Ancona-Osimo

Bilancio di previsione e legge parchi, via libera dopo seduta di 18 ore. Fuoco incrociato tra maggioranza e opposizione

Seduta del consiglio regionale terminata all'alba. Approvato oltre al bilancio di previsione e alla legge per la riorganizzazione dei parchi, il Defr e la legge di stabilità

ANCONA – Dopo una seduta fiume durata quasi 18 ore, il bilancio di previsione 2023-2025 ha ottenuto il via libera all’alba, attorno alle 5. La seduta era iniziata ieri mattina, 28 dicembre, poco dopo le 11 per poi proseguire ad oltranza approvando prima il bilancio dell’Assemblea Legislativa, poi il Defr (Documento di economia e finanza regionale), successivamente la legge di stabilità 2023 poco prima della mezzanotte, e infine il bilancio. Approvata anche la proposta di legge sui parchi.

Il bilancio di previsione ha ottenuto il via libera a maggioranza, contrario il gruppo Pd e i 5 Stelle, astenuti Rinasci Marche e Gruppo Misto. Sul bilancio il gruppo assembleare del Pd era andato all’affondo, organizzando una conferenza stampa nella quale aveva parlato di un bilancio che «prevede soltanto le spese obbligatorie e vincolate», mentre «non ci sono risorse per la nostra comunità e soprattutto per risolvere i problemi della nostra comunità».

Il consigliere regionale dem Fabrizio Cesetti era andato all’attacco accusando la giunta di aver elaborato un bilancio che «non finanzia neanche le leggi che andranno in vigore il prossimo anno» per questo il Pd aveva chiesto poi di rinviare al 2024 l’entrata in vigore della riforma del servizio sanitario regionale. Il dem aveva poi puntato il dito sugli «accantonamenti esagerati per crediti dubbia esigibilità» e attaccato perché «sono state tolte risorse per coprire la tabella E» con «80milioni» di risorse assegnate ai consiglieri per i territori che Cesetti ha definito come «mancette».

Secondo i dem insomma nel bilancio non c’è visione né programmazione e non ci sono risorse per famiglie e imprese e sono insufficienti i 21milioni per il dissesto idrogeologico.

Un momento della conferenza stampa del Pd sul bilancio. Da sinistra Manuela Bora, Antonio Mastrovincenzo, Anna Casini, Maurizio Mangialardi, Fabrizio Cesetti

Accuse sulle quali i capigruppo di maggioranza hanno fatto quadrato, rispondendo punto per punto nel corso di una conferenza stampa, anche questa a margine della seduta. Jessica Marcozzi (Forza Italia, relatrice di maggioranza), Carlo Ciccioli (Fratelli d’Italia), Renzo Marinelli (Lega), Giacomo Rossi (Civici Marche), Dino Latini (Udc-Popolari Marche), hanno rispedito le accuse al mittente spiegando che anche se la manovra è «all’insegna della prudenza», questa «guarda al futuro» e pone «le basi per centrare la gran parte degli obiettivi che ci siamo prefissati in diversi ambiti e settori all’inizio della Legislatura».

Per i capigruppo di maggioranza il bilancio «cerca di guardare e andare incontro alle esigenze delle categorie più deboli e, in maniera particolare, al sistema sanitario che sta soffrendo». «Si apre una seconda fase per l’Amministrazione centrodestra delle Marche». I capigruppo hanno ribattuto alle opposizioni che i 21 milioni di euro stanziati a contrasto del dissesto idrogeologico sono somme mai messe a disposizione in passato e che sono state stanziati fondi per dare risposte alle esigenze delle popolazioni danneggiate dall’alluvione del 15 settembre scorso.

Parlando delle risorse previste a bilancio avevano spiegato che sono state concentrate per cofinanziare con 140 milioni di euro progetti europei che svilupperanno investimenti per 1,36 miliardi e «per investire su materie che riteniamo strategiche: si parte dalla sanità e dal sociosanitario, finanziando 110 nuove borse di studio per i medici di medicina generale e 42 nuove borse di studio per i medici specialisti, in linea con lo scorso anno» il tutto «per cercare di fronteggiare la carenza di medici, legata ai pensionamenti e alla scarsità dei sanitari, soprattutto nei Pronto soccorso».

