Ancona-Osimo

Bonus Mamme lavoratrici, la consulente del lavoro spiega i requisiti e come fare domanda

Il beneficio massimo è di 3mila euro annui (250 mensili). La misura prevede aumenti in busta paga. Ecco chi può chiedere l'esonero contributivo

ANCONA – Aumenti in busta paga per le mamme con almeno tre figli a carico. Lo prevede il Bonus Mamme. «La Legge di Bilancio per il 2024, ha introdotto l’esonero per le lavoratrici madri – spiega Francesca Donati, Consulente del Lavoro, Membro del Centro Studi dei Consulenti del Lavoro di Ancona – La misura spetta a tutte le lavoratrici dipendenti con contratto a tempo indeterminato, comprese le apprendiste ed esclusi i rapporti di lavoro domestico, che siano assunte nel corso del 2024 o siano già in forza da data precedente».

In pratica alle mamme lavoratrici viene riconosciuto «un esonero pari al 100% dei contributi INPS a carico della dipendente – prosegue Donati – ciò significa che la trattenuta INPS in busta paga viene azzerata ed il netto sarà proporzionalmente più alto». Il beneficio massimo è di 3mila euro annui (250 mensili). «Nel caso in cui il figlio nasca in corso del mese – prosegue -, l’esonero è riconosciuto integralmente per l’intero mese».

Il Bonus Mamme, misura introdotta in via sperimentale per tutto il 2024, spetta nel triennio 2024-2026 alle donne con «almeno tre figli a carico, di cui il minore inferiore ai 18 anni, anche in caso di premorienza del figlio ed anche in caso di affidamento o adozione» e solo per il 2024 alle donne che hanno «almeno due figli, di cui il minore inferiore ai 10 anni ed anche in questo caso, l’esonero, spetta anche in caso di premorienza del figlio e in caso di affidamento e adozione».

La misura sarà effettiva da febbraio 2024 con erogazione degli arretrati per la mensilità di gennaio. «Non è previsto riproporzionamento per i lavori part-time – dice -, ma anzi l’esonero spetta in misura piena anche su più rapporti part-time, per i quali basta presentare dichiarazione ai datori di lavoro. Poiché la misura è alternativa all’esonero parziale del 6% o 7% previsto per la generalità dei lavoratori, l’esonero per le lavoratrici madri spetta solo dietro richiesta diretta da parte della dipendente che comunicherà al datore di lavoro tramite fac-simile di dichiarazione, o all’INPS tramite applicativo sul sito dell’Ente che verrà messo a disposizione, i codici fiscali dei figli».

«Sicuramente – commenta la consulente del lavoro – questa nuova buona misura vuole incentivare la natalità e disincentivare l’abbandono del posto di lavoro da parte delle lavoratrici madri aumentando il potere di acquisto degli stipendi senza far perdere cumulo contributivo alla dipendente; anche se la differenza positiva sul netto aumenta con gli stipendi più alti rispetto alla misura dell’ esonero parziale».

Facendo due conti, «ad esempio per una mamma con stipendio lordo pari a 1.200 euro, il netto, rispetto allo stesso con esonero parziale aumenta di circa 20 euro; con uno stipendio lordo di 1.600 euro, il netto aumenta di circa 27 euro; con uno stipendio di 2mila euro lordi (dove l’esonero parziale si riduce al 6%), il netto aumenta di circa 50 euro, mentre con uno stipendio lordo di 2.700 euro (quasi soglia massima per l’esonero delle lavoratrici madri e con esclusione dall’esonero parziale) la differenza sul netto aumenta di circa 160 euro. Ritengo – conclude – che sarà comunque una misura che avrà molte richieste, portando un po’ di “sollievo” nei bilanci delle famiglie».

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