Jesi-Fabriano

Musica in movimento

È partita sabato scorso da Jesi la sperimentazione del Boiler Taxi, un dj set che rivoluziona il concetto tradizionale di spazio. Dall'abitacolo di un'autovettura al mondo

JESI – Un esclusivo dj set in movimento, “racchiuso” in un abitacolo ma aperto a tutti coloro che vogliono goderne. Ritmi e atmosfere di qualità che rivoluzionano il concetto di spazio e, grazie al web, raggiungono migliaia di potenziali fruitori. Non ci sono sale da ballo. Anzi, ogni stanza, di qualunque locale o abitazione, può diventarlo. “Boiler Taxi”: è questo il concetto che arricchisce di valore l’idea di Marco Silvestri, alias Marco Taxi, di Davide Bernardini e del dj Giacomo Cerini, realizzata per la prima volta sabato scorso a Jesi e in Vallesina. Un evento reso ancora più innovativo dalle telecamere fisse posizionate da Francesco Aquilanti della Naturec e dalla collaborazione con Simone Rachetta e tutto lo staff del Miami e del Noir.

«Da quasi quattro anni – racconta Marco “Taxi” Silvestri -, svolgo questo servizio di disco-taxi per il trasporto dei giovani nei locali in piena sicurezza. Parlando con l’amico Giacomo (Cerini ndr.), e grazie all’intuizione della boiler room di Davide (Bernardini ndr-), abbiamo deciso di allestire una vera e propria consolle nella mia auto così da organizzare un dj set in grado di raggiungere chiunque, con la musica quale protagonista. Un evento nell’evento, insomma, a cui si può assistere sia fisicamente, con la consapevolezza di esserne co-protagonisti, che virtualmente. Siamo molto soddisfatti dall’esito della sperimentazione di sabato, “pre-party della serata al Miami».

A breve il dj set in taxi, con artisti in rotazione, sarà trasmesso in streaming. «Stiamo esportando anche qui in zona questa idea di “boiler room” – spiega Francesco Aquilanti – Vogliamo promuovere questa nuova mentalità di proposta esperenziale, dove la musica è fine a se stessa e non legata al locale che ne rimodula i significati. Il taxi funge pertanto da veicolo di valorizzazione dell’iniziativa, è uno “strumento”, non “ruba” la scena al suono. Conta la musica, non il contesto. Il dj si rivolge infatti al pubblico che non vede, a coloro che stanno dall’altra parte della telecamera. È al loro servizio».

(foto di Andy Wall, Wilhelm Von Starck e Marco Taxi)

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