Ancona-Osimo

Agugliano, novità a quattro anni e mezzo dalla morte di Huub Pistoor

La Procura ha notificato all'avvocato della famiglia il decreto di citazione a giudizio per il conducente del camion con rimorchio già condannato per l'omicidio stradale dell'olandese

Huub Pistoor

AGUGLIANO – «Un passo in avanti. La Procura di Ancona ha notificato al nostro avvocato il decreto di citazione a giudizio per il conducente del camion con rimorchio già condannato per l’omicidio stradale di Huub Pistoor». Ad affermarlo la compagna dell’ingegnere olandese morto nell’incidente stradale del marzo 2019 ad Agugliano. «Subito dopo il patteggiamento avevamo presentato una denuncia in quanto la Procura non aveva preso in considerazione un altro grave capo di imputazione: l’omissione di soccorso. Ci sarà un’udienza e il conducente dovrà spiegare perché non si è fermato e perché non ha chiamato i soccorsi, arrivati poco dopo solo grazie all’intervento tempestivo e alla telefonata di un’automobilista che si trovava in quel momento dietro al rimorchio. Lei aveva temuto che ci fosse alla guida un ubriaco vedendo che il mezzo invadeva improvvisamente la corsia opposta per poi accorgersi con sgomento che non c’era alcun conducente ma era un rimorchio fuori controllo senza motrice». L’omissione di soccorso è un reato particolarmente grave: «Non potevamo tollerare che si tralasciasse di approfondire questo aspetto fondamentale. È un obbligo di legge ma dovrebbe essere sentito come un obbligo morale. Sono purtroppo tanti i casi in cui i conducenti scappano. Nella maggioranza dei casi vengono poi individuati e devono rispondere anche di questo reato. Proprio alcuni giorni fa un ragazzo di 13 anni in Veneto è stato investito da un automobilista che non si è fermato. Più tardi alcuni passanti hanno notato il ragazzo sul ciglio della strada e hanno allertato il 118. Era troppo tardi, i medici dell’ospedale di Borgo Trento a Verona hanno affermato che se il conducente avesse chiamato subito i soccorsi, il ragazzo si sarebbe potuto salvare. Sui giornali continuiamo a leggere “pirata della strada”, una delle espressioni che deresponsabilizzano come tante altre che si usano nella narrazione sbagliata degli scontri stradali. Nel nostro caso abbiamo letto anche “rimorchio killer” e “camion impazzito”. L’udienza sarà tra oltre un anno, una ulteriore conferma della lentezza della giustizia in Italia. E si prova amarezza pensando che non ci sarebbe stata senza il nostro esposto. Ci vuole davvero una grande tenacia e resistenza e non dovrebbe essere così. Attendiamo inoltre l’esame della Cedu, Corte Europea dei diritti dell’Uomo di Strasburgo che ha accolto il nostro ricorso richiamando lo Stato italiano riguardo all’archiviazione e al sistema di revisione dei mezzi pesanti».

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