Ancona-Osimo

Ancona, 50 anni fa il terremoto. Farabollini (geologi Marche): «Da quel fatto una svolta nella prevenzione»

Sono passati 50 anni dalla scossa del 14 giugno 1972, la più forte della lunghissima sequenza che sconvolse la vita a partire dal 25 gennaio di quello stesso anno. Cerimonia alle Muse

(Foto: Ufficio stampa Vvf Marche)

ANCONA – Ancona ricorda il sisma del 1972. È stata scoperta questa mattina, martedì 14, in Comune la targa commemorativa dedicata al sindaco del terremoto Alfredo Trifogli. Simbolica la data scelta. Il 14 giugno 1972 si verificò infatti la più forte delle scosse che quell’anno colpì la città: decimo grado della scala Mercalli, dopo uno sciame sismico che perdurava dal 25 gennaio con scosse forti e continue, che avevano già messo a dura prova gli abitanti di Ancona.

«Trifogli – ha detto la sindaca Valeria Mancinelli – è ricordato per la sua grandissima personalità, per quello che è riuscito a costruire nella città e soprattutto per il suo impegno nella fase dell’emergenza e della ricostruzione dopo il terremoto». Sono passati 50 anni dalla scossa del 14 giugno 1972, la più forte della lunghissima sequenza da oltre 500 scosse che sconvolse la vita di Ancona a partire dal 25 gennaio di quello stesso anno. In quel giorno di fine primavera il sisma fu di magnitudo 4,7 e, appena due ore più tardi, ne sarebbe arrivata un’altra da 4,4. Quella sera agli anconetani sembrò che l’incubo non dovesse finire mai. Invece, come presto si scoprì, quell’evento segnò la fine della sequenza. 

Seppure nessun cittadino morì a causa dei crolli, i danni agli edifici furono ingenti e diffusi e gli sfollati furono circa 30mila, ospitati in tende, alcuni in vagoni ferroviari, in palestre e anche su una nave, la Tiziano.

«Ricordare questo anniversario è doveroso – commenta il presidente dell’Ordine dei Geologi delle Marche, Piero Farabollini – perché quegli eventi segnarono una svolta, a livello nazionale, sia nel modo in cui monitoriamo i terremoti ma anche in termini di prevenzione. Quello di Ancona fu infatti uno dei primi monitoraggi sismici su vasta scala nel nostro Paese, con un’ampia rete sismometrica cui seguì un’importante indagine di microzonazione dell’intero territorio anconetano. Una tecnica che, con mezzi diversi, ancora è di straordinaria importanza per la mappatura dei territori a rischio sismico».

«Naturalmente in questo mezzo secolo – continua Farabollini – i progressi scientifici e tecnologici sono stati notevoli e crediamo che una forte spinta alla ricerca italiana sia arrivata proprio dai fatti di Ancona, ancora ricordati con dolore dalla popolazione». Che prosegue: «Tuttavia, è ancora lunga la strada che il nostro Paese deve percorrere per maturare una piena consapevolezza del rischio sismico – ammonisce il presidente dei geologi marchigiani – che come sappiamo, nell’Italia appenninica è molto marcato. Pensiamo ad esempio all’edilizia antisismica, che ha raggiunto standard molto elevati ma che in Italia neanche i bonus e gli incentivi statali sono finora riusciti a far veramente decollare. Se l’edilizia antisismica fosse molto più diffusa, una sequenza come quella che colpì Ancona nel 1972 oggi provocherebbe danni molto più lievi».

E conclude: «Ancora una volta vogliamo ribadire il ruolo vitale della ricerca, in merito alla quale figure professionali come i geologi risultano insostituibili. Non dimentichiamoci che non c’è prevenzione sismica senza una migliore conoscenza del nostro sottosuolo. E in questo senso il lavoro che ci aspetta, e che quotidianamente svolgiamo, è ancora lungo. Ma non possiamo farlo in modo adeguato senza finanziamenti e senza l’appoggio delle istituzioni. È proprio nei momenti “di pace” che bisogna profondere il massimo impegno nella riduzione del rischio, per far sì che le emergenze accadano sempre più di rado. Non accendiamo il faro su ricerca e prevenzione solo durante gli anniversari o, peggio, dopo una tragedia».

La targa dedicata al sindaco Trifogli nel Municipio dorico

E oggi, 14 giugno, giornata ricca di appuntamenti per l’anniversario del tragico evento nel capoluogo dorico. Questa mattina la targa commemorativa dedicata al sindaco Alfredo Trifogli. Alla peesenza Erano della moglie e della figlia Nicoletta e Arianna. Le manifestazioni poi in ricordo del sisma proseguono nel pomeriggio con un appuntamento alle Muse. L’evento si aprirà con la presentazione degli ospiti, con i saluti istituzionali della sindaca Valeria Mancinelli, del capo dipartimento Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri Fabrizio Curcio, del prefetto Darco Pellos e di un rappresentante della Regione. Sarà poi proiettato un video con i ricordi del sisma, curato dal giornalista Claudio Sargenti.

La manifestazione si chiuderà con la consegna degli attestati di benemerenza ai cittadini e alle istituzioni che hanno prestato la loro opera nei momenti dell’emergenza e della ricostruzione e con il concerto della Banda del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, diretta da Donato Di Martile.

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