Un momento della conferenza stampa della maggioranza sul bilancio. Da sinistra Giacomo Rossi, Renzo Marinelli, Carlo Ciccioli e Jessica Marcozzi

Sempre sul tema sanità i capigruppo hanno ricordato che il bilancio prevede nel prossimo triennio oltre 9 milioni di euro per la medicina territoriale e per implementare e velocizzare l’apertura delle Case della Comunità e delle Case della Salute. Le risorse serviranno per l’acquisto e la fornitura di apparecchiature a strutture sanitarie e studi associati. Ci sono poi 10 milioni di euro nel triennio per la vita indipendente, 6 milioni per gli enti gestori di case di riposo, che hanno dovuto affrontare la pandemia e i rincari energetici. Complessivamente tra sanità e sociale ci sono oltre 20 milioni di euro, ma solo nella prima fase perché si aggiungeranno altre risorse con gli assestamenti durante l’anno.

Inoltre, hanno ricordato che la Regione stanzia anche oltre 9 milioni, nel triennio, per i voli dall’Aeroporto delle Marche verso le principali città italiane, mentre a sostegno delle famiglie a basso reddito, interviene a contrasto dei rincari energetici con 2,5 milioni per bonus per l’installazione di impianti di energia rinnovabile», che nelle scuole è prevista l’implementazione degli impianti di ventilazione meccanica controllata per ora con un milione di euro. Previste risorse per i nuovi corsi di formazione tecnica superiore. Tra i traguardi ricordati poi l’estensione della Zes, Zona Economica Speciale anche alle Marche, di cui è in corso l’iter.

Romano Carancini, consigliere regionale Pd

A seduta chiusa e a bilancio approvato Il consigliere del Pd Romano Carancini parla di un «documento mediocre, senza segnali di cambiamento e indifferente al sistema delle fragilità». Tra i diversi emendamenti presentati a sua prima firma e approvati dal Consiglio regionale ricorda quello per l’istituzione di un tavolo permanente di rete tra Regione, le quattro Università delle Marche, le istituzioni Afam, ovvero le Accademie di Belle Arti e i Conservatori, e i sindaci dei Comuni ospitanti «affinché si sperimenti un nuovo modello di sinergia istituzionale-formativa finalizzata a coadiuvare la Regione nelle scelte sia di azioni che di risorse». Importante, l’approvazione dell’emendamento relativo alla piantumazione di alberi per concorrere all’obiettivo del Green Deal Europeo di azzeramento delle emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2050, mediante un percorso di collaborazione con i Comuni e un’incentivazione fiscale di iniziative volontarie da parte di privati. «Così come positivo è stato l’accoglimento della proposta di ristabilire entro il 2023 una distribuzione equa delle risorse disponibili per il segmento del Trasporto Pubblico Locale su gomma urbano, con contributi per chilometri percorsi ed eventuale possibile differenziale tra i concessionari operativi» dice.

Carancini ha rimarcato l’accoglimento di altre tre proposte: «il finanziamento della progettazione di una nuova infrastruttura viaria nella vallata del Potenza per porre fine all’annosa criticità in termini di sicurezza e di sviluppo economico-sociale del collegamento tra la costa e l’entroterra; l’investimento prioritario su appositi sistemi telematici di allerta ai cittadini basati su notifiche, sms, messaggi vocali registrati, indispensabili in caso di emergenze per avvertire in tempo reale del rischio incombente e dare indicazioni fondamentali sui comportamenti da adottare per ridurre i danni a persone e cose; l’impegno a utilizzare nel migliore dei modi le risorse destinate ai Tirocini di Inclusione Sociale, validissimo strumento di orientamento, formazione e inserimento/reinserimento rivolto a soggetti svantaggiati, anche attraverso un’azione di sensibilizzazione nei confronti di imprese, attività e realtà del terzo settore». «C’è profonda amarezza, invece, – conclude – per non aver visto approvati emendamenti ritenuti decisivi per il territorio maceratese. Tra questi quello per finanziare le risorse mancanti per la realizzazione del nuovo ospedale di Macerata, ammontanti a circa 80 milioni di euro».

Il consigliere regionale Antonio Mastrovincenzo e il capogruppo dem Maurizio Mangialardi hanno attaccato anche sul mancato finanziamento della legge regionale per la Giornata “Carlo Urbani” il medico di Castelplanio che per primo identificò e classificò il virus Sars. Bocciato anche l’emendamento del Gruppo Pd a prima firma del consigliere Antonio Mastrovincenzo, che chiedeva di stanziare un contributo di 30 mila euro. «Si resta increduli – afferma Mastrovincenzo – di fronte a questa vergognosa decisione della destra, un imperdonabile sfregio alla memoria di uno dei più illustri marchigiani. E dire che per le luminarie natalizie del ‘suo’ Comune di Castelraimondo, il presidente della Commissione Bilancio Renzo Marinelli è riuscito a trovare addirittura 60 mila euro».

