Ancona-Osimo

False vaccinazioni, l’infermiere sentito in Procura, il legale: «Atteggiamento collaborativo e chiarificatore»

L'uomo, accusato di false vaccinazioni al Paolinelli di Ancona, per far ottenere a persone richiedenti il Green pass senza aver ricevuto l'inoculazione del siero, in cambio di denaro, è stato sentito ieri in Procura dal pm

Nelle immagini il momento in cui il siero viene gettato nel cestino (Foto: Polizia di Stato di Ancona)

ANCONA – «Ha continuato a tenere un atteggiamento collaborativo e chiarificatore» l’infermiere Emanuele Luchetti, coinvolto nell’inchiesta dove è accusato di finte vaccinazioni che sarebbero state eseguite all’hub Paolinelli di Ancona, allo scopo di far ottenere a persone richiedenti il Green pass senza aver ricevuto l’inoculazione del siero, in cambio di denaro. Lo fa sapere l’avvocato Marta Balestra, che ne ha assunto la difesa. 

Luchetti, arrestato dalla Squadra Mobile di Ancona il 10 gennaio, nella giornata di ieri – 14 gennaio – è stato sentito in Procura dal pm Ruggiero Dicuonzo, un colloquio durato più di un’ora che segue l’interrogatorio di garanzia del gip del 13 gennaio, quando gli era stato chiesto se intendeva sottoporsi ad altro interrogatorio e l’infermiere, come riferisce il suo legale, aveva dato la sua disponibilità.

Tanti i punti da chiarire nell’inchiesta che vede 50 misure cautelari spiccate nei confronti di altrettante persone, fra le quali oltre all’infermiere, figurano due avvocati, due imprenditori, un dipendente di un supermercato e anche chi ha chiesto di avere il Green pass senza farsi inoculare il vaccino. Da chiarire il ruolo degli intermediari, al momento 4 quelli individuati.

L’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Ancona e condotta della Squadra Mobile però non si è ancora conclusa e ci sarebbero almeno una ventina di nuovi indagati a piede libero. Esisterebbe infatti una lista sulla quale l’infermiere avrebbe rendicontato alcune vaccinazioni, che lascerebbe supporre l’avvio delle vaccinazioni fittizie in un periodo precedente a quello in cui iniziò il monitoraggio degli uomini della Squadra Mobile.

Sulla eventuale sospensione dell’infermiere, dipendente del Centro di Salute mentale di Ancona, il direttore regionale Asur Marche, Nadia Storti, ieri ha riferito ai giornalisti: «C’è il segreto istruttorio, aspettiamo gli atti della magistratura».

Davanti al gip Luchetti aveva sostenuto di essere «solo un anello della catena e non certamente l’organizzatore» e di aver «ceduto alle pressioni ricevute da coloro i quali hanno messo in piedi questo meccanismo», asserendo di esservi stato spinto da «perduranti problemi economici».

Inoltre aveva chiamato in causa il medico che avrebbe messo gli inquirenti sulla pista delle false vaccinazioni, sostenendo, stando a quanto aveva riferito il legale difensore Balestra: «è dimostrato che quando poi un medico» «si è reso fintamente disponibile, gli episodi hanno subito un incremento, in quanto Lucchetti si è sentito appoggiato».

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