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Jesi resta nella top ten delle mense

Il punteggio attribuito al menù scolastico proposto quotidianamente ai bambini aumenta ulteriormente, ma la città cede il primo posto nazionale a Cremona

Mensa scolastica
Mensa scolastica

JESI – «Incrementiamo ulteriormente il punteggio nel rating dei menu scolastici (salendo da 113 a 119), ma per effetto di performance migliori di altri Comuni non riusciamo a mantenere il primato nazionale, pur restando saldamente nella top ten (Cremona balza al primo posto con 138 punti, seguita da Trento a 132 e Rimini a 127; per le Marche Macerata è al 27° posto, Ancona al 34°)». È l’amministrazione comunale a evidenziarlo, commentando l’esito della seconda indagine di “foodinsider” sulle mense scolastiche, il sito nazionale dei genitori sensibili alla qualità del cibo che premia i menu più equilibrati in base ai parametri delle linee guida della ristorazione scolastica e le recenti raccomandazioni dell’Oms. Questo monitoraggio non considera aspetti come il gradimento del pasto, ma la qualità, la frequenza e la varietà degli alimenti proposti nei menu scolastici in base ai suddetti parametri. Il punteggio è il risultato della compilazione del test “Menu a punti” alla fine del quale si ottiene un ‘voto’: sotto ai 50 punti non è sufficiente, dai 50 ai 100 è sufficiente, sopra ai 100 è un buon menu.

«Non siamo primi come l’anno scorso – scrive nel sito Maria Cristina Borocci, vicepresidente della Commissione Mensa di Jesi composta da genitori e insegnanti – ma il nostro punteggio è migliorato, segno che il lavoro che stiamo facendo sta andando nella giusta direzione ed è questo che ci interessa».

I punti di forza del menu di Jesi, ricorda la vicepresidente della Commissione Mensa, sono «la presenza di alimenti bio, l’introduzione di pasta semi-integrale, l’incremento delle porzioni e la varietà di legumi e cereali, la riduzione della presenza di insaccati e carni rosse a favore della carne bianca, almeno un primo piatto settimanale con verdura di stagione, le merende a base di frutta fresca, la somministrazione ormai quasi esclusiva di pesce fresco locale».

Le problematiche ricorrenti che emergono dai controlli di genitori e insegnanti e dal rilevamento quotidiano da parte delle sporzionatrici, rivela ancora la vicepresidente della Commissione, «sono quelle comuni a molte altre realtà, legate alla gestione ed organizzazione di un servizio così complesso, riconducibili al gradimento, alle quantità, alla puntualità, al comportamento dell’utenza e degli operatori».

«Alla luce della nostra esperienza – sottolinea ancora la Borocci – ci piace tuttavia pensare che l’ingrediente più importante del nostro menu sia il gioco di squadra tra tutti i soggetti interessati e coinvolti (utenza, ditta erogatrice, società gestrice del servizio, Asur) costruito attraverso il controllo, il confronto e l’informazione. È un risultato che abbiamo ottenuto anche attraverso scontri duri, ma sempre costruttivi. E andiamo avanti».

Soddisfatto anche il presidente di JesiServizi, Salvatore Pisconti: «Sottoscrivo le parole della vicepresidente della Commissione Mensa e condivido la valorizzazione del gioco di squadra che è la base di partenza per continuare sempre a migliorare il servizio».

I numeri
Circa 1.600 pasti giornalieri, 3 cucine di cui una centralizzata e due all’interno di nidi comunali, una Commissione Mensa attiva dal 2012 formata da una cinquantina tra genitori e insegnanti, una decina di incontri annuali verbalizzati tra rappresentanti della Commissione stessa, società comunale (JesiServizi) responsabile del servizio, ditta appaltatrice, capo cuoco e nutrizionisti, un monitoraggio tramite controlli, ispezioni e segnalazioni pari a circa il 30% dei giorni di erogazione del servizio.

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