Ancona-Osimo

Autismo, le famiglie: «Centro Regionale Adulti a rischio chiusura». Feliziani: «Non si chiude»

Uniti per l’Autismo denuncia la situazione in cui stanno vivendo le famiglie nel post covid e lancia l'allarme sulle carenze di personale. La replica del responsabile dei servizi di integrazione socio-sanitaria della Regione

Il centro per l'autismo Azzaruolo di Jesi
Il centro residenziale per l'autismo Azzeruolo di Jesi

ANCONA –  «Non solo non chiudiamo, ma anzi intendiamo amplificare i servizi per l’autismo potenziando il percorso delle comunità socio-educative-riabilitative residenziali per cercare di alleviare il più possibile le famiglie». Il responsabile dei servizi di integrazione socio-sanitaria della Regione Marche Giovanni Feliziani rassicura le famiglie con figli autistici che avevano lanciato l’allarme sul rischio chiusura del Centro Regionale Autismo Adulti.

«Il Centro Regionale Autismo Adulti è prossimo alla chiusura definitiva – scrivono in una nota stampa Uniti per l’Autismo Marche
(Anffas, Angsa, La Mano Tesa, Omphalos, Ragazzi Oltre, Un Passo Avanti) – .
Chiude, dopo tre anni di formazione e di esperienze positive con le famiglie e con i Servizi sanitari e sociali, che ne hanno fatto il punto di riferimento regionale e nazionale per gli interventi in età adulta: il 31 agosto scade il contratto della psichiatra, l’unica figura medica attualmente presente nell’equipe, alla quale viene negato il rinnovo, nascondendosi dietro a ostacoli burocratici».

Nelle Marche sono 4 gli autistici gravi ospitati al centro Azzeruolo di Jesi, 50 nei Coser (comunità socio-educative-riabilitative residenziali) e 40 nei centri diurni. Le associazioni denunciano che da un anno una delle due psicologhe assegnate al Centro è in maternità e non è stata sostituita e il suo contratto è in scadenza a fine luglio. Rimarrebbero dunque solo una psicologa per alcuni mesi e l’assistente sociale fino a febbraio. Ma carenze di personale vengono evidenziate dalle famiglie dei ragazzi autistici anche nelle Umea delle Aree Vaste (Unità multidisciplinari per l’Età adulta), dove «i pensionamenti non vengono rimpiazzati, così il servizio territoriale competente per la disabilità adulta, non è nelle condizioni di prendere in carico i nostri figli».

A rendere il quadro più complesso per le famiglie è il fatto che «i Centri diurni, in molte parti della Regione non sono ancora riaperti e non sappiamo quando riapriranno – scrivono -. Non solo: per la riapertura di qualche servizio si segnalano illegittime richieste da parte dell’ente gestore affinché le famiglie sottoscrivano una liberatoria in cui si esonerano gestore e Comune da ogni forma di responsabilità e si rinuncia pregiudizialmente a intraprendere qualunque azione di tutela legale dei propri congiunti, nonostante la Regione si sia dichiarata del tutto estranea da richiesta di questo tipo. Il sollievo residenziale temporaneo, così necessario dopo questo lungo periodo in cui noi famiglie, da sole, abbiamo avuto il totale carico dei nostri figli, non ci viene concesso».

Poi l’accento sull’Azzeruolo, l’unica comunità residenziale della Regione per persone autistiche, dove sono accolti «solo 4 ragazzi sui 9 posti disponibili, non accetta più altri ospiti e, in conseguenza del covid, da 4 mesi le persone autistiche che ci vivono non possono tornare a casa e vedono i genitori soltanto sporadicamente in sede, in condizioni del tutto innaturali e controproducenti, soprattutto nel caso dell’autismo. Questa segregazione non è più accettabile – prosegue la nota – , dal momento che per il resto del paese la situazione è profondamente cambiata, ma, nonostante numerosi accorati appelli, non è ancora permesso di riabbracciarli e trascorrere con loro alcuni giorni, riprendendo una consuetudine affettivamente e socialmente molto importante per le persone autistiche. Se va avanti così, quando li riavremo a casa?».

Le associazioni chiedono alla Regione il rinnovo dei contratti degli operatori del Centro Regionale Autismo Adulti, la definizione della dotazione organica del Centro adulti e un programma di stabilizzazione del personale precario avente diritto, oltre ad «una seria politica di stabilizzazione del personale Umea» e alla convocazione urgente del Coordinamento Regionale per i Disturbi dello Spettro Autistico, previsto dalla Legge Regionale 25/14 «solo recentemente costituito, per una riflessione attenta di ciò che è stato fatto e di ciò che è indispensabile predisporre immediatamente, nel rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza».

Un’emergenza, quella della pandemia di coronavirus, che ha penalizzato i più fragili e le loro famiglie: «noi e i nostri figli non possiamo permetterci di adeguarci ai tempi biblici della politica» concludono.  Sulla questione interviene anche il presidente della IV Commissione sanità regionale, Fabrizio Volpini, che ricorda di aver segnalato più volte «la situazione di impoverimento dei servizi territoriali, per la mancanza di personale, come psicologi e assistenti sociali». Una situazione che mostra «una visione ospedale centrica da parte di chi ci governa, che non ha tenuto in giusta considerazione il territorio».

Ma Feliziani rassicura: «Siamo impegnati a stabilire percorsi chiari e a investire per l’autismo. Abbiamo attivato un percorso che porterà alla realizzazione a San Benedetto del Tronto di una struttura per l’accoglienza che contenga sia il diurno che il centro adulti». Il responsabile dei servizi di integrazione socio-sanitaria della Regione Marche sulla questione personale sottolinea «abbiamo un limite imposto dal Ministero, che rende più complicato dare una risposta, ma nonostante questo ci siamo impegnati e ci stiamo ancora impegnando». Nel rimarcare che sono stati attivati concorsi per educatori e psichiatri, precisa «non siamo “sordi” ai bisogni delle famiglie», mentre sul fronte del rientro a domicilio evidenzia che stanno lavorando ad «un progetto terapeutico di ritorno nelle famiglie». «Capiamo le famiglie – spiega – ma dobbiamo essere cauti per custodire la salute pubblica» riferendosi alle normative anti covid.

Il responsabile dell’integrazione pone l’accento sul fatto che le giornate di assistenza siano passate da 2 milioni all’inizio del governo Ceriscioli alle attuali 3,5 milioni: «segno che è stata posta attenzione». «Accolgo la segnalazione delle famiglie – spiega – come segnale di ulteriore attenzione. Ci metterò testa e passione e vedremo come risolvere la situazione». Intanto annuncia che giovedì 23 luglio si terrà un incontro già programmato con l’ente gestore, l’ambito territoriale e l’Asur per discutere proprio delle modalità di ritorno a domicilio dei ragazzi autistici, sottolineando inoltre che la previsione di spesa per i 4 ragazzi ospitati nel centro Azzeruolo è di «quasi 1 milione l’anno».

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