Ancona-Osimo

Affitti, tra rincari e inflazione. Il Sunia chiede un piano casa: «850 case popolari vuote»

Il sindacato degli inquilini denuncia una situazione sul territorio marchigiano che continua ad aggravarsi e chiede alla politica interventi e una programmazione di ampio respiro

ANCONA – È emergenza affitti nelle Marche. La denuncia arriva dal Sunia, il sindacato degli inquilini. Da un lato il caro vita che ha messo le famiglie alle strette, sempre più in difficoltà nel pagare il canone, dall’altro il numero crescente di proprietari che chiedono di rinunciare alla cedolare secca per i contratti a canone concordato e di applicare l’aumento Istat (circa 7%) che si traduce in un aumento del canone per gli affittuari. Poi c’è la questione delle case popolari, in numero insufficiente rispetto alle richieste e il piano casa da rifare. Ma andiamo in ordine.

Nel 2020 con il decreto Milleproroghe era stata data la possibilità ai locatari di mantenere la cedolare secca al 10% nei Comuni ad alta densità abitativa, nelle Marche sono solo tre, Ancona, Senigallia e Fabriano, in tutti gli altri Comuni è passata al 21%. Questa misura però non è stata più rinnovata per cui chi ha sottoscritto un contratto di affitto, ad esempio, a Jesi o ad Osimo nel 2020 si trova con la cedolare al 21%, chi lo ha stipulato nel 2021 o nel 2022 o 2023, ha la cedolare al 10%.

Una situazione paradossale che sta spingendo molti proprietari a valutare se proseguire con il regime fiscale della cedolare secca al 10%o se applicare l’aumento Ista. Gabriele Belfatto segretario del Sunia di Pesaro spiega «molti proprietari stanno facendo i conti per vedere se hanno convenienza nell’applicare l’aumento Istat, invece di proseguire mantenendo la cedolare secca. La situazione sta esplodendo e si inserisce in un quadro contrassegnato dal caro vita. Sappiamo che un affitto incide per un 75% circa su uno stipendio medio, per cui ogni ulteriore incremento non fa altro che gravare ancora di più sulle tasche delle famiglie, che oltre a pagare l’affitto devono anche mangiare e pagare le bollette. Molti proprietari vengono al Sunia per rinunciare alla cedolare secca, è una situazione critica – dice – si rischia l’emergenza sociale».

Accanto a questo il problema messo sul tavolo dal sindacato è quello del mancato finanziamento nazionale del fondo sociale per gli affitti. Una decisione, quella del governo, che secondo il Sunia «azzera le politiche per la casa», spiega il segretario regionale Stefano Falcionelli. Affitti insostenibili, rincari energetici, inflazione, secondo il sindacato rischiano di generare una ondata di sfratti.

«Il piano casa è una misura nazionale – precisa Falcionelli – ma abbiamo chiesto alla Regione Marche di fare la sua parte mettendo risorse per il fondo per la morosità non colpevole». Sulla questione case popolari, altro tema caldo, il segretario regionale del Sunia evidenzia che «nelle Marche sono 8mila circa le persone che chiedono di accedere al fondo sociale di sostegno all’affitto, mentre solo 890 circa hanno risposto al bando per l’acquisto delle case popolari lanciato dall’Erap, un 10% circa di quelle che chiedono il sostegno».

Sunia, Sicet, Uniat ed Erap hanno scritto alla Regione per chiedere un tavolo di confronto sul tema. «È necessario che la Regione metta a disposizione un 2% del bilancio per il fondo di sostegno all’affitto e provveda a rifare il piano casa fermo dal 2016. Intanto ci sono 850 alloggi Erap vuoti su 14mila nelle Marche, case che possono accogliere altrettante famiglie con problemi abitativi» conclude.

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