Ancona-Osimo

Bufera Asur, Ceriscioli: «Occorre attendere l’esito dei processi»

Il presidente regionale ha replicato in Aula alla mozione di sfiducia presentata nei suoi confronti e siglata da 9 consiglieri di minoranza. Una risposta che ha lasciato insoddisfatto il leader della Lega Zaffiri e il pentastellato Giorgini

Il palazzo della Regione
Il palazzo della Regione

ANCONA – «Occorre attendere l’esito dei processi». È il commento rilasciato oggi (23 luglio) dal presidente regionale Luca Ceriscioli sulla bufera che ha investito l’Asur Marche dopo che nella seduta consiliare odierna i consiglieri di minoranza hanno presentato una mozione di sfiducia nei suoi confronti.

L’Azienda Sanitaria Unica Regionale era finita sotto la lente d’ingrandimento della Guardia di Finanza di Ancona e della Procura di Ancona che ha aperto un fascicolo di inchiesta, coordinato dal Pm Laurino, per alcuni appalti in ambito sanitario.

L’indagine, partita da Ancona più di sei mesi fa, era sfociata nella giornata del 16 luglio in una raffica di perquisizioni avvenute all’Asur e presso le sedi di alcuni imprenditori, dove i militari delle fiamme gialle avevano sequestrato documentazioni, computer e avviato una serie di accertamenti bancari.

L'aula del Consiglio Regionale
L’aula del Consiglio Regionale

Nel corso del consiglio regionale che si è tenuto oggi (23 luglio) 9 consiglieri di minoranza hanno presentato una mozione di sfiducia nei confronti del presidente regionale, reo, secondo loro, di non aver vigilato sull’operato dell’Asur. A firmare l’atto sono stati i pentastellati Gianni Maggi, Peppino Giorgini, Piergiorgio Fabbri e Romina Pergolesi, i consiglieri della Lega Sandro Zaffiri, Marzia Malaigia e Luigi Zura Puntaroni, la consigliera di Fratelli d’Italia Elena Leonardi e la consigliera di Forza Italia Jessica Marcozzi. Una mozione che non è stata sottoscritta invece dal forzista Piero Celani, dal consigliere di Area Popolare Mirco Carloni né dal consigliere del Gruppo Misto Sandro Bisonni. Il documento con tutta probabilità verrà discusso nella prossima seduta consiliare prevista per il 30 luglio.

Luca Ceriscioli presidente regionale

Alla mozione Ceriscioli ha replicato che «bisogna rispettare il lavoro della magistratura» ed ha ribadito che un avviso di garanzia «non è una condanna». Il capogruppo della Lega Sandro Zaffiri ha chiesto al presidente regionale di riferire in Aula circa la vicenda, una risposta che però non ha soddisfatto il leader della Lega: «L’intervento di Ceriscioli è stato lacunoso e non ha fugato i dubbi – sottolinea Zaffiri – . Dice di non sapere niente, ma come fa un assessore a non accorgersi che dirigenti  che lui stesso ha nominato fanno partire un appalto da 200 milioni di euro. C’è qualcosa che sfugge. Il presidente regionale è responsabile politicamente perché i dirigenti dell’Asur li ha nominati lui».

Milco Mariani e Sandro Zaffiri
Milco Mariani e Sandro Zaffiri

«Ora si aprirà un dibattito in Aula dal quale speriamo di avere delle risposte che chiediamo per tutti i cittadini marchigiani – conclude Zaffiri – . È ora di capire che succede a questa sanità, perché presenta gravi problemi, come gli ospedali che sono stati chiusi e i territori scoperti dai servizi sanitari».

Una posizione condivisa anche dal consigliere regionale pentastellato Peppino Giorgini che ha sottolineato che «un Governatore, come un buon padre di famiglia, avrebbe dovuto fare molta più attenzione alle persone di cui circondarsi e alle quali assegnare il ruolo di collaboratori di fiducia, soprattutto in un ambito così importante e strategico come la gestione della salute pubblica di 1,5 milioni di persone e che coinvolge quasi 3 miliardi di euro del bilancio regionale».

Da sin. Piergiorgio Fabbri, Peppe Giorgini, Gianni Maggi e Romina Pergolesi

«Quando con deliberazione di Giunta n. 620 del 27/7/2015 il nostro Presidente delle Marche procedeva a nominare Marini quale direttore generale Asur – prosegue Giorgini – sapeva chi era costui e i suoi trascorsi giudiziari? Sapeva il buon Ceriscioli dell’altra inchiesta, quella sulle consulenze d’oro all’Asl di Fano al tempo della gestione proprio di Marini, quale Commissario Straordinario (giugno 2002-luglio 2003)? Detta inchiesta diede luogo ad un caso non solo giudiziario, ma anche politico, nella quale fu coinvolta la società di Ancona “Business Intelligence s.a.s.”, alla quale Marini aveva affidato le attività di formazione del personale senza, secondo le accuse, una specifica esperienza in materia».

Sul coinvolgimento del direttore generale Asur Marche Alessandro Marini il presidente regionale Ceriscioli ha replicato di avergli rivolto «l’invito a rendersi disponibile con il magistrato prima possibile per chiarire ogni posizione ed ogni dubbio» (fonte Agenzia Dire). «Ho dato un’occhiata ai quattro atti citati nell’inchiesta con i dirigenti – ha detto Ceriscioli -. Un atto riguarda un ‘contratto ponte’ in attesa della gara ed e’ stato firmato dallo stesso direttore dell’Area Vasta 3 Maccioni. Era impossibile non avere questo contratto perché si sarebbero bloccate le attività. Sono contratti necessari. Non c’erano alternative a firmare quel ‘contratto ponte’» (fonte Agenzia Dire).

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