Pesaro

In arrivo entro febbraio tre nuovi medici per il Centro trasfusionale di Fano e Pesaro

Negli ultimi mesi numerose segnalazioni erano arrivate sulle carenze di personale del centro trasfusionale: «Fondamentali per mandare avanti il servizio e garantire la qualità del lavoro degli operatori»

PESARO – Presto il Centro trasfusionale di Fano e Pesaro avrà un potenziamento del personale: entro febbraio 2023 tre nuovi medici entreranno in organico. Ad annunciarlo è stato il Vicepresidente del Consiglio regionale delle Marche Andrea Biancani che si era fatto carico delle numerose segnalazioni arrivate da parte di cittadini, donatori, volontari dell’AVIS e dagli stessi operatori, sulle carenze di personale del centro trasfusionale.

«A metà dicembre, dopo numerose sollecitazioni, è finalmente uscito un concorso per assumere i medici necessari e, pochi giorni fa, ultimate le procedure di selezione, è stato stabilito che nell’Unità operativa di Immunoematologia e Trasfusionale di Pesaro e Fano, entro febbraio, entreranno in servizio 3 nuovi medici».

Il consigliere regionale Andrea Biancani

«Le tre nuove assunzioni – prosegue Biancani – sono fondamentali per mandare avanti il servizio e garantire la qualità del lavoro degli operatori. Il personale dell’Unità operativa, infatti, è attivo sia sul Centro di Pesaro che su quello di Fano, e avrebbe bisogno di almeno otto medici distribuiti sulle due città. Senza le nuove assunzioni, per via di pensionamenti e trasferimenti, stavamo arrivando ad avere appena 4 medici. Una situazione che avrebbe ulteriormente aumentato il carico di lavoro e stress di chi è in servizio e reso difficile garantire il funzionamento della struttura, visto che sono sempre necessari, 24 ore su 24, almeno un medico ed un tecnico».

E conclude: «Già negli scorsi mesi, nonostante gli sforzi del personale in servizio, la progressiva carenza di organico ha creato diversi disservizi, dall’inutilizzo di alcuni macchinari alla riduzione dei prelievi. Questo ha creato difficoltà anche all’AVIS che a fianco degli sforzi e delle campagne che mette in atto per promuovere le donazioni, ha poi bisogno di un servizio pubblico in grado di rispondere alla disponibilità dei cittadini donatori».

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