Ancona-Osimo

Approvato il Piano socio-sanitario regionale. Acquaroli: «Al centro il cittadino»

Nel documento di 200 pagine fissate le strategie di riorganizzazione e potenziamento della sanità marchigiana. Prevista la realizzazione di tre nuovi ospedali, a Pesaro, Macerata e San Benedetto del Tronto

ANCONA – Ridurre le liste di attesa, abbattere la mobilità passiva e realizzare tre nuovi ospedali. Sono gli obiettivi del Piano socio-sanitario regionale varato dalla giunta. L’ok ieri pomeriggio, 25 maggio. Si tratta di uno degli atti più significativi della giunta Acquaroli. Nel documento di 200 pagine sono state fissate le strategie di riorganizzazione e potenziamento della sanità marchigiana. Un provvedimento sul quale la giunta regionale ha lavorato per oltre due anni e che dovrà essere approvato dal Consiglio regionale. Prevista la realizzazione di tre nuovi ospedali, a Pesaro, Macerata e San Benedetto del Tronto.

«Dopo la riorganizzazione degli enti, questa è la seconda parte della riforma della sanità regionale fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi prefissati e cioè l’abbattimento delle liste d’attesa – dice il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli -, il potenziamento dei servizi sanitari sul territorio e dell’emergenza-urgenza. Ora toccherà al Consiglio Regionale esaminarla e approvarla. Alla fine di questo iter sarà finalmente completa e operativa la riforma della sanità regionale. A poco più di due anni e mezzo dal nostro insediamento, con tutte le emergenze che abbiamo dovuto gestire, considerata anche la complessità di questa materia, mi ritengo soddisfatto dei tempi ma soprattutto nei contenuti. Finalmente la nostra sanità sarà governata con un approccio razionale rispetto alle esigenze dei cittadini e dei territori. E nonostante le difficoltà derivanti dalla carenza del personale e dai limiti imposti al tetto per il costo del personale stesso, siamo fiduciosi che quanto stiamo facendo produrrà un’inversione della tendenza e un miglioramento delle condizioni della nostra sanità».

Da sinistra Saltamartini e Acquaroli

Integrazione tra sanità e sociale, potenziamento dell’assistenza ospedaliera e territoriale, sviluppo di ospedali di alta specializzazione e strutture minori diffuse su tutto il territorio, integrazione tra servizi pubblici e privati, lotta agli sprechi e utilizzo ottimale delle risorse regionali, nazionali (Fondo sanitario) ed europee (Recovery Fund), i punti cardine.

«Una sanità che torna a mettere al centro il cittadino – prosegue Acquaroli -, che valorizza il territorio con l’obiettivo di frenare la mobilità passiva, punta ad una sanità diffusa e distribuita con l’obiettivo di riequilibrare l’offerta socio-sanitaria e i servizi su tutto il territorio regionale. Per la prima volta il piano sanitario parte da una analisi dei fabbisogni effettuata in maniera scientifica, che ci ha restituito la reale domanda sanitaria della popolazione. Da una visione esclusivamente ospedali-centrica si passa a una sanità che vede nel territorio e nella medicina territoriale elementi strategici del nostro sistema sanitario per dare risposte ai bisogni di salute dei cittadini. Altro elemento è la priorità data alla digitalizzazione del sistema sanitario con la telemedicina. L’altro aspetto di cui siamo molto orgogliosi è che questo testo arriva dopo un lungo percorso di confronto con i territori, i Sindaci, le categorie sociali che ora può proseguire in Consiglio regionale per la sua approvazione definitiva».

L’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini evidenzia che «il piano socio-sanitario proposto vede proprio nel recupero della mobilità passiva e nel consolidamento e sviluppo del sistema integrato dei servizi territoriali le priorità assolute. In questa prospettiva le azioni devono essere strettamente coerenti con i Livelli Essenziali di Assistenza, e con l’integrazione tra i sistemi dei servizi sociali e sociosanitari, declinando in maniera definita e incontrovertibile la necessità di potenziare il sistema della prevenzione e delle cure territoriali, consolidare i servizi ospedalieri, sviluppare piani assistenziali individualizzati e coerenti con i bisogni di salute, ribadire la centralità dei bisogni del cittadino, con particolare attenzione alle situazioni di disagio e fragilità».

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