Ancona-Osimo

Via libera a bilancio di previsione e legge di stabilità, Acquaroli: «Avanti con fiducia»

L'approvazione nella seduta consiliare che si è svolta ieri - 29 dicembre - a porte chiuse. Approvato anche il Documento di economia e finanza. Parole d'ordine: «Progettualità e rinnovamento»

Consiglio regionale (immagine di repertorio)

ANCONA – «Ad appena due mesi dall’insediamento, tra altre difficili questioni, siamo riusciti ad evitare l’esercizio provvisorio, segnando in maniera inequivocabile la direzione cui puntare nei prossimi anni». Il governatore Francesco Acquaroli commenta così l’approvazione del bilancio regionale, avvenuta ieri – 29 dicembre – in tarda serata nella seduta dell’Assemblea Legislativa.

Il via libera in Aula con 20 favorevoli, 6 contrari e 1 astenuto. Una seduta che si è svolta a porte chiuse e in formula mista, con alcuni consiglieri in presenza e altri collegati in videoconferenza, in seguito alla positività al covid-19 della consigliera dem Manuela Bora riscontrata nella giornata di mercoledì. Nel corso dell’Assemblea fiume, che si è conclusa dopo cena, è stato approvato con 20 voti a favore, 10 contrari e 1 non espresso, anche il Defr, documento di economia e finanza regionale, che detta le strategie economiche della Regione Marche.

«Dalla Zes alle politiche europee, dal rilancio turistico all’internazionalizzazione e poi la vera svolta – spiega Acquaroli riferendosi al bilancio varato -: passare da politiche di assistenzialismo a un approccio nuovo, che si basa su progettualità che premiano aggregazione, innovazione e competitività. Resta tantissimo da fare, ma in due mesi non era assolutamente scontato riuscire a segnare uno scatto così marcato».

Questa mattina il governatore è partito alla volta di Roma «per un’altra importante riunione sulla ricostruzione», ha dichiarato, spiegando che già nella serata di oggi ci saranno aggiornamenti. Oltre al bilancio, ieri in Aula ha avuto il via libera anche la proposta di legge a iniziativa della Giunta sulle “Disposizioni per la formazione del bilancio 2021-2023 della Regione – legge di stabilità 2021”, approvato con 21 voti favorevoli, 5 contrari e 1 astenuto.

Francesco Acquaroli

La manovra ammonta a 523 milioni di euro (209 milioni per il 2021, 167 milioni per il 2022, 147 per il 2023). «Abbiamo ereditato un territorio marchigiano in coma, tramortito dalla grande crisi e devastato dalla pandemia – ha detto l’assessore al Bilancio Guido Castelli -. La responsabilità è enorme ma iniziamo il cammino con fiducia. Alto lo sguardo verso il cielo e senza paura».

L’assessore evidenzia che gli indicatori economici descrivono un territorio «profondamente ferito e da risollevare, con una guida politica forte e responsabile. Dopo il 31 marzo si rischia una forte emergenza sociale, per questo abbiamo voluto appostare 15 milioni per sostenere le aziende delle aree di crisi complessa del territorio, e un set di iniziative di riordino delle politiche attive del lavoro finalizzato a contrastare l’emergenza sociale». Altri 30 milioni di euro saranno destinati al contenimento degli effetti della pandemia, che si sono già scaricati sulle attività più direttamente colpite.

L’assessore alle Infrastrutture Francesco Baldelli ha dichiarato: «La Regione Marche ha stanziato 5,7 milioni di euro da investire per la progettazione di opere e infrastrutture. Un vero cambio di passo perché la Regione, da oltre 10 anni, non finanziava progetti di infrastrutture e non aveva quindi alcuna visione per il futuro. Senza progetti, inoltre, è di fatto impossibile ottenere finanziamenti, poiché gran parte dei fondi comunitari e nazionali vengono assegnati solo per opere e infrastrutture già in stato avanzato di progettazione e quindi cantierabili in breve tempo. È stata proprio la mancanza di progetti uno dei motivi del ritardo infrastrutturale in cui si trovano ormai da troppo tempo le Marche».

Secondo l’assessore «le ultime amministrazioni hanno completamente trascurato questa voce di bilancio, che l’attuale giunta e la maggioranza consiliare hanno invece deciso di prevedere nuovamente. Peraltro, la mancata condivisione, da parte del governo, sulla scelta delle opere da finanziare con il Recovery Fund desta notevoli preoccupazioni. Anche per questo ci stiamo attrezzando». L’obiettivo per Baldelli è quello di creare un sistema interconnesso e intermodale di strade, ferrovie e ciclabili che faccia dialogare le Marche con tutto il centro Italia e con le principali direttive nazionali ed internazionali. «Partendo da porto, aeroporto e interporto, che dovranno diventare i principali punti di snodo da cui si dipanerà tutta la rete di trasporto regionale».

