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Antibiotico resistenza, in crescita i ricoveri. Giacometti: «Pazienti complessi da gestire e con alti costi sanitari»

Si tratta, spiega il primario della Clinica di malattie Infettive di Torrette, di anziani over 70 anni, alcuni anche 90enni, che arrivano da Rsa, case di riposo e cure intermedie, con febbre e infezioni che non rispondono ai farmaci

L'infettivologo Andrea Giacometti

ANCONA – «In questi ultimi giorni abbiamo osservato un incremento dei ricoveri di persone anziane con antibiotico resistenza». Lo spiega il professor Andrea Giacometti, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Azienda ospedaliero universitaria delle Marche.

Si tratta, spiega, di anziani over 70 anni, alcuni anche novantenni, che arrivano da Rsa, case di riposo e cure intermedie, con febbre e infezioni batteriche e fungine che non rispondono ai farmaci. «In una sola giornata in pronto soccorso ne sono arrivati sette – dice – sembrano pochi, ma in realtà si tratta di pazienti che devono essere isolati dagli altri ricoverati presenti in reparto, per cui non è facile trovare posto. Li abbiamo comunque tutti sistemati».

Un tema tutt’altro che secondario, quello dell’antibiotico resistenza secondo l’infettivologo, sul quale l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un alert. Il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato nel mese di giugno una nuova raccomandazione, quella, entro il 2030, di ridurre del 20% i consumi umani di antibiotici e del 50% quelli animali per contrastare la resistenza antimicrobica.

Secondo L’Istituto Superiore di Sanità, l’antibiotico resistenza è una delle principali minacce alla salute pubblica, e secondo le stime, potrebbe causare la morte di 10 milioni di persone all’anno entro il 2050. Per questo la sua diffusione è un problema urgente che richiede un intervento globale e un piano d’azione coordinato.

«Non è il Covid il problema del futuro, ma l’antibiotico resistenza con cui già facciamo i conti – spiega il professor Giacometti – i casi stanno aumentando e impongono misure urgenti. Un anziano con antibiotico resistenza ha dal 30 al 70% delle probabilità di morire, inoltre, si tratta di pazienti complessi da gestire e con alti costi sanitari».

L’infettivologo spiega infatti che vengono trattati con fiale di antibiotici di ultima generazione che hanno un costo che oscilla tra i 150 e i 200 euro a fiala: per trattare un solo paziente ne sono necessarie sei al giorno. Da cosa nasce questo problema? «È una situazione che deriva da diversi fattori – dice -: da un uso eccessivo e improprio di antibiotici nella popolazione generale, negli allevamenti e degli antifungini in agricoltura. Questo porta a selezionare i germi più forti, con grandi problemi per fragili, anziani e immunodepressi».

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