«Che la giunta – continua l’esponente dem – si fosse dimenticata ancora una volta di Carlo Urbani non stanziando neppure un euro a bilancio per le iniziative previste dalla legge che porta il suo nome era già di per sé un fatto gravissimo. Ma che il centrodestra si sia preso addirittura la responsabilità di bocciare il nostro emendamento è un fatto che dimostra tutta la sua ipocrisia, visto che lo scorso 29 marzo, durante la seduta aperta del consiglio dedicata al medico di Castelplanio in occasione dell’anniversario della sua scomparsa, il presidente Dino Latini e tutta l’Assemblea, approvando all’unanimità un’apposita risoluzione, si erano solennemente impegnati con la vedova Urbani e con i suoi figli per un adeguato finanziamento dei percorsi volti a valorizzare, soprattutto tra i più giovani, l’esempio di un uomo che con umanità, determinazione, passione e sacrificio ha sacrificato la sua vita per lasciare a noi un fondamentale lavoro di ricerca».

Il capogruppo del Pd Maurizio Mangialardi fa notare che «negando 30 mila euro per onorare la nobile figura di Carlo Urbani e costruire azioni capaci di tramandare la sua opera il centrodestra ha eretto un muro insormontabile tra sé stesso e la comunità marchigiana. Una decisione presa, tra l’altro, nel quadro di un bilancio vergognoso che non esita a sprecare letteralmente quasi 2 milioni di euro per iniziative prive di qualsiasi progettualità e utili solo a soddisfare i famelici appetiti elettorali dei singoli consiglieri della maggioranza. Questa umiliazione Carlo Urbani non la meritava e chi ne è stato responsabile dovrà rendere conto. Lo dico già da ora al presidente Acquaroli e a tutta la maggioranza: – conclude – non sarà una fredda cerimonia, che certamente organizzerete per il prossimo 29 marzo solo per bon ton istituzionale, a ripulire la vostra coscienza da questo ignobile e insensibile atto».

Marta Ruggeri
Marta Ruggeri, consigliera regionale M5s

Per la capogruppo del Movimento 5 Stelle, Marta Ruggeri, quello 2023-2025 è un «bilancio blindato dalle “marchette” del centrodestra, nessuno spazio per le nostre proposte». «In un bilancio già blindato dai contributi elargiti a favore di Comuni e associazioni dei collegi elettorali di provenienza dei vari esponenti della maggioranza (80.000 euro a testa) non c’è stato spazio neppure per la memoria di Carlo Urbani – dice – e per commemorare la Resistenza, né spazio per le proposte migliorative del Movimento 5 Stelle». La capogruppo Marta Ruggeri ha commentato con amarezza i risultati del dibattito odierno in consiglio regionale: «La maggioranza di centrodestra ha persino rifiutato, con il suo tipico atteggiamento pregiudiziale, di costituire un fondo per le famiglie più disagiate. Avevamo proposto di stanziare due milioni di euro per pagare le bollette di gas ed energia elettrica, da finanziare riducendo gli emendamenti “marchetta” e le altre spese clientelari inserite nella legge di stabilità».

Rifiutata la proposta di finanziare meglio la legge regionale sugli incentivi per rimuovere e smaltire l’amianto negli immobili privati, una legge approvata dal consiglio regionale nel 2020 su iniziativa di M5S. Ad oggi mai finanziata la legge regionale per promuovere il libro e la lettura. «Una buona legge che purtroppo continuerà a restare sulla carta – ha proseguito Ruggeri – perché la maggioranza non ha accettato la previsione di uno stanziamento di 100.000 euro per 2023 e 2024. La stessa sorte ha subito, purtroppo, l’emendamento riguardante la legge sul servizio di psicologia scolastica. Ritengo invece che sia una legge molto importante, soprattutto in un momento in cui la pandemia e le difficoltà finanziarie delle famiglie hanno lasciato cicatrici evidenti nell’equilibrio psichico di molti adolescenti».

