Ancona-Osimo

Ancona, l’avvocato dei grottaroli della Scalaccia: «È solo la notifica preliminare»

Marco Pacchiarotti è incaricato dall'associazione Grotte La Ginestra del Conero di difendere i cittadini interessati dall'indagine e dalla conseguente comunicazione della Guardia di Finanza

Il tratto di mare davanti alla Scalaccia ad Ancona

ANCONA – Sono una quarantina le grotte del tratto di mare della Scalaccia, sotto a Pietralacroce, coinvolte nell’indagine della Guardia di Finanza con relativa comunicazione consegnata a tanti cittadini fruitori delle stesse. La vicenda è stata segnalata ieri in consiglio comunale da un’interrogazione del consigliere Daniele Berardinelli. L’associazione di grottaroli coinvolta nella vicenda è quella denominata Grotte La Ginestra del Conero, che si è rivolta all’avvocato Marco Pacchiarotti anche perché nella comunicazione della Guardia di Finanza i cittadini sarebbero stati invitati a mostrare i pagamenti di Imu e Tari e a fornirsi di un legale. La contestazione più grave, che va ben oltre quella amministrativa, sarebbe quella relativa alla presunta occupazione abusiva di suolo demaniale marittimo, che ha rilevanza penale. Di qui il ricorso a un legale di fiducia.

«Seguo l’aspetto penale della questione – chiarisce l’avvocato Marco Pacchiarotti –. Si tratta  di accertamenti che ogni tanto, ciclicamente, si ripetono. In passato s’è già trovata una soluzione di natura amministrativa, adesso i nuovi accertamenti rilevano più o meno le stesse criticità, perché ci sono strutture, rappresentate da piattaforme di cemento e da alcuni scivoli utilizzati dalle imbarcazioni, che stanno lì da decenni. E si valuta la connotazione abusiva di queste strutture, da un lato, e dall’altra l’occupazione del demanio marittimo. Sono stati fatti accertamenti e verbali ai singoli utilizzatori delle grotte, contestando queste due condotte che sono di rilevanza penale, ma i procedimenti devono ancora partire, siamo alla fase della notifica preliminare».

I grottaroli che hanno ricevuto la comunicazione non sono stati ancora convocati, dunque, come sembrava in un primo momento. «Sono strutture che risalgono indietro nel tempo, realizzate da altri, amici, parenti, e queste persone le utilizzano in buona fede, sono argomenti già utilizzati in altri procedimenti penali. Ma, ripeto, siamo solo alla fase della comunicazione dell’irregolarità e della prossima iscrizione al procedimento».

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