Ancona-Osimo

Cani maltrattati e mutilati, certificazioni veterinarie false: 40 persone denunciate

L'operazione ha coinvolto Ancona, Macerata, Cosenza e Matera. Sono 11 i veterinari e 29 gli allevatori coinvolti per maltrattameno, falso pubblico e traffico illecito di animali da compagnia

I Carabinieri Forestali mentre controllano i cip dei cani

ANCONA – L’hanno voluta chiamare non a caso “Operazione Crudelia De Mon”, ispirandosi all’antagonista dei Dalmata de “La carica dei 101”, per la crudeltà con cui venivano trattati i cani. I carabinieri del Corpo Forestale di Ancona hanno sgominato un’organizzazione criminale dedita al maltrattamento di animali, traffico internazionale di cuccioli, certificazioni veterinarie false ed esercizio abusivo della professione.

I numeri sono impressionanti: 40 le persone denunciate per aver compiuto 52 amputazioni illegali di orecchie e coda di cani; 41 i cani illegalmente commercializzati con documenti falsi e privi di vaccino antirabbico; 29 gli allevatori di razze pregiate come pittbull, dogo argentino, cane corso (residenti in 9 regioni) e 11 veterinari denunciati a vario titolo per maltrattamento, falso in atto pubblico, traffico illecito di animali da compagnia, abusivo esercizio della professione veterinaria, uso di atto falso. Un’operazione complessa che ha portato, nei giorni scorsi, i Carabinieri Forestali del Nucleo CITES di Ancona alla conclusione delle indagini preliminari, durate oltre due anni e dirette dalla Procura della Repubblica di Ancona.

Amputazioni vietate e violente ai cani

«Un’operazione molto impegnativa per noi – commenta il comandante del Nucleo Cites dei Carabinieri Forestali di Ancona colonnello Simone Cecchini – poi va considerato che in tutto il territorio dell’Unione Europea, a seguito dell’entrata in vigore della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia (conclusa a Strasburgo il 13 novembre 1987, ratificata e resa esecutiva in Italia con legge 4 novembre 2010 n. 201) è vietata l’amputazione delle orecchie e della coda dei cani eseguita per i soli fini estetici. Delle nostre indagini è emerso che 16 allevatori di razze canine e 4 medici-veterinari residenti nelle Provincie di Ancona, Macerata e Cosenza sono risultati coinvolti in 52 amputazioni illegali delle orecchie e della coda di cani corso, pittbull e dogo argentino, eseguiti tra il 2017 e il 2019». Interventi di amputazione che sarebbero stati giustificati ai carabinieri con certificati veterinari falsi, scritti dagli stessi veterinari ed attribuiti a veterinari residenti all’estero risultati inconsapevoli degli interventi eseguiti oppure inesistenti.

Uno dei cani con le orecchie tagliate per renderlo dall’aspetto più aggressivo.

«Gli interventi di conchectomizzazione  (cioè amputazione delle orecchie) per soli motivi estetici – conclude Cecchini – conferiscono un aspetto più aggressivo agli animali. Venivano eseguiti per introitare i guadagni ottenuti dalle amputazioni veterinarie, pari a circa 200 euro per esemplare, ma anche per rendere i cani più appetibili agli acquirenti stranieri, in paesi nei quali il taglio delle orecchie e della coda non è consentito». Pertanto sono stati sequestrati a seguito di perquisizioni presso 4 allevatori di cani corso e pittbull, residenti nelle provincie di Ancona e Bari, sia timbri veterinari falsi che certificati veterinari in bianco, pronti per essere compilati e ceduti agli acquirenti dei cani a corredo delle amputazioni. Oltre 40 amputazioni illegali sono state attribuite ad una veterinaria con ambulatorio in provincia di Macerata che risultava operare in un locale adibito ad ambulatorio, situato presso un allevamento di cane corso in Provincia di Ancona.

Certificazioni false e importazioni illegali

Sono stati denunciati complessivamente 17 allevatori di razze canine e 7 veterinari per aver prodotto 77 certificati falsi, tra cui 20 certificati veterinari di amputazioni dei cani e 57 libretti sanitari, passaporti e certificati per il transito di animali da compagnia, documenti tutti falsificati al fine di poter esportare e importare illegalmente cuccioli al di sotto dell’età consentita dalle leggi dei Paesi di destinazione. In particolare sono state accertate 34 esportazioni all’estero, principalmente in USA, di cuccioli di razza corso e mastino napoletano al di sotto dell’età consentita dalla legge, con cani non vaccinati contro la rabbia, documenti falsi attestanti la vaccinazione avvenuta e una data di nascita diversa da quella effettiva. Si è riscontrata inoltre l’importazione illegale di 5 cani di razza american pittbull terrier, bulldog, golden retriever, importati in cinque diverse occasioni in Italia, dagli USA, sotto i tre mesi di età e senza vaccino antirabbico. Inoltre ben 59 documenti falsi sono stati attribuiti a 6 veterinari con sede in Ancona, Napoli, Viterbo e Matera.

I Carabinieri Forestali del Cites con uno dei cani sequestrati

Nei guai veterinari e trasportatori

Due veterinari con ambulatorio in Provincia di Macerata sono stati denunciati in concorso con altri due allevatori per il reato di “esercizio abusivo della professione veterinaria” per aver fornito vaccini e microchip agli allevatori che hanno poi eseguito illecitamente le inoculazioni, pratiche demandate esclusivamente ai medici veterinari. Denunciati anche un trasportatore ed allevatore di cani, residente a Bari, per aver falsificato in concorso con altri allevatori e veterinari, i documenti per esportazione di 30 cani di razza corso, bassotto, mastino napoletano, verso gli Usa e per aver importato dagli Usa 5 cani di razza american pittbull terrier, bulldog, golden retriever con documenti falsi, sotto i tre mesi di età e senza vaccinazione antirabbica configurando il reato di “traffico illecito di animali da compagnia”.

Rinvenuti durante le perquisizioni a casa dell’allevatore, etichette false di vaccino antirabbico, documenti di esportazione e libretti sanitari falsi. I reati contestati ai 40 soggetti sono tutti di natura delittuosa, e sono puniti con reclusione fino a 18 mesi per il traffico di animali da compagnia e maltrattamento e con reclusione fino a tre anni prevista per l’esercizio abusivo di professione, oltre a pesanti multe.

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