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Fano, nell’area dell’ex Filanda Bosone si cela un antico e vasto tempio della Fortuna

L’ufficialità della notizia è stata data nelle ultime ore grazie alla campagna di indagine archeologica recentemente condotta

Il sopralluogo dello scavo che ha dato conferma dell'esistenza del tempio della Fortuna
Il sopralluogo dello scavo che ha dato conferma dell'esistenza del tempio della Fortuna

FANO – Quella che fino a poco tempo fa era una speranza coltivata in serafico silenzio, ora sta diventando qualcosa di estremamente concreto: un antico tempio della Fortuna si celerebbe nell’area archeologica che comprende i sotterranei dell’ex convento di Sant’Agostino a Fano.

L’ufficialità della notizia è stata data nelle ultime ore grazie alla campagna di indagine archeologica recentemente condotta nell’area dell’ex Filanda Bosone, dove insistono appunto i resti del Teatro di epoca romana: «Abbiamo avuto la conferma della pianta del supposto Tempio della Fortuna, i cui resti, imponenti, si conservano sotto l’attiguo complesso di
Sant’Agostino: questa prima indagine archeologica ha fatto emergere importanti elementi di conoscenza su quello che potrebbe essere il Tempio eponimo della città di Fanum Fortunae e sulla sua connessione con l’edificio del Teatro romano. Questo intervento è inoltre particolarmente importante per la conoscenza dell’edificio teatrale, ma è anche determinante per il percorso di progettazione e rifunzionalizzazione dell’intera area a destinazione museale». Ad annunciarlo nel dettaglio la soprintendente di Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche, Marta Mazza e le funzionarie Maria Raffaella Ciuccarelli e Simona Guida.

«Questa indagine archeologica – continua la soprintendente – è stata decisa e concertata allo scopo di conoscere e documentare l’importante monumento per spettacoli di età romana e approfondire le conoscenze sulla storia monumentale e urbanistica della nostra città. Costituisce una tappa fondamentale per comprendere in che direzione debba andare la progettazione dell’area della ex Filanda, come nuovo contenitore culturale. Non si tratta di una campagna archeologica pura e semplice, bensì di una ricerca connessa alla progettazione stessa. Pertanto, le ricerche si sono concentrate in alcuni punti cruciali e sensibili alle aspettative iniziali. In questo processo, la nostra funzione di tutela e conservazione non si esplicherà semplicemente nell’aspetto autorizzativo, ma intendiamo mettere a disposizione le nostre competenze scientifiche a supporto dell’amministrazione nell’individuare le scelte strategiche migliori».

Soddisfazione arriva anche dal sindaco di Fano Massimo Seri: «I resti si trovano all’interno di una ex Filanda costruita nell’Ottocento, segno importante della storia economica e sociale della città. Al momento è stata avviata, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche, una prima campagna di scavo archeologico e una sistemazione preliminare dei resti del Teatro per riuscire a restituirli alla fruizione pubblica. Per l’intero complesso è prevista una nuova funzionalizzazione a sede museale. Si tratta di uno dei più importanti progetti strategici a matrice culturale dell’amministrazione. L’area è diventata di proprietà comunale dopo un lungo contenzioso, durato quasi venti anni, con la proprietà privata».

L’obiettivo più immediato sarà quello della messa in sicurezza e della conservazione allo scopo di consentire la fruizione e la possibilità di visita del cantiere ai cittadini, dopo anni di chiusura. L’amministrazione sta lavorando in accordo con la Soprintendenza perché questo sia possibile per il periodo estivo. Fano dunque a breve potrebbe riabbracciare una fetta di città pregna di blasone e di storia: un motivo in più per rendere la Città della Fortuna ancora più appetibile per i visitatori ed i turisti tanto attesi anche per il rilancio economico.

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