Ancona-Osimo

Ancona, il ritorno sui banchi secondo il comitato Priorità alla Scuola: «Grossi ritardi e incognite»

All'indomani del vertice Stato-Regioni in vista della ripresa del nuovo anno scolastico, scatta l'allarme sulle criticità ancora da risolvere nelle misure anti-Covid

ANCONA – All’indomani del vertice dei governatori con i ministri Boccia, De Michelis, Speranza e Azzolina, il ritorno sui banchi di scuola è ancora un’incognita. Un dialogo difficile quello fra Governo e Regioni, dove i nodi ancora in piedi sono molti: da quello del trasporto pubblico locale con le Regioni che puntano a sfruttare al massimo possibile la capienza degli scuolabus, per la carenza di mezzi, e il Comitato Tecnico Scientifico che invece pone l’accento sul distanziamento necessario ad evitare la diffusione del virus.
Le Regioni, per derogare al distanziamento, hanno proposto separatori morbidi tra i passeggeri e controllo della temperatura corporea a bordo, oltre alla rimodulazione degli orari delle scuole per rimodulare le corse sfruttando gli stessi mezzi. Insomma, il braccio di ferro Governo e Regioni va avanti, con le famiglie nel mezzo a pagare le conseguenze di una situazione tutt’altro che semplice il cui rischio è il caos e tante difficoltà organizzative per mamma e papà.

«Avevano 4 mesi di tempo per organizzarsi, ora ritrovarsi a due settimane dall’avvio della scuola in questa situazione e con tanti nodi ancora in piedi da risolvere evidenzia grossi ritardi» commenta Silvia Mariotti del comitato Priorità alla Scuola di Ancona. «I problemi erano palesi ormai da diversi mesi e noi li abbiamo sempre denunciati fin dall’inizio, quando chiedevamo di fare chiarezza e trovare soluzioni su mensa, trasporti pubblici e didattica a distanza». «Si è in grande ritardo – prosegue – e se le misure resteranno quelle previste dal Governo , il peso della situazione ricadrà sulle famiglie che dovranno organizzarsi per accompagnare i ragazzi a scuola. L’unica soluzione è quella di aumentare il numero dei mezzi e le corse, ma le Regioni e i Comuni non hanno i fondi per farlo».

Un rebus che invece di sbrogliarsi sembra farsi sempre più complicato. A tenere in apprensione le famiglie e i comitati non c’è solo il nodo degli scuolabus, ma anche spazi, mensa e tempo pieno. Insomma, con il 14 settembre che si avvicina a grandi passi, ancora non è chiaro in che modo riaprirà la scuola.

«Abbiamo chiesto al Comune di Ancona un ulteriore incontro per aggiornarci dopo l’ultimo del 23 luglio scorso – spiega -: nell’Istituto Comprensivo Pinocchio si erano evidenziate criticità per la carenza di spazi e l’amministrazione comunale aveva inizialmente trovato una soluzione alle Palombare che però è sfumata perché i lavori di adeguamento avrebbero richiesto tempi troppo lunghi, mentre le altre scuole hanno già avviato i lavori per sistemare le aule in base alle nuove disposizioni».

Poi il nodo mensa, che alcuni istituti stanno cercando di fronteggiare con doppi turni e altri con il pasto in classe, «ancora non è arrivata alcuna risposta sul tempo prolungato e quindi non sappiamo ancora se ci sarà».

La delegazione del Comitato Priorità alla Scuola mentre a luglio si reca in Regione per consegnare le proprie richieste per il riavvio del nuovo anno scolastico

A tutto questo si aggiunge la gestione sanitaria dei sospetti positivi: «Ad inizio inverno con l’arrivo delle sindromi influenzali e parainfluenzali il rischio è che si generi il caos – spiega la referente del Comitato di Ancona -. Chi ha febbre o sintomi simili influenzali verrà allontano da scuola e dovrà restare a casa, per poi sottoporsi al tampone prescritto dal pediatra, che non è detto verrà eseguito in tempi ragionevoli. Inoltre se il tampone risulterà positivo lo scenario è quello della quarantena che potrebbe arrivare anche non solo per lo studente, ma anche per la classe e il docente, oltre che per i familiari». Ma il rischio è che se il docente insegna anche in altre classi la quarantena possa riguardare più classi contemporaneamente. «Se l’alunno è negativo dovrà comunque ripetere il tampone e quindi restare ancora a casa». Insomma, il rischio per gli studenti al tempo del Covid è quello di una frequenza a singhiozzo con la didattica a distanza che dovrà nuovamente essere protagonista in tutti i suoi limiti. «Le scuole sono attrezzate? Non lo sappiamo perché è ancora tutto fumoso» spiega.

Tanti genitori ancora non sanno qual è la situazione organizzativa delle scuole dei loro figli, puntualizza la rappresentante del comitato Priorità alla Scuola: «Ad Ancona solo l’istituto comprensivo di Tavernelle ha comunicato alle famiglie i lavori che sta eseguendo, mentre degli altri non sappiamo ancora nulla». Intanto proprio in questi giorni sono in corso i Consigli di Istituto e a breve alcune informazioni dovrebbero arrivare, per lo meno così si augurano i genitori che hanno bisogno di capire come organizzarsi per conciliare lavoro e la nuova situazione scolastica dei figli.

Ma a preoccupare è anche l‘impatto psicologico che la nuova organizzazione scolastica avrà sugli alunni, fra mascherine, distanziamento e tutte le nuove misure previste. «Non possiamo trascurare il fatto che bambini e ragazzi non troveranno la stessa scuola lasciata a febbraio – dichiara Silvia Mariotti -, questo aspetto però è lasciato totalmente in secondo piano. Occorre capire se servirà un supporto psicologico, non solo per i bambini, ma anche per la famiglia». «Anche se dirigenti, docenti e amministratori locali stanno lavorando da tempo – conclude – il ritorno a scuola è ancora una incognita, non sono ottimista». 

Una manifestazione del comitato Priorità alla Scuola organizzata il 25 giugno ad Ancona

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