Ancona-Osimo

Il delicatissimo momento dell’Ancona visto da Eros Giardini

Il leader della tifoseria moderata ripercorre gli ultimi giorni del dramma sportivo che sta vivendo l’Ancona Calcio. Il tempo stringe e le soluzioni si fanno sempre meno nitide

La gradinata del tifo moderato dello Stadio del Conero in una giornata di festa (immagine di repertorio

ANCONA – Giorni difficili, sempre di più, per il calcio ad Ancona. Dalla riunione di imprenditori e forze locali dell’ Hotel Touring non sono emersi sviluppi decisivi, almeno in prima battuta. La società, rappresentata dall’Amministratore Delegato David Miani, riceve deferimenti e ingiunzioni di pagamento e la Curva Nord, cuore pulsante del tifo anconetano, fa sapere che non seguirà nessun surrogato di Ancona ma solo l’attuale Ancona1905.

Il tempo stringe e i nodi da sciogliere per il futuro sono tanti e vanno risolti velocemente. Per capire di più sulla situazione attuale abbiamo raggiunto Eros Giardini, leader della tifoseria moderata della Gradinata Neri, tra i più attivi in questi giorni alla ricerca di una soluzione che possa salvare il calcio nel capoluogo.

Eros, eri presente al Touring. Cosa è emerso secondo te di importante?
«Di rilevante sono emerse tre cose. Primo, la massa debitoria è ingentissima. Secondo, l’imprenditoria anconetana è disorientata, incerta, timorosa sull’affrontare di petto il problema, tanto è vero che le defezioni sono state pesantissime. Terzo, è stato comunque un inizio, c’è stata la voglia da parte di alcuni di mettersi davanti ad un tavolo e discutere. Da molti viene definito un buco nell’acqua, io lo definisco un piccolo ma importante primo passo».

La Curva Nord ha fatto sapere che non seguirà nessun surrogato di Ancona. Qual è la tua posizione a livello personale?
«Importante la presa di posizione della Curva Nord. Importante perché  essi rappresentano il cuore pulsante, la linfa vitale di una tifoseria sull’orlo del collasso. Difficile dire se hanno ragione o meno, perché sia nel ricominciare da capo senza l’attuale gestione che nell’andare comunque a trattare con loro i problemi contingenti, etici e di forma sono enormi. Ma, lo ripeto, la loro voce è importantissima per le nostre sorti.»

Si parla di incontri, di soluzioni, di alternative. Secondo te all’atto pratico cosa c’è da fare?
«I margini per la risoluzione del dramma sportivo sono pochissimi e penso che la polverizzazione di ricerche, di abboccamenti, di quasi inutili contatti è deleteria. Per questo speravo che l’incontro del Touring servisse anche a creare una sorta di pool con a capo un’unica persona che facesse da trait d’union con eventuali forze economiche interessate».

Abbiamo spesso parlato del passato e degli errori che sono stati commessi. Guardando al presente attuale com’è importante che istituzioni, amministrazione comunale e tifosi si muovano?
«Sempre più difficile la situazione. L’Amministrazione Comunale dovrebbe diventare un elemento importante e non marginale. Sappiamo la filosofia rigidissima che li spinge a defilarsi, ma “dare una mano” non significa essere conniventi, non significa essere scorretti, non significa parteggiare, significa invece capire il momento di assoluta straordinarietà che non solo il calcio ma anche tutta la città soffre in relazione a conduzioni societarie ai confini della realtà. Le istituzione e la tifoseria dovrebbero invece cercare di ritrovare entusiasmi ormai morti. E’ un utopia lo so, ma rimane solo questa maledetta parola a rincuorare le speranze di un tifoso come me, e di tanti altri come me».

Al tifoso Eros Giardini chiedo se ci sia una soluzione al problema..
«Il tifoso Eros purtroppo è sballottato dagli eventi, quasi incredulo, speranzoso di risvegliarsi da questo incubo. Ricevo giornalmente decine di telefonate, di contatti, io, che non sono nessuno, di gente che mi chiede qual è la maniera per risolvere questa situazione. Lo dichiaro pubblicamente. Non lo so. Ed è il mio più grosso dispiacere, perché ammainare la bandiera biancorossa, che sventolo da 60 anni, è una sconfitta mia e di tutta la città».

Come risponderà il tifoso anconetano all’ennesima estate in cui la sua passione è di nuovo messa in discussione?
«Come volete che risponda? Ancona ha un pubblico meraviglioso ma difficile, diciamocelo pure. Difficilmente si scalda per costruire, per reagire, per innamorarsi ancor più, facilmente invece è stratosferico quando gli eventi creano entusiasmo, passione, coinvolgimento e voglia di esserci. Detto ciò la risposta, scusate, la lascio a chi mi legge».

Grazie Eros per quest’intervista
«Ti ringrazio per l’onore che mi hai dato nel potere essere intervistato dal Vostro giornale ed Auguro a tutti i tifosi anconetani di poter ritirare fuori l’ormai stanca e delusa bandiera biancorossa. Ma sarà dura».

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