hanno già avuto numerose prenotazioni per l’asporto».

Nei ristoranti non mancherà il cenone di pesce per chi può concedersi di spendere un po’ di più. «Le macellerie – conclude Mugianesi – per ora registrano una spesa media intorno ai 20 euro a persona, tra coloro che hanno scelto di organizzare il cenone di fine anno a casa».

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