Senza risorse la legge regionale sull’assistenza alle famiglie che necessitano di servizi per l’infanzia e sul sostegno alle funzioni genitoriali. «Avevo chiesto la copertura delle risorse necessarie pari a 100.000 euro – ha specificato Ruggeri – dalla riduzione dei contributi a favore delle imprese per gli impianti di risalita e di innevamento delle piste da sci».
Gli emendamenti proposti da Ruggeri prevedevano inoltre il sostegno alle comunità energetiche per l’autoproduzione da fonti rinnovabili (100.000 euro l’anno per il 2023 e il 2024) e alla legge regionale per prevenire e contrastare bullismo, cyberbullismo, sexting e cyberpedofilia, approvata nel 2021 (50.000 euro all’anno). «Per quanto riguarda la limitazione introdotta dalla legge regionale all’esenzione del bollo sulle auto ibride, ho appurato – ha affermato Ruggeri – che l’esenzione rimasta agevola solo i veicoli più inquinanti tra quelli a trazione ibrida. Ho quindi proposto che la misura rimanga almeno per tutte le autovetture con emissioni inferiori a 60 grammi di CO2 per chilometro e di costo inferiore a 35.000 euro più Iva. Niente da fare».

Per i 5 Stelle sarebbe inoltre stato da eliminare l’incentivo regionale al rilascio di nuove licenze di caccia e la previsione che permette di nominare un consulente esterno per ogni assessore («Inopportuna sia per i costi sia per la presenza in Regione di personale con competenze specifiche già a disposizione degli assessori»). L”unico ingiusto provvedimento che l’opposizione è riuscita a fermare è il ripristino dello stipendio intero a favore dei consiglieri regionali che svolgono un’altra attività professionale con compensi superiori a 3.200 euro al mese («Era un’ingiustizia nei confronti di coloro che si occupano a tempo pieno del loro ruolo amministrativo»).

Lo scontro tra maggioranza e Pd si è acceso anche sulla proposta di legge relativa ai parchi tanto che il gruppo assembleare del Pd ha abbandonato l’Aula e non ha partecipato al voto sulla Pdl. La consigliera Micaela Vitri ha attaccato la giunta spiegando che ha definito «urgente» la riorganizzazione dei parchi mentre invece pert la dem i temi urgenti per la dem sono «caro bollette e liste di attesa». Vitri ha rimarcato la sua contrarietà all’imposizione come urgenza, «senza aspettare nemmeno i 15 giorni per i pareri di Cal (Consiglio delle Autonomie Locali) e Crel (Consiglio regionale dell’Economia e del lavoro), della proposta di legge n.97 del Consigliere Baiocchi di modifica di ‘Riordino degli Enti di gestione dei Parchi Naturali regionali».

«Ho criticato duramente questa legge già in Commissione Ambiente, perché la ritengo non solo un atto di prepotenza anticostituzionale e lesivo di tutta la comunità del Parco San Bartolo, – afferma Vitri – ma credo che dimostri anche il senso che i firmatari attribuiscono al proprio ruolo: l’urgenza è solo per aumentare il potere della Regione per scavalcare così pesantemente due Sindaci e un Presidente di Provincia. Come se il parco naturale fosse un giocattolo e non un ente, la cui autonomia è riconosciuta dall’art. 24 della legge Quadro nazionale n. 394/1991». La nuova norma regionale porta i componenti del Cda del Parco San Bartolo da cinque a sette «’senza costi’, ci è stato detto, perché avranno solo rimborsi spese. Ma allora perché è stato così importante gonfiare questo Cda con urgenza? – chiede Vitri – È vero che l’attuale, composto da cinque membri, è scaduto il 23 settembre, ma è già stato prorogato e nominati i nuovi membri. La Giunta Acquaroli, che vuole governare i processi locali dal palazzo, però non li ha ancora riconosciuti ufficialmente, con il risultato che il Presidente del San Bartolo, operando in prorogatio, può firmare solo atti di ordinaria amministrazione da mesi e ormai non sarebbe cambiato nulla per qualche giorno in più».

