Ascoli Piceno-Fermo

Ascoli, censurata la Traviata, il PD: «Chiediamoci perchè non siamo Capitale della Cultura»

No alla Traviata transgender. Ad Ascoli e a Fermo è stata censurata l'opera rivisitata dal regista Luca Baracchini dove la protagonista, Violetta è una donna transgenere

Il teatro Ventidio Basso di Ascoli (Immagine di repertorio)

ASCOLI PICENO – No alla Traviata transgender. Perlomeno ad Ascoli e a Fermo, dove le amministrazioni comunali hanno deciso di censurare l’opera lirica di Giuseppe Verdi in quanto nella versione rivisitata firmata dal regista Luca Baracchini la protagonista, Violetta, è una donna transgenere.

Uno “stop” dato prima dell’avvio dello spettacolo al Teatro Ventidio Basso di Ascoli e al Teatro dell’Aquila di Fermo dove per l’anteprima giovani  andrà in scena  in  una versione più ” light”, ossia solo in forma di concerto per i ragazzi delle scuole.

«Ho saputo solo dopo che era stata rivisitata in questo modo – ha detto il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro -. Ho deciso quindi che avremmo assistito con le scuole ad un’anteprima senza attori. Mi sono arrabbiato con la rete lirica, non ho capito come si sia potuto proporre uno spettacolo vietato ai minori di sedici anni nell’ambito di una rassegna scolastica. Ci sono anche studenti delle medie che vengono a vederlo, mi sembrava un po’ troppo. Ci siamo chiesti come risolvere la cosa e abbiamo trovato questa soluzione».

La reazione da parte del Partito Democratico ascolano è stata immediata.

«Ancora una volta Ascoli ha scelto di farsi riconoscere per il suo bigottismo in termini culturali. Ma non è sola, è ben accompagnata da Fermo, un’altra città che sta mettendo a pieno i valori oscurantistici della destra – ha tuonato il capogruppo e segretario provinciale del partito, Francesco Ameli -. Le amministrazioni di Ascoli e Fermo hanno infatti scelto di censurare “La Traviata”  per le recite rivolte al pubblico under 30 (principalmente superiori e medie) perché sulla scena Violetta viene raffigurata come una transgender, o meglio con un mimo a fianco del personaggio femminile.

Un consiglio agli amministratori locali: le regie vanno lette e viste prima di censurarle. 

Un’opera concertata è sicuramente interessante, ma senza regia è assolutamente un’occasione persa! Che ne sarà del pathos che si genera con i costumi, con i movimenti e con le luci?? Tutto in soffitta per ideologia!

Paradossale se si pensa che quest’opera ha vinto un concorso nel 2021 proprio per under 35! Senza capire minimamente l’essenza stessa dell’opera e della regia, ancora una volta ci siamo fatti riconoscere.

Ed ancora c’è qualcuno che si chiede perché Ascoli non è riuscita ad assolvere al ruolo di capitale della cultura mentre Pesaro si. Sapete perché? Perché a Fano (e Brescia prima, anche lei capitale della cultura quest’anno!) la Traviata è stata messa in scena normalmente per gli under 30 e tutti i ragazzi ne sono entusiasti!

Ma l’ipocrisia è evidente quando si censura la cultura e non si attivano percorsi a tutela degli adolescenti che scoprono la sessualità in età spesso pre-adolescenziale, o navigano senza filtri h24 sulla rete, o gestiscono rapporti interpersonali in maniera spesso sbagliata senza la supervisione dei genitori.

Insomma, mi sarei aspettato dall’amministrazione un dibattito stimolante, anche critico, ma purtroppo si è scelta una bigotta censura.

Molti di voi sapranno, che nell’altra parte della mia vita, ho collaborato con molti enti lirici e in molte occasioni ho avuto l’onore di salire sul palcoscenico come artista di coro, e “Traviata” è una di quelle opere che come direbbe il mio amico Gerardo “Non si studia, si sa, è la base di un buon corista”. Ecco pensare, che nel 2023 debba assistere addirittura alla censura, fa venire un enorme senso di tristezza!».

A Fano invece la Traviata andrà in scena regolarmente per gli under 30.

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