Ancona-Osimo

Ancona, carcere di Montacuto: tre agenti di polizia penitenziaria aggrediti

Il detenuto, un extracomunitario, si è scagliato contro i poliziotti, prendendoli a calci, pugni e morsi. Silvestri del Sappe: «Situazione ormai al collasso di tutto il sistema penitenziario italiano»

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Il carcere di Montacuto ad Ancona

ANCONA – Tre agenti di polizia penitenziaria aggrediti nel carcere di Montacuto. Il fatto è avvenuto nel pomeriggio di venerdì 25 ottobre ma la notizia è stata riferita dal Sappe Marche (Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria) solo in questi giorni. A scagliarsi contro i poliziotti, prendendoli a calci, pugni e morsi, un detenuto nigeriano che condivide la cella con altri tre reclusi. I compagni di cella dell’uomo avrebbero chiamato gli agenti di polizia penitenziaria perché il detenuto non si alzava dal letto, aveva un atteggiamento scontroso nei loro confronti e non provvedeva all’igiene personale.

Una volta che gli agenti sono entrati nella cella per chiedere al detenuto spiegazioni sul suo atteggiamento, l’uomo avrebbe reagito scagliandosi contro i 3 poliziotti e procurando loro contusioni e ferite che ne hanno reso necessario l’intervento dei medici del pronto soccorso di Torrette che li hanno giudicati guaribili con 5 giorni di prognosi. Il recluso è stato denunciato per aggressione.

Un caso non isolato quello di Ancona che riaccende i riflettori sulla questione dei detenuti che avrebbero necessità di essere gestiti in strutture adeguate, come osserva il Sappe, che evidenzia che dopo la chiusura degli ospedali penitenziari psichiatrici, non ci sono strutture in grado di garantire nel contempo custodia e cura.

«Agli agenti intervenuti va tutta la vicinanza del Sappe – spiega il responsabile Nicandro Silvestri – il quale denuncia come tutto ciò sia sintomatico di una situazione ormai al collasso di tutto il sistema penitenziario italiano, in particolar modo negli istituti di pena come quello di Ancona Montacuto, Pesaro e Ascoli dove il personale di polizia penitenziaria oltre che a garantire la sicurezza e la legalità all’interno degli istituti deve vigilare e gestire, a seguito della scelta di chiudere gli Opg, anche persone detenute con problemi psichiatrici e con problemi di personalità».

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