Ancona-Osimo

Afghanistan, Latini: «Pronti ad accogliere donne e bambini». In Consiglio documento per coordinare le associazioni

L'assessore regionale annuncia che in occasione della prossima Assemblea Legislativa la Commissione regionale pari opportunità proporrà la sottoscrizione di un documento che impegna la Giunta a intervenire

Giorgia Latini

ANCONA – «Siamo pronti ad accogliere le donne e i bambini afghani, di fronte alla crisi umanitaria che si profila, siamo pronti a fare la nostra parte». Così l’assessore regionale Giorgia Latini con deleghe a Volontariato e Pari Opportunità.

L’assessore spiega di essersi confrontata in questi giorni con la responsabile del Dipartimento Pari Opportunità della Lega, Laura Ravetto, e di essere pronta all’accoglienza dei profughi in arrivo dall’Afghanistan, finito sotto il controllo dei Talebani, ma mette subito un punto fermo sulla questione: «Gli altri Stati Europei devono collaborare facendo la loro parte».

Secondo Latini «non può ricadere tutto sull’Italia, il Paese più esposto dal punto di vista geografico. L’Unione Europea deve concretizzarsi in questa situazione e collaborare fattivamente creando corridoi umanitari per i civili in fuga verso i diversi Paesi».

L’assessore fa sapere che a oggi alla Regione Marche «non sono giunte segnalazioni o richieste di accoglienza» e che «qualora dovessero pervenire saremmo disponibili e pronti a collaborare per trovare le migliori soluzioni di sostegno e accoglienza, tramite le tante associazioni presenti nelle Marche, le case famiglia e il mondo del volontariato».

A tal proposito l’assessore annuncia che «nel prossimo Consiglio la Commissione regionale pari opportunità proporrà la sottoscrizione di un documento che impegna la Giunta a intervenire e a coordinare le associazione impegnate ad aiutare donne e bambini afghani. Ripeto: siamo pronti ma dobbiamo pretendere che l’Europa sia a fianco del nostro Paese».

«È importante fare rete tra volontariato, associazioni e istituzioni – conclude l’assessore Latini- ma occorre anche capire la reale portata numerica di questa emergenza umanitaria facendo attenzione a difendere i diritti di donne e bambini senza che questo significhi trasformare il Paese nella facile destinazione di potenziali terroristi».

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