Ancona-Osimo

Scuola, sindacati su accorpamenti: «Disastro annunciato». Ciccioli: «Su 19 previsti, deliberati 15. Tema denatalità»

Cgil, Cisl e Uil attaccano sul dimensionamento scolastico. La replica di Ciccioli relatore di maggioranza dell'atto amministrativo che andrà al voto domani in Consiglio regionale

Foto di repertorio di una classe vuota

ANCONA – Cgil, Cisl e Uil «sono a denunciare e stigmatizzare la delibera della Giunta Regionale sul dimensionamento scolastico dal momento che dalla stessa è evidente che la Regione non ha tenuto conto delle richieste poste ai tavoli di confronto dai sindacati». Lo dichiarano le organizzazioni sindacali in un comunicato stampa. «Il governo nazionale – spiegano i sindacati nella nota – ha imposto con il dimensionamento scolastico un taglio che per le Marche consiste nel 2024 in 15 istituzioni scolastiche in meno e che entro due anni si tradurrà nell’accorpamento di ben 25 scuole».

Secondo Cgil, Cisl e Uil, «per effetto del decreto mille proroghe la regione avrebbe potuto deliberare per quest’anno 14 accorpamenti invece di 15, ma ciò non è avvenuto. Il dimensionamento era già noto sin dall’estate ma invece che affrontarlo in maniera tempestiva e con un reale confronto con tutti i soggetti coinvolti (enti locali, istituzioni scolastiche, ufficio scolastico regionale e parti sociali), la Regione ha trascinato la situazione, emanando peraltro linee guida generiche e improntate a criteri meramente numerici. Dopo molta confusione e ritardi in un accavallarsi di ipotesi e proposte che hanno generato disorientamento e non hanno contribuito a definire una programmazione di respiro – prosegue la nota – , si è arrivati a questa delibera che conferma quanto Cgil, Cisl e Uil Marche sostengono da mesi. Questo dimensionamento scolastico così come realizzato è sbagliato, non porta ad una riorganizzazione del sistema dell’istruzione (questo era l’obiettivo del PNRR), non produce l’opportunità di una riduzione degli alunni per classe ma si traduce in un mero taglio a spese del personale delle scuole nonché delle studentesse e degli studenti, senza una programmazione efficace dell’offerta formativa».

«Abbiamo ampiamente motivato nei vari incontri e ribadiamo che la costituzione di Istituti omnicomprensivi è un errore di prospettiva in una regione che ha bisogno di alimentare le reti tra le comunità, soprattutto in un’ottica di salvaguardia e di rilancio delle aree interne – sostengono i sindacati -, facendo crescere un sistema culturale e socio- economico aperto senza produrre ulteriormente chiusura e isolamento di territori già in sofferenza. Accorpare i CPIA rappresenta un errore vista la peculiarità e il ruolo strategico dell’istruzione per gli adulti, in una Regione in cui è fortemente necessario garantire il diritto all’istruzione e alla formazione continua. La delibera che sancisce le scelte della Regione sugli accorpamenti e la riorganizzazione della rete scolastica è arrivata a pochi giorni dall’apertura delle iscrizioni creando confusione non solo nel personale della scuola ma anche nelle studentesse e negli studenti e nelle loro famiglie che si trovano ad affrontare scelte importanti e che hanno bisogno di certezze, serenità e condivisione con il tessuto sociale ed economico del territorio».

«Abbiamo sempre evidenziato il nesso che lega il sistema dell’istruzione e l’offerta formativa allo sviluppo del territorio – si legge nella nota -. La strutturazione della rete scolastica deve guardare al presente e al futuro delle Marche favorendone, appunto, lo sviluppo equo e sostenibile, attraverso un innalzamento delle competenze, il contrasto alla dispersione scolastica e il potenziamento dell’istruzione tecnico-professionale in un’ottica di sistema.
Ecco perché ribadiamo ancora una volta la nostra contrarietà a questo dimensionamento scolastico e alla modalità con cui è stato affrontato questo tema da parte della Regione. Ognuno si assuma le proprie responsabilità».

Carlo Ciccioli, capogruppo FdI

Sulla vicenda interviene il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli, relatore di maggioranza dell’atto amministrativo 57, ‘Modifica ed integrazione della deliberazione dell’Assemblea legislativa regionale 4 ottobre 2022, n. 39 concernente le linee guida per la programmazione della rete scolastica e dell’offerta formativa per il triennio 202/2026. Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112’, che sarà approvato durante la seduta di domani del Consiglio regionale.

«Grazie a una deroga del Governo Meloni, ricompresa nel Decreto Milleproroghe, si è riusciti a rinviare alcuni degli accorpamenti previsti nell’ambito della riorganizzazione della rete scolastica per l’anno scolastico 2024/2025. Il provvedimento – spiega Ciccioli – si attiene ad uno degli obiettivi del PNRR quale conseguenza della diminuzione della popolazione scolastica a causa della denatalità. A seguito di un articolato percorso basato sul costante confronto con le Province e con i Sindaci dei Comuni coinvolti nelle diverse ipotesi di accorpamento, e d’intesa con l’Ufficio Scolastico Regionale, sono stati individuati quindi 15 accorpamenti, a fronte dei 19 previsti, grazie per l’appunto alla deroga introdotta dal Decreto Milleproroghe che consente un rinvio degli altri 4 all’anno scolastico successivo».

«Obiettivo primario perseguito dalla Giunta – prosegue Ciccioli nel comunicato stampa – è stato l’efficientamento della rete scolastica e il raggiungimento di una dimensione degli istituti idonea ad assicurarne la continuità e la stabilità nei prossimi anni, anche in considerazione delle peculiari situazioni ambientali, sociali ed economiche legate al territorio. Mi preme evidenziare come il dimensionamento scolastico non comporta alcuna riduzione dei plessi scolastici attualmente presenti nel territorio regionale e come si siano salvaguardati i territori montani, soprattutto se colpiti dal sisma del 2016. Riguarda solo funzioni amministrative legate alle dirigenze scolastiche. Credo che la problematica della denatalità sia tra l’urgenza delle urgenze. Nessuno è felice di accorpare e riorganizzare la rete scolastica e qualsiasi altro servizio per il cittadino, esattamente il contrario di ciò che ciascuna classe politica vorrebbe fare. Ma, purtroppo – continua -, i numeri sono chiari e con questo tasso di denatalità, ad oggi, non si può che razionalizzare con criteri oggettivi, ma che sappiano tener ben presente le variabili dovute, ad esempio, a casi eccezionali quali le calamità naturali, e le zone montane o, comunque, dell’entroterra, alle prese con uno spopolamento che va assolutamente contrastato».

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