Ancona-Osimo

Balneari, la Corte di giustizia Ue boccia il rinnovo automatico delle concessioni. Montagnoli (Sib): «Ora sta al Governo»

La Corte di giustizia dell'Unione Europea si pronuncia sulle concessioni balneari: «L'Italia deve applicare le norme europee». Il commento del sindacato italiano balneari

Marcelli di Numana

ANCONA – No al rinnovo automatico delle concessioni. Lo ha stabilito la Corte di giustizia europea esprimendosi su una vertenza che coinvolge l’Autorità italiana garante della concorrenza e del mercato e il Comune di Ginosa (Taranto). I giudici europei hanno ribadito che «le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente».

Inoltre hanno stabilito che «i giudici nazionali e le autorità amministrative italiane sono tenuti ad applicare le norme pertinenti» del diritto europeo «disapplicando le disposizioni nazionali non conformi». Insomma la direttiva Bolkestein che prevede la messa all’asta delle concessioni balneari va applicata e la commissione europea ha annunciato un monitoraggio sulla situazione italiana.

Una sentenza che Romano Montagnoli, presidente del sindacato italiano balneari (Sib) accoglie evidenziando che «il presupposto per l’applicazione della direttiva Bolkestein alle concessioni demaniali marittime ad uso turistico ricreativo è la scarsità di risorsa e cioè l’impossibilità del rilascio di nuove concessioni» e che questa deve «essere valutata combinando un approccio generale con una valutazione caso per caso. Sotto questo aspetto la Corte smentisce il Consiglio di Stato».

Una valutazione importante «per la possibile soluzione che resta di esclusiva prerogativa del nostro Stato – osserva -. Ora il Governo acceleri nella ricognizione delle concessioni demaniali marittime vigenti per la verifica della scarsità della risorsa».

Insomma, se da un lato la sentenza è «sostanzialmente in linea con la sentenza Promoimprese del 2016 circa il discorso gare, ci sono elementi di novità circa lo stabilire di come valutare la scarsità delle risorse che preferibilmente dovrebbe essere armonizzato con criteri nazionali integrato da quelli territoriali e soprattutto dovrà stabilirlo il legislatore e non il giudice (con tutto quello che ne consegue). Ora – conclude – sta al governo ottemperare le legittime esigenze di concorrenza con le altrettante legittime aspettative di una categoria che vuole solo continuare a lavorare con un orizzonte temporale fatto di certezze e non come questi ultimi 13 anni».

«Speriamo che il lavoro di mappatura dia un buon esito – spiega Luca Paolillo, presidente dell’associazione bagnini della Riviera del Conero – : a livello nazionale dovrebbero esserci molte spiagge che ancora non sono in concessione, per cui non crediamo ci sia una scarsità di risorsa».

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