La Giunta Acquaroli. Da sinistra Castelli, Aguzzi, Baldelli, Acquaroli, Latini, Carloni e Saltamartini)

In previsione c’è il collegamento di costa e entroterra tramite la Pedemontana delle Marche e il sistema delle intervallive. Oltre ai 5,7 milioni di euro per la progettazione sono stanziati in bilancio 70 milioni di euro per realizzare nuove strade e piste ciclabili e ulteriori 20 milioni per la manutenzione delle esistenti.

Sul fronte dell’edilizia ospedaliera Baldelli ha spiegato che la Regione ha aggiunto alle risorse dello Stato 12 milioni di euro per l’adeguamento delle strutture sanitarie. Poi ha rimarcato che «a poche settimane dal suo insediamento, questa Giunta ha bloccato la previsione degli ospedali unici che ha spogliato l’entroterra marchigiano dei suoi nosocomi, con la lesione del diritto alla salute dei suoi abitanti. La riorganizzazione sanitaria, dunque, non potrà più dimenticare la manutenzione e riqualificazione degli ospedali esistenti, che devono tornare ad essere strutturalmente sicuri». L’obiettivo è quello di riportare i servizi primari nelle aree interne: «Gli ospedali delle aree interne – conclude – dovranno fungere da filtro alle strutture principali poste sulla costa che, in alcuni territori, hanno necessità di essere potenziate o rinnovate anche strutturalmente».

Famiglia, fragilità, imprese ed eccellenze del territorio sono le colonne portanti della manovra regionale, che dovrà traghettare le Marche fuori dal pantano di una crisi acuita dalla pandemia, con la ricostruzione post sisma ancora in ballo. Durante il lungo dibattito la Giunta ha annunciato che in primavera arriverà una nuova manovra di assestamento per dare il via libera ad un rinnovamento che vedrà il suo clou anche con la programmazione delle risorse europee del Recovery Fund.

Critica l’opposizione: gli esponenti dem hanno accusato la maggioranza di mancanza di una visione progettuale e di aver ricalcato l’ultimo bilancio della Giunta Ceriscioli. La polemica è scattata soprattutto sui contributi destinati al territorio. Il capogruppo del Pd Maurizio Mangialardi ha attaccato la maggioranza per non aver erogato contributi all’Istituto regionale per la Storia del Movimento di Liberazione delle Marche.

Maurizio Mangialardi

«Dopo quasi mezzo secolo l’Istituto regionale per la Storia del Movimento di Liberazione delle Marche si troverà per la prima volta senza contributi – lamenta Mangialardi -. Infatti, la legge che fin dal 1973 lo aveva fatto nascere, approvata al tempo all’unanimità dal Consiglio regionale, non sarà rifinanziata nel bilancio di previsione 2021-2023 della Regione Marche, nonostante lo stanziamento di 70 mila euro già previsto dalla precedente Amministrazione Ceriscioli per l’annualità 2021».

Il capogruppo del Pd aveva presentato un emendamento che chiedeva il finanziamento dell’Istituto anche nel 2021 e 2022, ma questo è stato bocciato dalla maggioranza. «Un fatto di portata enorme che mira a cancellare una delle istituzioni culturali più prestigiose della nostra regione – va all’attacco l’esponente dei dem -. In questo atto c’è tutta l’insipienza, il revanscismo, l’indifferenza alla cultura libera di questa maggioranza. Scegliendo di non rifinanziare la legge che dal 1973 consente alle Marche di fruire di un’eccellenza riconosciuta sia a livello locale che nazionale, si priva il territorio di un’istituzione che nel corso dei decenni, attraverso studi e ricerche professionali, ha permesso di approfondire e divulgare la storia contemporanea della nostra regione nei suoi principali aspetti sociali, politici ed economici, contribuendo in tal modo a definire l’identità marchigiana».

Mangialardi parla di «operazione ideologica» e «sciagurata decisione» che rischia di far perdere «per sempre un patrimonio bibliotecario e documentario di inestimabile valore composto da oltre 36 mila volumi inventariati, catalogati, consultabili e per la maggior parte ammessi al prestito, un’emeroteca con oltre 2 mila testate di periodici locali e nazionali, e un archivio storico composto da circa 1.500 fascicoli appartenenti a fondi depositati o donati da privati cittadini, da enti e istituzioni pubbliche e private, riconosciuto dal 1992 dalla Soprintendenza archivistica per le Marche di Ancona quale “archivio di notevole interesse storico”».

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