Ancona-Osimo

Liste di attesa e bambini cardiopatici: nelle Marche la prima visita nel 2024. Il comitato dei genitori pronto a manifestare

L'associazione di genitori dei bambini cardiopatici torna a sollevare il problema delle liste di attesa per visite ed esami e annuncia una manifestazione per il 2 maggio ad Ancona

ANCONA – Il problema delle liste di attesa per le visite cardiologiche dei bambini torna al centro dell’attenzione mediatica. L’associazione di genitori, denominata Un Battito di Ali, torna a sollevare la questione dei tempi di attesa all’ospedale di Torrette e annuncia per il 2 maggio (ore 16) una manifestazione davanti alla sede della Regione Marche ad Ancona.

«Saremo una ottantina di genitori, provenienti non solo dalle Marche – spiega Valentina Felici, presidente di Un Battito di Ali -, ma anche dalle regioni vicine». L’associazione ha realizzato un video nel quale i genitori lamentano che «nessun bambino può essere visitato prima del 2024».

Una situazione che crea disagio alle famiglie costrette a «rivolgersi a centri fuori regione» e ad «affrontare lunghi viaggi e perdere giorni di lavoro», mentre «potremmo fare tutto qui».

Il reparto di cardiochirurgia dell’ospedale regionale di Torrette, diretto dal dottor Marco Pozzi, «è stato confermato al quarto posto a livello europeo» si ricorda nel video diffuso dall’associazione agli organi di informazione. I genitori rimarcano che dopo la riapertura delle liste di prenotazione, chiuse per la pandemia di Covid-19, «ad oggi non solo non sono prenotabili le visite, ma non si possono effettuare esami come holter cardiaci, pressori o semplici elettrocardiogrammi, necessari sia per chi è già in cura, sia per chi sta effettuando il percorso della diagnosi».

L’associazione sottolinea che i bambini con sospetta cardiopatia «vanno visitati e controllati subito perché perdere tempo vuol dire metterli in pericolo». Una questione segnalata «alle varie amministrazioni che si sono succedute in Regione», ora i genitori tornano a sollecitare la Regione e la direzione ospedaliera, perché «i bambini non hanno tempo dobbiamo risolvere i problemi adesso».

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