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Cna Macerata sul decreto Sostegni: «Escluse tre piccole imprese su quattro»

Il presidente Ligliani: «Il fatturato non è certo il parametro più preciso per poter determinare la sofferenza delle attività. A parità, la marginalità dipende dalla struttura dei costi»

MACERATA- «Tre piccole imprese su quattro non riceveranno un euro dal decreto Sostegni». E’ un conto amaro quello riportato dal Centro studi della Cna sulle contabilità di 12mila imprese con fatturato fino a 5 milioni di euro, da cui risulta che il 75% di queste, pur avendo registrato una significativa flessione del fatturato, spesso per poco non arrivano alla soglia del 30% prevista per avere i nuovi indennizzi.

«Bene la riduzione, avvenuta in extremis, della soglia delle perdite dal 33%, valore inizialmente preso in considerazione, al 30% che ha permesso di ampliare del 13% la platea delle imprese che potranno fruire degli aiuti – commenta il presidente di Cna Macerata, Giorgio Ligliani -. Tuttavia questo passo in avanti non ha evitato l’esclusione di un grosso contingente di imprese che sono oggettivamente in difficoltà. Se andiamo a vedere la situazione settore per settore, quelli sotto la soglia necessaria di un nonnulla sono proprio i settori più presenti sul nostro territorio. Nella manifattura, per esempio, che comprende abbigliamento, tessile e pelletteria, il 78,1% delle imprese ha chiuso il 2020 in rosso con una riduzione media del 27,2% del fatturato. Una condanna beffarda per il nostro distretto di punta, che è stato per decenni locomotiva di sviluppo e portatore di benessere per le nostre comunità».

Lo studio Cna conferma anche che le riduzioni meno estese e marcate si sono registrate nei comparti delle produzioni alimentari, dove il 62% delle imprese ha registrato un calo del fatturato del 23%, e della produzione di serramenti, trainata dal settore edile, con il 65,3% delle imprese che ha accusato una riduzione del volume di affari del 23,5%.

Il presidente Ligliani quindi, sottolinea come il calo di fatturato non possa essere l’unico parametro da prendere in considerazione per avere i ristori, perché le attività in questi mesi sono anche andate incontro a diverse spese. «Il fatturato non è certo il parametro più preciso per poter determinare l’effettiva sofferenza delle singole attività. A parità di fatturato la marginalità dipende dalla struttura dei costi, che è estremamente variabile e in parte gode di interventi paralleli di sostegno pubblico – conclude -. Per fare un esempio concreto nei servizi alla persona, parrucchieri ed estetiste hanno dovuto sostenere nell’ultimo periodo spese extra anche per adeguarsi ai protocolli di sicurezza. Quindi, pressoché tutte le imprese di questo settore, secondo i nostri dati, non solo hanno ridotto il fatturato (in media il 28,4% e sono escluse dai sostegni) ma hanno visto crescere contemporaneamente anche le spese. Ecco perché sarebbe preferibile evitare la tagliola del 30% sostituendola con un meccanismo di decalage, che riduca il beneficio da una certa soglia fino ad annullarlo per i valori di perdita inferiore alla media».

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