Senigallia

Tragedia di Corinaldo, l’avvocato Martina Zambelli: «Sempre meno reale l’ipotesi dello spray al peperoncino»

Parla il difensore del minore sospettato di aver spruzzato la sostanza urticante all'interno della discoteca, dove, nella notte tra il 7 e l'8 dicembre scorso, hanno perso la vita 6 persone. Entro la settimana i legali delle famiglie delle vittime della strage si incontreranno per valutare eventuali aspetti su cui richiedere una particolare attenzione alla Procura

Il sopralluogo alla Lanterna Azzurra di Corinaldo
Il sopralluogo alla Lanterna Azzurra di Corinaldo (Immagine di repertorio)

ANCONA – Si sono conclusi sabato scorso (12 gennaio) i sopralluoghi disposti dalla Procura della Repubblica di Ancona all’interno della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, dove nella notte tra il 7 e l’8 dicembre hanno perso la vita 6 persone, 5 adolescenti e una mamma 39 enne, travolte dalla calca nel fuggi fuggi dal locale. Intanto prosegue l’attività degli inquirenti, che stanno indagando su 10 persone, tra proprietari e gestori del locale oltre al 17enne sospettato di aver spruzzato lo spray urticante.

Martina Zambelli e Andrea Mone, avvocati del 17enne indagato per la strage nella discoteca di Corinaldo, all’uscita del tribunale dei Minori

Oggetto di indagine da parte degli avvocati della difesa del ragazzo minorenne anche l’attività su Instagram, così come quella su altri social, che sembrerebbero scagionare il 17enne. «Elementi positivi», spiega il legale del ragazzo, l’avvocato Martina Zambelli,  consistenti in «Diverse conversazioni avvenute proprio in quei momenti». «Stiamo attendendo gli esiti degli accertamenti della Procura – precisa – intanto le nostre indagini stanno andando avanti e tutte sembrano confermare il racconto che il nostro assistito ha fatto». Indagini che sembrano assumere un’altra direzione rispetto al passato: «Sembrerebbe sempre meno reale l’ipotesi dello spray al peperoncino», conclude il legale».

Il momento del crollo della balaustra all'uscita di sicurezza della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo
Il momento del crollo della balaustra all’uscita di sicurezza della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo

Entro questa settimana i legali delle famiglie delle vittime della strage si incontreranno per valutare eventuali aspetti da approfondire o su cui richiedere una particolare attenzione alla Procura, ma intanto l’avvocato Luca Pancotti, che assiste i genitori di Emma Fabini, rimasta uccisa nella tragedia, esprime più di un dubbio «Sulla funzionalità e sull’idoneità del sistema di uscite di sicurezza», mentre per quanto riguarda le verifiche sugli impianti di areazione sono tutt’ora in corso le analisi da parte di Arpam e Ris, a caccia di eventuali sostanze responsabili dei sintomi accusati dai presenti quella tragica sera, tra i quali difficoltà respiratorie e lacrimazione.

Riguardo la possibilità che il rapper Sfera Ebbasta possa essere ascoltato dalla Procura l’avvocato spiega di non ritenere «L’argomentazione centrale», anche se precisa «La Procura farà le sue valutazioni».

Un momento dei soccorsi
Per il legale le responsabilità «Vanno cercate nell’ambito della struttura, per quanto riguarda i meccanismi di autorizzazione, di controllo e di gestione dell’emergenza».
Ancora da chiarire la questione dell’assicurazione della società gestore del locale: «Sembrerebbe non essere previsto obbligo di assicurazione per la responsabilità civile – spiega – È paradossale che in una società dove qualsiasi ufficio deve essere assicurato, non sia obbligatoria un’assicurazione per attività come queste che possono divenire pericolose dato che vi si radunano in uno spazio confinato molte persone».
Sulle autorizzazioni concesse alla serata, secondo l’avvocato «Che fosse una festa di istituto o un concerto o un dj set, si trattava comunque di uno spettacolo con musica dal vivo e questo genere di spettacoli ha una precisa normativa che ne disciplina controlli e servizi di emergenza. Che ci fosse la serata era ben noto sia per la pubblicità che era stata fatta, sia per la collocazione logistica. Non è stato un fulmine a ciel sereno – conclude – occorre quindi verificare cosa ha comunicato il gestore, ma anche cosa si era tenuti a sapere».

 

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