Ancona-Osimo

Area Vasta due, l’allarme della Fp Cisl: 58 operatori sanitari rischiano di restare a “casa” a fine marzo

A porre sul tavolo la questione dei contratti di lavoro in scadenza al 31 Marzo, è il sindacato Fp Cisl Marche. «Senza proroghe si apriranno voragini nei turni di assistenza delle strutture sanitarie»

Infermieri

ANCONA – Sono 58 gli operatori sanitari, tra infermieri, ostetriche, fisioterapisti, logopedisti, ortottisti e Oss, in servizio presso l’Area Vasta due, il cui contratto di lavoro scadrà il 31 marzo 2022. A porre sul tavolo la questione è la Fp Cisl che pone l’accento sul fatto che «senza proroghe si apriranno delle autentiche voragini nei turni di assistenza delle strutture sanitarie».

A parlare è Stefania Franceschini, delegata Rsu (rappresentanza sindacale unitaria) Fp Cisl per l’Area Vasta due. In pratica il 31 marzo rischiano di rimanere a casa 45 Oss, 6 infermieri, 2 ostetriche, 2 ortottisti, un fisioterapista e due logopedisti. Secondo il sindacato «se non si procederà a prorogare i contratti che sono in scadenza, entro 40 giorni si perderà oltre il 9% di tutto il personale con la qualifica di operatore socio sanitario».

Parte del personale era stato assunto in seguito all’emergenza sanitaria, la restante parte invece serviva a ripianare «i “buchi” legati al taglio di oltre 4milioni (4.415.420 euro) sul tetto di spesa per il personale, attuato dall’Asur nel 2019» spiega. La preoccupazione del sindacato, oltre che per il destino del personale che non dovesse essere rinnovato, è legato anche al funzionamento delle strutture sanitarie.

«Anche se alcuni saranno sostituiti attingendo dalle graduatorie concorsuali o per mobilità, le tempistiche non saranno immediate e si rischia di rimanere scoperti per alcuni mesi – osserva –  in un momento in cui l’emergenza non si è ancora esaurita, e sono diverse le assenze di sanitari, o perché risultati positivi al Covid, o perché con figli in quarantena». Ma sul piatto della bilancia a pesare ci sono anche i pensionamenti.

«I posti letto Covid nei due nosocomi di Senigallia e Jesi, sono ancora aperti – spiega – , con 14 posti dedicati a Senigallia e 20 a Jesi, oltre ad alcuni posti utilizzati in base alle necessità, presso l’Obi di Fabriano, a questi vanno aggiunte le normali attività dei «restanti reparti, che lavorano a pieno regime».

La Rsu ricorda che negli ultimi mesi tra novembre e gennaio scorso, «sono stati già interrotti i contratti di diversi operatori tra infermieri e Oss che potevano sopperire alle carenze di organico dovute a: sospensioni da Decreto legge 44/2021, ricollocamenti per motivi di salute, assenze per malattia Covid dell’operatore stesso o dei figli e pensionamenti vari. Un ulteriore pesante taglio non sarebbe sostenibile».

La Fp Cisl da sempre ha sottolineato la criticità di personale nell’AV2 (area vasta due) chiede all’Asur e alla stessa AV2, di mantenere in servizio il personale necessario ad affrontare questi mesi, in cui ancora le necessità legate al Covid non sono concluse e, nello stesso tempo, le necessità di tutti gli altri servizi non sono diminuite. La tutela dei pazienti Covid, ma anche di chi ha necessità di cure sanitarie di base, deve avere la priorità, perché ovviamente la riduzione del personale non può che incidere sulla qualità dell’assistenza e sulle prestazioni erogate».

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