Senigallia

La protesta del sindacato dei poliziotti: «Ancora niente test sierologici per il personale del XIV Reparto mobile di Senigallia»

Siulp Ancona lamenta l'«inaccettabile ritardo», che mina la salute degli agenti delle loro famiglie. Il rischio è amplificato dal fatto che tra i servizi svolti ci sia la vigilanza presso i Centri di prima accoglienza per immigrati

La caserma del XIV reparto mobile della polizia di Stato a Senigallia
La caserma del XIV reparto mobile della polizia di Stato a Senigallia

SENIGALLIA – «Il personale del XIV Reparto mobile di Senigallia non ha ancora iniziato i test sierologici e non sa neanche quando verranno effettuati»: è questa la protesta del Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia della provincia di Ancona. «Un inaccettabile ritardo».

Sorte più fortunata, invece, è capitata al personale della Questura e delle Specialità della Polizia di Stato. Nella nota inviata dal Siulp Ancona si legge: «Il lavoro svolto dal Siulp Ancona e Regionale Marche al fine di tutelare la salute dei poliziotti e delle loro famiglie relativamente all’emergenza epidemiologica connessa al Covid-19 è stato costante ed, oggi, più che mai attivo. L’opera di sensibilizzazione sia dei vertici della Polizia di Stato in provincia sia dei principali attori Istituzionali locali, in primis la Regione Marche, ha permesso di effettuare i test sierologici a tutto il personale della Polizia di Stato, sin dal mese di giugno scorso. Ad oggi, lo screening sanitario per accertare eventuali casi di positività al Covid-19 sul personale della Questura e delle Specialità della Polizia di Stato è stato completato».

Questa opera di screening, pero, al momento non avrebbe invece coinvolto il personale del XIV Reparto mobile di Senigallia. «Un inaccettabile ritardo se si considera che tra i servizi svolti dal personale del XIV Reparto mobile vi è, da oltre due mesi, la vigilanza presso i Centri di prima accoglienza per immigrati – lamenta Siulp Ancona – . La questione Immigrazione è sempre di stretta attualità, ma, oggi, il connubio tra gli sbarchi di clandestini sulle coste italiane e l’emergenza Covid-19 può diventare una miscela esplosiva se non si tutelano gli operatori della sicurezza dal punto di vista sanitario. I colleghi del XIV Reparto mobile, attualmente, stanno gestendo l’emergenza immigrazione nei centri di Crotone e Campobasso, dove, in quest’ultimo, alcuni colleghi sono entrati in contatto con persone risultate positive al Covid-19».

Vista la lentezza nella realizzazione degli esami, alcuni poliziotti hanno optato per effettuare i test autonomamente: «Neanche tali delicati servizi ed i casi di positività emersi hanno permesso per il personale del XIV Reparto mobile, di velocizzare le procedure per il test sierologico, tant’è che alcuni colleghi, prima di ritornare in servizio, hanno deciso di effettuarlo autonomamente – continua il sindacato dei poliziotti -. Le criticità già esistenti sul piano dell’affollamento dei centri e sulla esposizione a fattori di rischio sanitario rendono sempre più difficile l’adempimento di quanto previsto dai recenti decreti a tutela della salute collettiva e mettono a rischio la salute degli uomini e delle donne della Polizia di Stato che stanno producendo il massimo sforzo al fine di garantire il primo soccorso ai migranti e l’affidamento alle strutture ed ai centri preposti all’uopo. Il ritorno dei contagi di questi ultimi giorni ed i recenti provvedimenti governativi, imporrebbero al dirigente del XIV Reparto mobile una risposta immediata dal punto di vista della salute dei lavoratori e, quindi, maggiore attenzione verso i “propri” uomini e donne, adottando ogni misura utile».

La richiesta è che i test vengano effettuati e ripetuti almeno mensilmente: «Il Siulp ritiene che in tali delicati servizi lo screening sanitario ai colleghi debba essere ripetuto almeno con cadenza mensile. Il Siulp ha formalmente interessato il Ministero dell’Interno e la propria segreteria nazionale. Sulla tutela della salute dei colleghi e sul rispetto dei diritti, se non avremo risposte chiare ed azioni concrete, non escludiamo azioni pubbliche».

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