Pesaro

Decreto “Cura Italia”, Confcommercio: «È insufficiente, per le partite Iva solo la carità»

Per il direttore dell'associazione di Pesaro e Urbino, Amerigo Varotti, le misure adottate dal Governo, rispondono solo in minima parte alle esigenze dei settori più colpiti dalla crisi

Amerigo Varotti

PESARO – Decreto Cura Italia, la coperta sembra corta. Le associazioni di categoria chiedono correttivi. A partire da Confcommercio.

«Vogliamo pensare che il decreto legge rappresenti solo un primo tassello del piano di azione del Governo per contrastare gli effetti della crisi da Covid19 sul piano economico e sociale – sottolinea Amerigo Varotti, direttore Confcommercio Marche Nord – Si ipotizza un nuovo decreto ai primi di aprile. Ad oggi le misure adottate offrono una insufficiente risposta alle istanze presentate dalla Confcommercio al Governo ed alle vere esigenze del mondo economico».

Varotti sottolinea che «non è il momento di fare polemiche nel pieno di una crisi epidemiologica dirompente. Ma il decreto risponde solo in minima parte alle esigenze dei settori più colpiti dalla crisi che sono il turismo, la ristorazione e il commercio. Sul turismo le misure previste sono importanti ma insufficienti. Bene la sospensione delle imposte e dei contributi e gli accessi più agili agli ammortizzatori sociali per tutti i nostri settori, ma devono essere pensati e finanziati per un lungo periodo tenendo conto degli effetti negativi della crisi. Vi sono piccole forme di indennizzo per i lavoratori autonomi che sono quasi una “carità” e che noi vorremmo però estendere alle imprese in ragione dei drastici cali di fatturato che stanno registrando mese dopo mese. È stato affrontato bene il problema dell’estensione della cassa integrazione a tutti i nostri settori ma nessun aiuto alle imprese.

E con le frontiere chiuse (per le persone, non per le merci ) e il blocco della circolazione e degli eventi non ci sono clienti e le imprese chiudono. Come è possibile non prevedere aiuti alle imprese se non vogliamo creare un deserto?

Anche sugli affitti non ci siamo: il credito d’imposta del 60% del canone di locazione riguarda solo alcune botteghe e negozi (non tutto il commercio) e i ristoranti/ bar. Ma non gli alberghi.

Noi di Confcommercio Pesaro e Urbino / Marche Nord  continuiamo a lavorare in tutte le sedi per ottenere misure e risorse più adeguate alla catastrofe economica che abbiamo davanti agli occhi.

Anche d’intesa con i Comuni, ai quali chiediamo di azzerare le imposte e tributi locali, ma che ci vedono solidali nella loro richiesta di maggiori risorse dal Governo centrale. Intanto invitiamo le imprese a rivolgersi ai nostri Uffici in tutta la Provincia per dar corso a quanto sino ad ora previsto».

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