Ancona-Osimo

Aggiornamento congiunturale economico di Banca d’Italia: Pil Marche + 8,5% nel primo semestre

L'economia marchigiana segna un'importante ripresa nei primi sei mesi del 2021. A fare da traino sono soprattutto le costruzioni, la meccanica e i mobili

Un momento della presentazione dell'aggiornamento congiunturale nella sede di Ancona della Banca d'Italia

ANCONA – L’economia marchigiana è in netta ripresa dopo la forte crisi del 2020, innescata dalla pandemia. Nel primo semestre del 2021 il Pil della regione segna un 8,5%, un dato che rappresenta un record di crescita nella storia delle Marche e che oltrepassa il dato nazionale che non si scosta dal 6%.

Sono i dati relativi all’aggiornamento congiunturale dell’economia delle Marche di Banca d’Italia (novembre 2021), illustrati questa mattina ad Ancona dal direttore della sede dorica Gabriele Magrini Alunno e dal titolare della Divisione Analisi e ricerca economica territoriale Giacinto Micucci.

La crescita del prodotto interno lordo giunge dopo il tonfo, – 13,5%, registrato dall’economia regionale nel 2020, quando la perdita aveva toccato quota 9%. In ogni caso il livello del Pil prodotto resta però ben al di sotto di quello pre-Covid. Se nel primo trimestre l’attività economica è stata ancora frenata dalla pandemia e dalle limitazioni imposte per contrastare la diffusione del virus, nel secondo e nel terzo trimestre si è osservata una consistente ripresa, spinta dal miglioramento della situazione sanitaria, legato alla campagna vaccinale che ha portato all’allentamento delle misure restrittive.

La ripresa ha interessato soprattutto l’edilizia, che vola grazie al Superbonus e alla ricostruzione post sisma, la meccanica e i beni per la casa (mobili), mentre il calzaturiero resta un settore penalizzato, e segna solo una modesta crescita dopo il calo forte registrato nel 2020. Le costruzioni nel primo semestre hanno segnato un forte incremento superiore a quello pre-Covid. In netta ripresa anche le transazioni immobiliari che segnano un +63,3%.

Le esportazioni sono tornate a crescere del 20,5% nel primo semestre, recuperando quasi lo scivolone del 2020. Il comparto meccanico in tal senso è tornato a salire, specie nelle esportazioni verso i Paesi extra europei. Nel terziario, il commercio ha visto un impatto positivo dalla ripresa della spesa delle famiglie e da una stagione turistica estiva positiva, trainata dalla marcata specializzazione delle Marche nella componente domestica. In crescita anche il traffico merci portuale.

Tra le criticità affrontate dalle imprese quella del rifornimento delle materie prime, un nodo che ha riguardato il 60% delle industrie, specie della meccanica e della componentistica elettronica. Un fattore che ha causato ritardi nelle consegne per il 70% delle imprese. Questo ha anche fatto lievitare i prezzi di vendita con una riduzione dei margini di profitto tra il 45% e il 60% delle aziende.

Nonostante ciò il 53% delle imprese analizzate da Banca D’Italia, prevedono un aumento di fatturato nei prossimi mesi. La redditività delle imprese è tornata a rafforzarsi e il fabbisogno finanziario delle imprese è stato contenuto dagli elevati livelli di liquidità che erano stati accumulati: nel primo semestre del 2021 la domanda di credito si è indebolita, in presenza di un orientamento dell’offerta rimasto accomodante, e la crescita dei prestiti ha progressivamente rallentato.

Da sinistra Magrini Alunno e Micucci

Le condizioni del mercato del lavoro sono migliorate dal secondo trimestre, anche se i livelli occupazionali restano inferiori a quelli antecedenti la pandemia. A crescere sono soprattutto le assunzioni a tempo determinato. A partire da giugno, nel settore privato il saldo cumulato tra assunzioni e cessazioni di rapporti di lavoro dipendente ha superato i valori del 2019. La creazione netta di nuove posizioni lavorative è avvenuta principalmente attraverso contratti a tempo determinato e ha riguardato soprattutto il settore dei servizi, specialmente quelli legati alle attività turistiche e ricreative che più avevano subito gli effetti della crisi sanitaria.

Il ricorso agli ammortizzatori sociali, sebbene ancora su livelli storicamente elevati, si è significativamente ridotto.
Il miglioramento delle condizioni nel mercato del lavoro e l’evoluzione favorevole del quadro epidemiologico hanno favorito la ripresa dei consumi e quella, più intensa, delle transazioni immobiliari. La domanda di credito da parte delle famiglie si è rafforzata, incontrando condizioni di offerta distese: ne è derivata un’espansione dei prestiti, dopo il brusco rallentamento del 2020.

Nel complesso, i prestiti in regione (includendo sia le imprese, sia le famiglie) nel primo semestre del 2021 sono aumentati a un ritmo inferiore a quello del 2020: la decelerazione dei prestiti alle imprese ha più che bilanciato l’accelerazione di quelli alle famiglie. Gli indicatori della qualità del credito non hanno ancora risentito degli effetti della crisi pandemica, anche grazie alle misure governative di sostegno all’economia, alla politica monetaria accomodante e alle indicazioni delle autorità di vigilanza agli intermediari sui criteri di classificazione dei prestiti. I depositi hanno continuato a espandersi notevolmente, specie nella componente più liquida.

In diminuzione anche il ricorso alla cassa integrazione e al fondo di solidarietà che scendono del -29,2%, mentre restano significative le misure di sostegno come Reddito di cittadinanza, Pensione di cittadinanza e Reddito d’emergenza, con 25 mila famiglie che ne beneficiano, un 3,9% contro il 7% della media nazionale.

Il direttore della sede di Ancona di Banca D’Italia, nella sua riflessione sulla congiuntura economica, ha evidenziato che se c’è un insegnamento lasciato dalla pandemia è quello che avere «fornitori orientali non funziona» così come avere i magazzini vuoti, elementi che hanno giocato negativamente sulla ripresa.

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