Ancona-Osimo

Clima e guerre, ad Ancona tornano Fridays For Future. Documento per transizione ecologica al presidente dell’Authority

A spingere il colorato corteo di studenti, bambini e persone di tutte le età, a scendere in piazza, è la commistione che si è venuta a creare tra transizione ecologica legata ai fondi del Pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza) e la guerra in Ucraina

I Fridays For Fuure in sciopero ad Ancona (Immagine trattaa da https://www.facebook.com/fridaysforfuturean)

ANCONA – A due anni dall’ultimo corteo i Fridays For Future sono tornati a scioperare ad Ancona. A spingere il colorato corteo di studenti, bambini e persone di tutte le età, a scendere in piazza, muovendosi da Porta Pia entrando fino al porto di Ancona, è la commistione che si è venuta a creare tra transizione ecologica legata ai fondi del Pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza) e la guerra in Ucraina. Allo sciopero hanno preso parte una settantina di persone.

«Guerra e crisi climatica sono fortemente interdipendenti – spiega Filippo Chiusaroli, uno degli organizzatori dello sciopero per il clima – più guerre ci sono e più peggiora il clima. In questa fase ci preoccupa molto la “finta” transizione ecologica su cui si sta orientando l’Europa, più una operazione di greenwashing (di facciata, ndr) che un passaggio reale. Si sta puntando al gas che è comunque una fonte fossile che oltre a non essere sostenibile crea disoccupazione, causando una diminuzione dei posti di lavoro, mentre la transizione verso fonti rinnovabili andrebbe a creare occupazione».

I Fridays For Future ad Ancona hanno chiesto «azioni più concrete nella mitigazione dell’emergenza climatica – spiega – ma non potevamo non portare in piazza il tema ella transizione energetica legato alla guerra: c’è una forte connessione tra combustibili fossili e conflitti per l’accaparramento delle risorse. L’estrazione del fossile in particolare porta molta tensione, in questo senso è importante uscire dalle fonti fossili perché questo significa ridurre i conflitti internazionali».

A livello locale una delegazione di attivisti è stata ricevuta dalla dirigente del Demanio dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale Giovanna Chilà alla quale hanno consegnato una lettera per il nuovo presidente dell’Authority, Vincenzo Garofalo, nella quale hanno messo nero su bianco una serie di richieste per ridurre le emissioni prodotte da quella che nelle Marche è la prima attività economica, quella portuale.

Nel mirino dei Fridays For Future, smog, inquinamento acustico e la vicina raffineria Api. Tra le richieste poste sul tavolo del presidente Garofalo quella di accelerare sull’elettrificazione delle banchine, di favorire la mobilità interna a “impatto 0”, di arrestare il processo costruzione della nuova banchina per grandi navi.

«Il porto, insieme alla raffineria – si legge nel documento consegnato al presidente dell’Authority – , oltre ad essere uno dei maggiori poli inquinanti, è anche una grande sorgente di profitto. Ma il profitto è sempre di pochi mentre la salute è di tutti. Aiutateci a combattere affinché chi può ed è in potere di farlo intervenga per l’adattamento dei mezzi e delle infrastrutture».

© riproduzione riservata