Macerata

Civitanova, un gruppo Telegram per “spoilerare” autovelox e posti di blocco: in tre nei guai

Gli amministratori di "Colori 3" sono finiti sotto processo per interruzione di pubblico servizio. Le difese: «È stata poco più che una goliardata, nessuna rilevanza penale»

CIVITANOVA – Nel 2018 nel gruppo Telegram “Colori 3” erano iscritte 2.600 persone, ognuna potenzialmente poteva segnalare i posti di blocco effettuati dalle forze di polizia e quello che gli agenti del commissariato di Civitanova hanno accertato nel corso delle indagini è stato che in effetti molti utenti regolarmente segnalavano i posti di controllo delle varie forze di polizia nelle province di Ascoli, Fermo, Ancona e soprattutto Macerata. I tre amministratori di quel gruppo, una fermana di 28 anni, un 29enne domiciliato a Fermo e un 31enne di Montegranaro sono finiti sotto processo per interruzione di pubblico servizio. Le difese: «È stata poco più che una goliardata, nessuna rilevanza penale».

Nel gruppo Telegram “Colori 3” chiunque poteva segnalare la presenza di autovelox o di posti di blocco. Le regole erano poche e semplici, non si fanno domande, solo messaggi di segnalazione e solo i colori stabiliti dagli amministratori: il pallino o il cuore rosso per indicare la presenza dei carabinieri, l’azzurro per la polizia, il giallo per la finanza, l’immagine della macchina fotografica per segnalare l’autovelox. Secondo l’accusa, sostenuta in aula dal pubblico ministero Rocco Dragonetti, i tre amministratori avrebbero turbato la regolarità del servizio di controllo del territorio, di prevenzione e repressione dei reati svolto dalle forze di polizia inserendo o facendo inserire dai partecipanti la segnalazione di posti di controllo in corso nella provincia di Macerata utilizzando, appunto, simboli e indicazioni convenzionali stabiliti nelle regole del gruppo. Tutto questo per consentire ai partecipanti alla chat di sottrarsi ad eventuali controlli di polizia incidendo dunque sull’efficacia dei servizi compiuti dalle forze dell’ordine.

Era quindi successo che i controlli effettuati dal commissariato di Civitanova il 22 giugno 2018 in via Colombo, il 24 giugno nelle vicinanze del casello autostradale e il 25 giugno sempre di quell’anno in via Moro erano stati “spoilerati” sulla chat Telegram. Ma la voce sulla presenza di quel gruppo era arrivata anche agli agenti del commissariato di Civitanova, alcuni dei quali erano riusciti a inserirsi nel gruppo e avevano potuto appurare in diretta la segnalazione sulla chat dei posti di blocco che stavano effettuando e a quel punto, vanificata l’utilità dei controlli, si erano visti costretti a interrompere i controlli.

Oggi la 28enne e il 31enne, difesi dagli avvocati Igor Giostra e Simone Mancini, hanno chiesto la messa alla prova, ma la richiesta non è stata ammessa dal giudice Vittoria Lupi che, in accordo con quanto eccepito dal pm Dragonetti, ha respinto anche l’eccezione di incompetenza territoriale avanzata dall’avvocato Sante Monte difensore del 29enne. «È stata una mera goliardata senza alcuna rilevanza penale, non c’era alcuna volontà di turbare il lavoro delle forze dell’ordine», ha commentato l’avvocato Giostra. «Non c’era l’intento di agevolare chissà quali traffici o chissà cosa, volevano segnalare gli autovelox», ha affermato il legale Monti. La prossima udienza sarà celebrata il 13 luglio.

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