Senigallia

Processo Banca Marche, Popolare Vicenza e alluvione Senigallia: solidarietà e vicinanza all’avvocato Canafoglia

Bello: «Meglio criticare la Nazionale di calcio per non essersi qualificata ai mondiali invece di esaminare gli argomenti dei risparmiatori beffati, dei cittadini di Senigallia alluvionati o dei reati ambientali»

massimo bello

SENIGALLIA – Arriva da Massimo Bello la prima dichiarazione di vicinanza a Corrado Canafoglia, l’avvocato senigalliese a cui sono accaduti nelle ultime settimane tre episodi distinti che, solo per il momento, possono essere etichettati solo come tre forti coincidenze.

Il responsabile per le Marche dell’Unione Nazionale Consumatori e responsabile nazionale dell’associazione consumatori per il settore ‘costituzione di parte civile’ (assieme ai colleghi del suo studio legale sul lungomare Marconi di Senigallia) è al centro di tre fatti che stanno destando preoccupazione, anche perché avvenuti in prossimità di importanti episodi relativi al processo per il crack Banca Marche in cui è in qualche modo legata anche Bankitalia e per la questione della Banca Popolare di Vicenza.

«Non meno di qualche giorno fa – spiega Massimo Bello, presidente dell’associazione culturale e politica “Energie per Senigallia” – è stato oggetto di ‘tentativi di intrusioni notturne‘ e allo stesso tempo di ‘danneggiamento‘ di tutti i files contenuti nella ‘memoria’ dei pc del suo studio. Memoria completamente cancellata, distrutta, bruciata. I files contenevano documenti e fascicoli importanti, delicati. Ne ricordo solo alcuni: i crack di Banca Marche, Banca Veneta e Banca Popolare Vicenza, di cui l’avv. Canafoglia segue oltre 4.000 risparmiatori su tutto il territorio nazionale, che si sono costituiti ‘parte civile’ nei diversi processi appena avviati; i gravi reati ambientali legati alla gestione di rifiuti e commessi in varie parti d’Italia (Umbria, solo per citare una regione italiana); la tragedia dell’alluvione di Senigallia del maggio 2014, che vede ipotizzati una serie di reati gravissimi, dall’abuso in atti di ufficio a disastro ambientale».

Documenti importanti che per ora fanno parlare solo di coincidenza. «Una coincidenza? – si domanda Massimo Bello – Vero è che queste coincidenze sono più di tre. Un avvertimento? Non saprei, ma queste ‘azioni delittuose’ si manifestano quando ‘qualcuno’ desidera che non si parli dei fatti. Tutto deve tacere perché nessuno deve sapere, nessuno deve conoscere la verità dei fatti».

Ma quello che più dà fastidio a Massimo Bello è il silenzio che ha circondato e circonda in queste ore le vicende: «è disarmante, incomprensibile. Nessuno ha espresso una sua opinione al riguardo, né sui social tanto meno sui giornali, tanto meno da parte delle istituzioni locali; nessun accenno a solidarietà, nemmeno quella di rito; nessuna presa di posizione, nessun commento. Forse perché meglio è non affrontare certi ‘argomenti’ perché ‘ci si fa male, ci si brucia, è pericoloso’? Meglio parlare di altro, meglio attaccare Berlusconi o Renzi o Di Maio piuttosto che discutere e magari mettere sotto inchiesta Banca d’Italia per i crack di conosciuti istituti di credito che si sono concentrati in questo periodo; meglio criticare la Nazionale di calcio e occupare intere trasmissioni a scannarsi della non qualificazione dell’Italia ai Mondiali 2018 piuttosto che affrontare il tema dei ‘risparmiatori truffati’ oppure dei reati legati all’inquinamento ambientale e al ‘traffico illecito dei rifiuti, compresi anche quelli pericolosi’. Meglio discutere di sciocchezze varie piuttosto che soffermarsi sulla nota vicenda di quella tragica alluvione, che ha seminato paura, morte, insicurezze e avvisi di garanzia. Meglio parlare di altro – conclude Massimo Bello – perché fa meno paura, meno male e non costringe nessuno a prendere una vera e libera posizione di fronte a situazioni che sono vicine alle nostre case, alle nostre comunità».

 

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