ANCONA – Una distesa di bandiere blu listate col tricolore. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, apre il tour della campagna elettorale da Ancona in una piazza Roma gremita da circa 3mila persone.
Gli onori di casa sono spettati al governatore delle Marche, Francesco Acquaroli, che ha subito posto in evidenza i traguardi segnati dalla sua amministrazione: «La gestione della pandemia, lo screening di massa, la legge sul riassetto sanitario – ha sciorinato il presidente della Regione – le infrastrutture, il salvataggio dell’Interporto, la legge sui borghi e tanto altro. Sono solo alcuni esempi di ciò che abbiamo fatto per la comunità marchigiana». E poi parte subito l’affondo contro i predecessori: «Recuperare anni di mancata programmazione non è immediato – ha sottolineato Acquaroli -, ma ci riusciremo. E per farlo abbiamo bisogno di un governo nazionale stabile, che sia interlocutore dei territori. Si apre un’opportunità storica: una donna, la prima al governo della nazione».
E l’ovazione della piazza ha accolto sul palco Giorgia Meloni, che non ha mancato di sottolineare quanto il governatore delle Marche abbia gestito al meglio le fasi cruciali della pandemia. Come «la sperimentazione sulla ventilazione meccanica controllata degli spazi al chiuso nelle scuole» ha rimarcato la leader di Fratelli d’Italia. Mentre sui temi nazionali ha passato a rassegna i cavalli di battaglia del centrodestra. L’immigrazione clandestina: «Serve a favorire lo sfruttamento e una competizione al ribasso nei sistemi economici a discapito dei lavoratori».
Non poteva mancare un passaggio sull’ultimo fatto di cronaca, ovvero lo stupro della cittadina ucraina da parte di un richiedente asilo: «Ho pubblicato un video di solidarietà – ha detto -, sono una donna, nessuno può pensare che io non sia attenta a questi temi». Sui giovani: sport e meritocrazia sono stati i nodi centrali, senza far mancare altri affondi contro il centrosinistra. «Uguaglianza e meritocrazia sono stati reinterpretati dai 68ini – ha tuonato – mentre per noi l’uguaglianza è l’accesso per tutti all’istruzione, poi bisogna dimostrare di valere». E poi l’incitazione finale: «Io sono pronta – ha affermato – ma voi siete pronti? Dobbiamo liberare la nazione da quel sistema di potere che l’ha tenuta bloccata. Il 25 settembre parlano gli italiani, e gli italiani decideranno se vogliono essere liberati».
Inno nazionale con mano sul cuore e i vertici locali di FdI sul palco con Acquaroli e Meloni.