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Ancona, Acquaroli su Cities Changing Diabetes: «Orgogliosi di essere la prima regione ad aver aderito al progetto di prevenzione»

Filippo Saltamartini: «Un progetto già inserito nel Piano Socio Sanitario per rimarcare l’attenzione e la sensibilità verso questa patologia cronica. In bilancio già 9 milioni per la telemedicina sul diabete»

Acquaroli
Il presidente Francesco Acquaroli e l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini (Foto: Maurizio Rillo)

ANCONA – Più si sale di altitudine e maggiore è l’incidenza del diabete nelle Marche, una situazione socio demografica determinata da vari fattori (maggiori individui con età anziana over 65, maggiore distanza dai presidi sanitari, grado di istruzione, probabilmente alimentazione  e anche reddito) . I dati che riguardano 80mila marchigiani con diabete, cioè quasi il 4,4 per cento della popolazione, sono emersi nel corso del convegno che si è tenuto oggi in Regione “Cities Changing Diabetes”, organizzato da Health City Institute,  Regione Marche e Politecnica delle Marche. I dati sono riportati dall’ATLAS Cities Changing Diabetes Marche, un documento che è il primo passo per mettere a punto azioni concrete del progetto internazionale  – della University College di Londra e del danese Steno Diabets Center – che valuta l’impatto dell’urbanizzazione sulle malattie croniche come il diabete e in particolare nelle metropoli.

Le Marche, con una popolazione di 1 milione e 500mila abitanti che la fa assimilare a una metropoli e soprattutto la sua ventennale rete diabetologica integrata, sono la prima regione italiana ad aver aderito a questo progetto internazionale, insomma un caso di studio virtuoso. «Siamo orgogliosi di poter apportare un contributo prezioso a questo progetto molto importante – ha sottolineato il presidente Francesco Acquaroli in apertura del convegno – perché rientra nelle strategie della Regione e del Piano Socio Sanitario applicare misure di prevenzione delle malattie croniche e il diabete è senz’altro un asset prioritario del Piano. Strategie di prevenzione che rientrano in quel percorso della sanità di prossimità in cui l’ospedale deve essere l’ultimo presidio a cui ricorrere. Mi fa molto piacere che siamo la prima Regione ad aderire a questo progetto per la marcata sensibilità e attenzione sul tema Diabete perché sappiamo bene quale impatto ha sul sistema sanitario, sui malati e sulle famiglie e questo progetto aiuterà a migliorare ancor più i servizi sanitari».

La Regione Marche è entrata nel progetto nel 2021 e si aggiunge ad altre grandi città italiane (Roma, Milano, Torino, Napoli, Bari, Bologna, Genova) insieme a molti Enti, Istituzioni, amministrazioni locali e associazioni sanitarie e a 44 città nel mondo per un totale di 200 milioni di cittadini che aderiscono al progetto Cities Changing Diabetes.

«Un progetto molto importante già inserito nel Piano Socio Sanitario – ha evidenziato l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini – e che va corroborato. La nostra regione conta delle associazioni su questa malattia molto significative in termini di organizzazione e progettualità , quindi credo che il Diabete sarà una delle patologie croniche su cui puntare la massima attenzione nei prossimi anni. Intanto abbiamo già previsto nel Bilancio lo stanziamento di 9 milioni di euro per apparecchiature tecnologiche che consentano di trattare questa malattia con strumenti di telemedicina già a partire dagli studi aggregati di medici di base.  Si costruisce una rete che è già stata monitorata dall’Unione Europea e premiata e in quella direzione contiamo di dare un servizio sempre più puntuale ai nostri pazienti diabetici».

Al convegno erano presenti molto esperti, medici e rappresentanti delle associazioni, oltre al rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Stefano Gregori che ha ricordato la costruttiva collaborazione con la Regione in questi anni e il significato di un «progetto che può in futuro promuovere azioni concrete per una concreta riduzione dell’incidenza di questa patologia».

Massimiliano Petrelli – endocrinologo e presidente del Comitato Scientifico Marche Cities Changing Diabetes – ha posto l’accento sulla rete diabetologica marchigiana, spiegando come i Centri Diabetologici siano in rete, con un unico database clinico-epidemiologico, un’unica cartella clinica all’interno della rete, elementi che garantiscono al cittadino un’equità della cura e la possibilità di muoversi tra i centri senza portare documentazione cartacea. Un sistema che permette alla Regione di avere a disposizione tutti i dati inerenti al diabete , raccolti in maniera omogenea e  standardizzata.

«Queste peculiarità rendono le Marche una regione unica nel suo genere – ha evidenziato Gian Marco Revel, presidente del Comitato esecutivo regionale del progetto –  e ciò ha spinto a fare riflessioni sul legame diabete – territorio che permetteranno di attivare policy mirate al contenimento della malattia».

In collegamento anche Andrea Lenzi, presidente Health City Institute e del Comitato nazionale Biosicurezza e Biotecnologie – che ha sottolineato l’importanza dell’ATLAS come una mappatura significativa per la ricerca, l’analisi e l’osservazione, in linea con le finalità del progetto che vuole mettere in luce il fenomeno con dati e evidenze per agire concretamente in considerazione del crescente numero di persone con diabete e conseguenti costi economici e sociali.

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