Ancona-Osimo

Aborto, Aied chiede l’istituzione di un tavolo regionale nelle Marche

Oggi (1 febbraio) in Regione audizione in IV Commissione. La presidente Aied di Ascoli Piceno Tiziana Antonucci ha sottolineato le criticità all'applicazione della legge 194 nelle Marche ed ha chiesto un tavolo regionale sul tema

Ascoli, protesta in difesa della legge 194

ANCONA – Un tavolo regionale sulla 194, informativa «più accessibile» sui presidi dove poter eseguire una interruzione volontaria di gravidanza, soluzioni per il tema dell’obiezione di coscienza attraverso la mobilità. Sono alcune delle richieste avanzate dall’Aied, Associazione italiana per l’educazione demografica, durante l’udienza in IV Commissione Sanità. All’incontro che si è svolto oggi (1 febbraio) in Regione era presente la dottoressa Tiziana Antonucci, presidente Aied di Ascoli Piceno.

Aied è intervenuta sulla proposta di legge 19 finalizzata a rilanciare i consultori, sottolineando con la commissione che «è inutile proporre nuove leggi quando ci sono già la 194 e la 405 che però non vengono applicate». Secondo Antonucci infatti nelle Marche le donne «non riescono ad accedere in maniera continua ed omogenea sul territorio all’interruzione volontaria di gravidanza, a causa dell’obiezione di coscienza, una questione superabile con la convenzione o con la mobilità, soluzioni previste peraltro dalla legge».

«A Fermo – spiega – il servizio di interruzione volontaria di gravidanza non è mai stato attivato perché i medici sono al 100% obiettori, a Jesi, dove c’è lo stesso tasso di obiezione, il servizio viene garantito grazie ad una collega ginecologa in mobilità, ogni 15 giorni, con il rischio in caso di malattia del medico o di ferie, di interruzione del servizio».

Intanto però la criticità evidenziata dall’Aied in Commissione consiliare, è stata anche quella delle «liste di attesa con il rischio per le donne di non poter riuscire ad accedere all’Ivg se non solamente alla fine del periodo in cui è possibile praticarla e con il rischio concreto che in caso di Covid, o di un qualche altro imprevisto, alla fine non riescano più ad accedervi».

L’altra criticità posta sul tavolo è quella dell’aborto farmacologico che secondo l’associazione andrebbe «reso più accessibile per ridurre il ricorso agli interventi chirurgici e gli accessi ospedalieri» oltre che trattandosi di una «tecnica meno invasiva per la donna». Per l’Aied l’interruzione di gravidanza chirurgica andrebbe eseguita «preferibilmente con il metodo Karman, in anestesia locale, secondo le linee guida nazionali ed internazionali dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Oms».

Sul tema della Ru486 (aborto farmacologico), Aied chiede l’adesione al decreto ministeriale dell’8 agosto 2020, attraverso la realizzazione di un protocollo che ne consenta la somministrazione nei consultori, fino a 9 settimane di gravidanza, come nel resto d’Europa.

Antonucci fa sapere di aver chiesto la contraccezione gratuita nei consultori delle Marche, sempre con l’obiettivo di evitare alle donne di dover arrivare a ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza e la possibilità di avere sul sito regionale tutte le informazioni «per facilitare l’accesso alle donne che chiedono una interruzione volontaria di gravidanza, con mappe e numeri dedicati, perché spesso non sanno a chi rivolgersi».

Infine è stato toccato il tema della formazione del personale. Richieste, quelle dell’Aied «che la IV Commissione ha chiesto di formalizzare in un documento scritto da inviare per mail».

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