«Alla Pdl 97 però – attacca ancora la consigliera dem – è stato dato carattere di urgenza, infilandola con un blitz dopo il bilancio di previsione, l’atto più importante del Consiglio, che anche quest’anno è terminato alle quattro di mattina, senza nemmeno rispettare la procedura dei pareri di Cal e Crel, che ha protestato e criticato la Regione duramente. Perché allora considerarla così urgente? Forse per far passare le modifiche in sordina? Forse per accontentare qualcuno? La cosa certa – aggiunge Vitri – sono le risorse del territorio: nel 2022 la giunta Acquaroli ha messo 30mila euro per il centro visite contro gli 841.000 euro ottenuti dall’ente Parco con la co-progettazione del Comune di Pesaro. Lo stesso Comune ha investito altri 14mila euro per il recupero del sentiero delle passioni e sempre nello stesso anno sono stati vinti 470mila euro tramite un bando europeo per il ripristino della strada del mare. Inoltre, – prosegue l’esponente dem – sempre il Comune di Pesaro, ha speso 177mila euro per efficientare e riqualificare la nuova sede, oltre a 80mila euro per migliorie e accessibilità. Ma la domanda più importante è: sono queste le urgenze? Aumentare due ‘poltrone’ all’alba delle feste di Natale? Io credo che le urgenze siano ben altre: guardie mediche chiuse, lunghe liste d’attesa per le visite mediche, caro energia, rette dei nidi che nelle Marche sono le più care d’Italia».

Vitri invita «i consiglieri regionali di destra a dare un altro valore al proprio ruolo rispettando i cittadini che ci hanno votato. Il Consigliere Baiocchi, oggi Presidente della commissione sanità regionale, doveva impegnarsi in obiettivi per il territorio. Invece si è distinto per aver ‘gonfiato’ il Cda del Consiglio del Parco San Bartolo e cancellato la nomina della Provincia (che ha invece competenza delle strade provinciali nel parco e di edifici di pregio storico come Villa Caprile). Al tempo stesso nessun impegno importante risulta nel bilancio, a cui hanno aggiunto le ‘mancette’ da 80mila euro esatti – conclude Vitri – gestiti da ciascun consigliere di maggioranza e sottratte a priorità per famiglie, imprese e sanità pubblica».

Il capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli ha replicato affermando che «proprio le Giunte regionali di sinistra sono state capaci di escludere la Provincia di Ancona dalla gestione del Parco regionale del Conero. Ebbene, ancora una volta, il centrodestra è intervenuto da una parte per ristabilire queste loro strane ‘dimenticanze e/o estromissioni’, dall’altra per potenziare e rafforzare la governance di questi Enti». Per quel che riguarda il Parco Gola della Rossa e di Frasassi, osserva Ciccioli «si norma l’ingresso nella governance dei due Comuni a oggi estromessi dalla gestione, Genga e Arcevia che pesano rispettivamente il 46% e il 12% del territorio del Parco. Una situazione kafkiana che si è protratta per molti anni, perché alla sinistra faceva comodo gestire l’Ente e utilizzare le risorse per mantenere loro sacche di potere al di sopra dei Comuni sede del Parco. Ora non sarà più così».

Il consigliere di FdI Marco Ausili ha ricordato che «il 95% dei Bilanci dei Parchi regionali è costituito da finanziamenti diretti erogati dalla Regione. Dunque, appare assolutamente lapalissiano che la Regione debba avere voce in capitolo nella gestione delle risorse regionali messe a disposizione per i Parchi regionali. Tanto più se si considera come il turismo naturalistico-paesaggistico-ambientale, soprattutto a seguito della Pandemia, sia stato riscoperto da un segmento turistico in continua ascesa. Infine, con una gestione rinnovata, coesa e pienamente rappresentativa, si rafforza il ruolo di salvaguardia del territorio che è fondamentale perseguire in ogni modo per contrastare il dissesto idrogeologico. L’aver portato a casa questa Riforma – conclude – sana l’incredibile situazione del Parco Gola della Rossa e di Frasassi e sono certo che tutto ciò possa ridare nuova linfa a questo settore».

Per il collega di FdI Nicola Baiocchi, con l’approvazione della Pdl sui parchi, «abbiamo risposto concretamente a un’esigenza importante: ridare dignità a tutti i Comuni nei quali insiste il territorio di un Parco e fare in modo che esista un collegamento concreto fra Istituzioni e governance dei Parchi regionali. Il tutto all’insegna dell’efficienza e della competenza per salvaguardare il territorio di riferimento e rafforzare la Regione in un segmento turistico non più di nicchia».

Attraverso la proposta di legge sui parchi è stato aumentato da uno a tre il numero rappresentanti della Regione nel consiglio direttivo dei parchi naturali regionali ed è stato istituito l’ente pubblico per la gestione del Parco Gola della Rossa. Approvata anche la proposta di legge “Disposizioni urgenti in materia di sistema regionale di certificazione delle competenze”.

© riproduzione riservata