Ancona-Osimo

«Spegnete le armi accendete la pace» in 500 ad Ancona per la manifestazione regionale

Bandiere in mano, striscioni, cappelli colorati e una grande bandiera della pace sulla quale hanno posto ramoscelli di ulivo, anziani, adulti e anche qualche bambino, hanno sfilato in occasione della manifestazione regionale per la pace

ANCONA – Si sono ritrovati in circa 500 ad Ancona i manifestanti, giunti un po’ da tutte le Marche, per partecipare al corteo per la pace. Bandiere in mano, striscioni, cappelli colorati e una grande bandiera della pace sulla quale hanno posto ramoscelli di ulivo, hanno sfilato in occasione della manifestazione regionale per la pace che vede anche altre piazze italiane e nelle Marche coinvolte.

Università per la pace delle Marche, Acu Gulliver, Anpi Comitato Marche, Anpi Comitato Ancona, Associazione Festa per la Libertà dei Popoli Ancona, Caritas Diocesana AnconaOsimo, Cvm Comunità Volontari per il Mondo, Cgil, Cisl, Uil Marche, Scuola di pace V. Buccelletti del Comune di Senigallia hanno promosso l’iniziativa che conta anche l’adesione di altre associazioni e movimenti politici e pacifisti.

Cessate il fuoco e negoziato di pace subito, questa la richiesta lanciata a gran voce alla manifestazione in cui erano presenti persone di tutte le età: anziani, famiglie, adulti e bambini tutti insieme per dire no alla guerra. Presente, tra gli altri, ad assistere alla manifestazione anche l’Arcivescovo di Ancona Osimo Monsignor Angelo Spina. «Spegnete le armi accendete la pace» si legge in uno degli striscioni, posti in Piazza del Plebiscito alla partenza del corteo.

Il presidente dell’Università per la Pace Mario Busti nel suo intervento ha ricordato «i crimini di guerra» con il bombardamento di scuole e ospedali» che «hanno violato costantemente il diritto internazionale. Si manifesta ancora una volta il volto orribile della guerra, sempre crimini brutali, inutili bagni di sangue, la ferocia contro i civili inermi, i bambini e ora con questa nuova escalation il rischio nucleare è ancora più vicino, anche per un semplice errore. L’accelerazione degli eventi è tale che può accadere di tutto».

«Non si sta mettendo lo stesso impegno nel negoziato di pace, di quello che si sta mettendo per inviare armi» ha detto «la pace è sempre possibile, in qualsiasi momento e anche una pace forzata e ad ogni costo può dare i suoi frutti». «Chiediamo la rottamazione di tutte le armi nucleari» ha aggiunto Mario Busti, ponendo l’accento sull’importanza della cultura e delle giovani generazioni per attuare un cambiamento. «La cultura è l’arma contro la guerra – ha spiegato in conclusione – e i giovani possono e devono essere i protagonisti di questo cambiamento».

La presidente Anpi Comitato regionale Marche, Nicia Pagnani ha ricordato nel suo intervento «esattamente un anno fa eravamo in questa stessa piazza, per chiedere quello che chiediamo anche oggi: un impegno per la pace e uno stop alla guerra. Già avevamo avuto sentore dallo scorso anno che la guerra non si può risolvere con strumenti di guerra, ma con strumenti di pace».

Pagnani ha ricordato che Anpi «è stata attaccata con violenza per le sue posizioni. Ci hanno accusato di essere filo-putiniani, ma non è così. Già un anno fa chiedevamo alle Nazioni Unite e all’Unione Europea di prendersi la responsabilità dei propri ruoli istituzionali e di costruire tavoli di trattative per la pace» una richiesta ribadita anche nella manifestazione di oggi.

«Dobbiamo avere la capacità di allargare il nostro sguardo al mondo, ai tanti conflitti che purtroppo animano questa Terra – ha detto il segretario generale Cgil Marche Giuseppe Santarelli, che in Piazza Cavour ha parlato a nome dei sindacati che hanno aderito alla manifestazione – .Il movimento per la pace, dopo anni di difficoltà nell’ultimo anno ha ripreso vita, credo che dobbiamo ripartire da qui». Secondo i sindacati è necessario «costruire percorsi che tengano insieme voci di pace, mettendo da parte anche le differenze che ci sono tra di noi e le diverse sensibilità, facendo prevalere la comune volontà di affermare che la guerra si deve fermare, si deve fermare il massacro in Ucraina come si devono fermare tutti i conflitti nel mondo».

«È molto importante stare qui per manifestare e rendere la pace sempre più possibile, perché penso che sia un fattore di educazione – ha detto Lorenzo Tarsetti di Acu Gulliver Ancona – la gente ha bisogno di essere educata alla pace. le armi non servono a nulla e in guerra non c’è mai un vincitore, c’è solo chi perde di più e chi perde di meno». Secondo il giovane studente «la cultura della pace» è fondamentale.