Ancona-Osimo

Sì alla legge di riforma degli enti sanitari nelle Marche. Svolta storica per la maggioranza

Dopo tre giorni di lavoro in cui sono stati esaminati 167 emendamenti varata dal Consiglio regionale la legge 128. Forti critiche dal Pd

Il consiglio regionale delle Marche
Il consiglio regionale delle Marche

ANCONA – Dopo tre sedute fiume, è stata approvata a maggioranza nell’Aula del Consiglio regionale, la legge 128 che riforma l’assetto della sanità marchigiana. Voto contrario del Pd e Rinasci Marche e astensione del Movimento 5 Stelle (Marta Rugger) e del Gruppo Misto (Simona Lupini).

La riforma, che cancella l’Asur unica e costituisce cinque Ast, aziende sanitarie territoriali (una per ogni provincia), mentre Marche Nord confluirà nell’Ast di Pesaro Urbino, prevede anche nuove figure apicali, tra cui il direttore socio-sanitario, e una autonomia organizzativa e di risorse per i direttori delle Ast.

Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, nel suo intervento ha sottolineato che legge 128 chiarisce l’organizzazione degli enti sanitari «e lo fa raccogliendo gli input lanciati dai marchigiani negli ultimi 19 anni». Secondo il governatore si tratta di una legge che «semplifica» evitando accavallamenti tra aziende, una legge che garantisce maggiori certezze e assegna ad ogni azienda le proprie risorse e il proprio ruolo.

Un provvedimento che «punta a ricostruire la sanità smontata negli anni» ha detto attaccando tra le righe i dem, una legge che Acquaroli ha definito un punto di partenza. Inoltre, ha annunciato che il lavoro della giunta prosegue sul fronte del piano socio sanitario regionale, che si baserà sullo studio del fabbisogno sanitario dell’Università Politecnica delle Marche e su quello della Bicocca, di imminente arrivo.

Soddisfazione è stata espressa dall’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini, il quale ha ripercorso i numeri sul fronte della campagna vaccinale contro il Covid con 3milioni e 600mila dosi somministrate e la campagna di screening per la diagnosi del virus, appena insediato.

Secondo Saltamartini si tratta di una riforma che «darà una sanità migliore – ha detto -: chi vivrà vedrà. Siamo convinti che raggiungeremo gli obiettivi». Tracciando una roadmap ha rimarcato che «le prossime tappe saranno il piano socio sanitario, l’adozione dei piani aziendali e se necessario la revisione della legge che andiamo ad approvare: penso che in due anni – ha concluso – non sia mai stata svolta una mole di lavoro di questo spessore e intensità».

Secondo la capogruppo di Forza Italia, Jessica Marcozzi grazie alla riforma la sanità sarà più vicina ai marchigiani, un aspetto sottolineato nel suo intervento anche dalla consigliera di Fratelli d’Italia e presidente della IV Commissione sanità Elena Leonardi, secondo cui «il Consiglio regionale scrive una nuova pagina della sanità regionale, dopo un lavoro di oltre 20 mesi, per potare nell’Aula ciò che era stato annunciato in campagna elettorale».

Leonardi ha sottolineato che la giunta ha mantenuto la parola data ai marchigiani ed ha parlato di un passo importante, «un segnalibro ad un percorso che non finisce oggi, ma che è un punto importante, la piega alla pagina del libro in un percorso verso una sanità più vicina ai cittadini e ai territori, che parte dalle mancanze vissute sulla pelle di ognuno di noi».

Per il capogruppo della Lega, Renzo Marinelli, «le scelte sono state valutate attentamente e il testo approvato è la scelta migliore per valorizzare il territorio e per la situazione di partenza, che non era certamente delle migliori» ha detto replicando alle accuse dei dem. Ribattendo a Cesetti che in uno dei suoi interventi aveva sostenuto che la legge era sbagliata, Marinelli ha detto «doveva fare un minimo di mea culpa» visto che la situazione della sanità marchigiana «non dipende da noi» ha detto riferendosi sia agli attacchi sulle guardie mediche.

«Siamo qui per dare diritti e il diritto alla salute, fondamentale per cittadini, e cerchiamo di farlo in modo uguale per tutta la regione: da Ancona a Fiuminata. Lavoreremo affinché tutte le Marche possano avere servizi adeguati». Voto favorevole al provvedimento anche dal capogruppo dei Civici Giacomo Rossi che ha condiviso i contenuti della riforma.

Nel corso delle sedute fiume, una vera e propria maratona, sono stati esaminati 167 emendamenti all’articolato della legge, di cui oltre un centinaio a firma dem, 42 di Rinasci Marche e il resto del Movimento 5 Stelle. Aspre le critiche del Pd, con il relatore di minoranza (Pd), Romano Carancini e il consigliere Fabrizio Cesetti, che hanno guidato il fronte sella protesta. Nelle intenzioni di voto, a chiusura della seduta, il capogruppo del Pd Maurizio Mangialardi ha espresso il proprio voto contrario come quello del resto del gruppo dem, ed ha parlato della Commissione come di «raffazzonata» e con tempi serrati: «Non avrei voluto essere nelle vesti della Leonardi (presidente della IV Commissione sanità regionale, ndr)» ha detto il capogruppo dem, sottolineando che «gli emendamenti» volevano dare un contributo.

Secondo Mangialardi la legge 128 rappresenta «un grande errore: è sbagliata nei tempi e nel metodo, oltre che nel contenuto», per questo ha annunciato iniziative in quanto «vogliamo difendere operatori e cittadini, sulla sanità non possiamo fare sconti», insomma «non finisce qui» ha concluso.

Critiche anche da Luca Santarelli (Rinasci Marche) il quale ha bacchettato la maggioranza per non aver approvato neanche uno degli emendamenti a sua firma che ha spiegato di aver redatto in collaborazione con operatori sanitari, sottolineando la volontà di contribuire al provvedimento, «Sarò una sentinella» ha detto, a sottolineare che vigilerà sull’impatto della legge su cittadini e operatori.

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