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Mister Gigi Simoni: «Ancona sempre nel mio cuore»

Nel giorno del suo ottantesimo compleanno il tecnico di Crevalcore è tornato a parlare della sua esperienza alla guida dell'Ancona in quella stagione 2002-2003 che terminò con la promozione in Serie A dei dorici dell'allora patron Ermanno Pieroni

Gigi Simoni, tecnico dell'Ancona nel 2002-2003

ANCONA- Ha festeggiato ieri i suoi ottantanni Gigi Simoni, tecnico di Crevalcore, protagonista dell’ultima promozione in Serie A datata 2003 dell’Ancona dell’allora patron Ermanno Pieroni. La giornata di ieri è stata l’occasione per l’ex allenatore, tra le altre, dell’Inter di Ronaldo di tornare a parlare della sua esperienza in biancorosso mostrando ancora un grande attaccamento verso la piazza dorica:

«Fu una vittoria bellissima che qualificò me, la squadra e gli stessi dirigenti – spiega Simoni -. Dopo mi son sentito un po’ tradito ad essere sinceri, perchè si era deciso di non mantenere l’andazzo che avevamo intrapreso. Quella squadra era molto forte e avrebbe potuto fare bene anche in Serie A».

Al di là di quello che successe poi nella massima serie nei ricordi dei tifosi rimarrà l’esaltante stagione culminata in quella sera di Livorno che portò Ancona nel calcio dei grandissimi: «In pochi potevano immaginare ciò che sarebbe successo. Sapevo che non era facile e invece siamo riusciti a mettere su una squadra che ci ha dato delle grandissime soddisfazioni. Ancona è sempre nel mio cuore e quel campionato mi rese felicissimo nonostante avessi già vinto qualcosa».

Sfogliando l’album dei ricordi sono tanti i punti dove fermarsi: «Ripeto, quasi nessuno ci credeva. È stata una vittoria lottata, voluta. Ricordo quell’Ancona – Venezia con lo stadio pieno, ricordo i primi giorni, le prime gare e piano piano abbiamo iniziato a crederci. È stato bello perchè con Pieroni e la società abbiamo lavorato bene. Non si navigava nell’oro ma eravamo riusciti a coordinare un gruppo di grandi professionisti. Loro si comportarono alla grandissima e noi li guidammo bene. Rimane una delle soddisfazioni più grandi che ho vissuto da allenatore»

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