Ancona-Osimo

Ancona, l’annunciatrice Rosanna Vaudetti: «Feci il Savoia, ero una secchiona»

La storica Signorina buonasera festeggia i 100 anni della sua scuola dorica. Ecco il suo racconto

Rosanna Vaudetti, studentessa del Savoia (nel tondo) posa con i compagni di classe vicino alla preside Cori

ANCONA – Il Savoia, in cento anni, ha avuto migliaia di iscritti. D’altronde, è uno dei licei più vecchi di Ancona. E ad averlo frequentato, è stata anche Rosanna Vaudetti, la storica e amatissima ˊSignorina buonaseraˊ che Alberto Sordi ribattezzò ˊVaudetti annunci perfettiˊ. Con lei, il primo annuncio a colori sul Secondo canale (clicca qui).

Adesso, è in tv su Rai 2, dove – con la collega Maria Giovanna Elmi – tiene la rubrica ˊLa posta del cuoreˊ, all’interno del programma ˊBellaMaˊ, di Pierluigi Diaco. Ma Vaudetti, gli anni al Savoia, non li ha mai dimenticati. Allora, la scuola si trovava nella sede di via Vecchini, che adesso è stata rimessa a posto perché avrebbe dovuto ospitare il plesso Benincasa (ma il trasferimento si è bloccato).

Cronaca a parte, si racconta che Rosanna Vaudetti fosse un’alunna eccellente. È davvero così? La raggiungiamo al telefono per chiederglielo: «Beh, diciamo di sì – risponde – Non ho mai avuto neppure una insufficienza in pagella». «Studiare mi è sempre piaciuto sin dalle elementari. Non avevo una materia preferita – continua – né una disciplina che detestassi. Ad interessarmi, però, era soprattutto la filosofia». Il Savoia l’ha invitata per celebrare, il 24 gennaio, il centenario dalla nascita dell’istituto. Come ospite d’eccezione, la preside, Maria Alessandra Bertini, ha voluto proprio la mitica ˊSignorina buonaseraˊ, nata ad Ancona il 19 dicembre 1937.

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«La mia era una classe molto affiatata, ci aiutavamo gli uni con gli altri – ricorda – andavamo d’accordo, pensavamo e lavoravamo insieme, ci volevamo bene. Ormai siamo sempre meno, ma con chi è rimasto ci vediamo ancora, andiamo a pranzo o a cena fuori almeno una volta l’anno», dice.

Negli anni Cinquanta, il Savoia non era (chiaramente) il Savoia Benincasa di oggi. Allora, c’era un solo indirizzo, quello ˊScientificoˊ, che oggi si chiama ˊScientifico baseˊ e che si affianca all’Informatico, alle Scienze applicate, all’Economico, al Turistico e al Linguistico.

Vaudetti nel ’75 a “Giochi senza frontiere” (foto di “pubblico dominio” tratta da Wikipedia)

«Ricordo che c’erano poche ragazze – racconta Vaudetti – Loro, ai miei tempi, andavano al liceo Classico. Ma io non volevo il greco, prediligevo le lingue straniere. Pensavo che mi sarebbero tornate utili nella vita. E così ho studiato inglese e tedesco».

Un’intuizione che si rivelerà giusta: «Avevo fatto i miei calcoli – sottolinea lei – Il Savoia era una scuola serie e il mio primo lavoro, dopo il diploma di Maturità, fu quello di interprete per una ditta tedesca, alla fiera di Milano». Il tedesco, tra l’altro, Vaudetti lo parlò anche in diretta tv: «Dalla Germania, mi affidarono la conduzione di una sorta di Sanremo, per una serata dedicata all’Italia e grazie al liceo prima e all’università poi riuscii a parlare in tedesco».

Non ha mai smesso di studiare, la nostra ˊSignorina buonaseraˊ. Neppure dopo la laurea in Scienze politiche conseguita a Roma: «Sostenevo gli esami nei momenti liberi dal lavoro. Credo che l’originalità e la conoscenza dell’attualità siano fondamentali per non fare delle interrogazioni piatte».

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Rosanna Vaudetti, studentessa del Savoia (nel tondo) posa con i compagni di classe vicino alla preside Cori. Foto per sua gentile concessione

«Prima degli orali, alla Maturità, lessi un articolo di giornale sull’Asino d’oro di Apuleio e lo citai. E all’università, all’esame di inglese, raccontai una barzelletta in lingua alla prof. Era severa e arcigna ma scoppiò a ridere. Così come a tedesco: la commissione mi parlava in italiano e io risposi subito in tedesco».

«Se studio ancora? Sì, ma a modo mio. Mi tengo aggiornata, mi informo, leggo molto. Vede, a volte, con l’avanzare dell’età, ci si dimentica le cose. Anzi – si corregge – è a me che talvolta capita così. E allora io continuo ad informarmi, a leggere. Ho appena terminato il libro su Galileo Galilei scritto da Marco Malvaldi, dal titolo ˊOscura e celesteˊ. Prima, avevo tra le mani ˊSoledadˊ, di Maurizio De Giovanni. È uno scrittore pieno di sentimento, scandaglia l’animo umano con acume. Sa commuovere e trova sempre cose interessanti e carine. Ai ragazzi di oggi dico di non smettere di studiare: ˊPochi sanno quanto si deve sapere per sapere quanto poco si saˊ».

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