Ancona-Osimo

A 82 anni guarisce dal Covid-19. Dimesso dall’Inrca dopo un mese di ricovero

Il racconto di Nanni Gobbi, uscito dall’ospedale tra gli applausi di infermieri e dottori: «È stato un calvario ma ce l’ho fatta. Posso finalmente riabbracciare la mia famiglia»

ANCONA – «Nanni, ti abbiamo ripreso per i capelli. Così mi hanno detto gli infermieri e i medici dell’Inrca quando sono guarito». Inizia da qui il racconto di Nanni Gobbi, 82enne residente nella frazione del Poggio di Ancona, uscito dal tunnel del Covid-19 dopo un ricovero di 31 giorni presso l’ospedale dell’Inrca. Un mese che è sembrato un’eternità, in lotta contro un nemico duro da sconfiggere.

«È stato un calvario – ci dice – e pensare che l’ospedale finora non l’avevo mai visto. Ma sono sempre stato un tipo grintoso e alla fine ce l’ho fatta». I primi sintomi del Coronavirus sono arrivati all’inizio di marzo, con diversi giorni di febbre che non accennava a scendere. Alla fine, dopo un consulto medico, la decisione di chiamare il 118 e il ricovero all’Inrca di Ancona. Responso: positività al Covid-19 e polmonite acuta. «Quando l’ho visto andar via sull’ambulanza mi si è chiuso il cuore e mi sono messa a piangere – confida la moglie Lucilla – non potevo accompagnarlo in ospedale e ho pensato al peggio. Dopo la prima settimana le sue condizioni sono peggiorate ed è stato intubato. All’inizio Nanni non voleva, siamo stati noi familiari a dare il consenso. Ricordo quando ci hanno chiamato i medici, era rimasto un solo respiratore in reparto e Nanni era in pericolo di vita. Abbiamo preso la decisione giusta. La settimana dopo è stato estubato e gli hanno messo una mascherina. A quel punto pian piano ha ricominciato a respirare autonomamente».

Nei reparti Covid le visite in ospedale sono ovviamente vietate, ma i familiari di Nanni hanno trovato lo stesso il modo di stargli vicino e trasmettergli il proprio affetto. «Ero al piano terra – spiega Gobbi – e mio figlio tutti i giorni dopo il lavoro veniva vicino alla finestra della mia stanza e da lì riuscivo a vederlo attraverso il vetro. Poi con le videochiamate dal cellulare mi potevano vedere anche mia moglie e i miei nipoti».

All’uscita dall’ospedale, Nanni è stato abbracciato e salutato con affetto da tutto il personale medico dell’Inrca. «È stata una festa – spiega – con infermieri e medici ci siamo fatti le foto insieme nel corridoio. Mi hanno detto: “sei stato fortunato, ti abbiamo ripreso per i capelli”. Quando sarà tutto finito li andrò a trovare e di nuovo li ringrazierò per tutto quello che hanno fatto».

Ora c’è da affrontare un lungo e graduale periodo di recupero a casa, per riprendere la forma ideale. «Sono dimagrito di 10 chili – ci dice – all’inizio è stato difficile anche ricominciare a muoversi. Ma ora sto bene, mangio come un leone. Appena mi rimetto in forze voglio tornare alle mie attività, ero custode di una villa qua al Poggio, voglio andare a dargli un’occhiata».
Dopo un mese di Covid-19, la tempra è ancora quella dei tempi migliori.

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