Pesaro

Si spegne Sergio Guerra, docente di letteratura inglese a Urbino

Il Coronavirus lo ha portato via a 64 anni. Era molto conosciuto anche a Pesaro, noto chitarrista e organizzatore di corsi di inglese. Il ricordo dell'amico e collega Giovanni Darconza

Sergio Guerra

URBINO – Non ce l’ha fatta Sergio Guerra, docente di letteratura inglese all’Università di Urbino. Il Coronavirus lo ha portato via a 64 anni, era ricoverato a Jesi.

Esprime cordoglio l’Università di Urbino a nome del Consiglio di Amministrazione, del Senato Accademico e di tutto il personale dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Il rettore Vilberto Stocchi esprime il suo profondo dolore per la scomparsa del professor Sergio Guerra e si unisce al grande dolore della famiglia.

Era molto conosciuto anche a Pesaro, noto chitarrista e organizzatore di corsi di inglese.

Così lo ricorda l’amico e collega Giovanni Darconza: «Si è spento oggi l’amico e collega di tante battaglie Sergio Guerra, professore di letteratura e cultura inglese presso l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo. Menestrello, cantautore, mattatore, organizzatore del corso estivo per stranieri. Chi non ha mai sentito la sua versione parodica di Vecchio Freak, sulle note indimenticabili di Domenico Modugno, si è perso una perla di comicità e virtuosismo.

Sì, perché Sergio amava cantare accompagnandosi con la chitarra. Conosceva tutti i pezzi dei Beatles a memoria, e io, a ogni concerto, spettacolo o semplice serata tra amici, ogni qualvolta aveva una chitarra in mano, gli chiedevo di suonare sempre quella, la stessa: While My Guitar Gently Weeps. E oggi le corde del mio cuore, riascoltando quella melodia, piangono per la scomparsa di Sergio, che fedele al suo cognome, da più di un mese a questa parte aveva intrapreso la sua guerra silenziosa contro il coronavirus.

Condividevamo lo stesso ufficio a Palazzo Petrangolini, la stessa scrivania, perché assieme ad Alessandra Calanchi, eravamo in tre in uno stanzino piccolo con due scrivanie. Adesso la seconda scrivania è tutta per me, e non posso fare a meno di pensare che lui se la meritava più di me. Non ricordo quando io e Sergio ci siamo visti per l’ultima volta, prima del blocco totale, prima degli arresti domiciliari, che cosa ci siamo detti, con quali parole ci siamo lasciati. Non li ricordo semplicemente perché mai avrei pensato che quelle sarebbero state le sue ultime parole».

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