Senigallia

Senigallia, quasi 20mila accessi al pronto soccorso. E l’estate non è ancora finita

Circa 120 gli utenti giornalieri in questo periodo. L'intervista al direttore dott. Maracchini: manca un medico ma il personale sta facendo un ottimo lavoro

Il pronto soccorso dell'ospedale di Senigallia
Il pronto soccorso dell'ospedale di Senigallia

SENIGALLIA – Sono quasi 20mila gli accessi al pronto soccorso dell’ospedale cittadino registrati in appena sette mesi e mezzo. Una media di 70 persone al giorno durante l’inverno che salgono a circa 120 d’estate, con punte che sono arrivate anche a 147 accessi in un solo giorno, come avvenuto sabato 11 agosto, in occasione del Summer Jamboree.

Numeri importanti per il pronto soccorso senigalliese diretto dal dott. Gianfranco Maracchini, che testimoniano un aumento dell’attività e delle prestazioni erogate rispetto all’anno scorso.

«Dal 1° gennaio al 13 agosto 2018 abbiamo registrato – spiega il primario della unità operativa complessa di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza – 19447 accessi. Nello stesso periodo del 2017 sono stati 18995», con un incremento quindi di quasi il 2,5%. «Se consideriamo il solo periodo estivo, gli accessi dal 1° giugno al 13 agosto sono stati 7300 nel 2018 contro i 7243 del 2017».

Gianfranco Maracchini
Gianfranco Maracchini

L’incremento in questo caso è di solo lo 0,8%, segno quindi di un andamento praticamente stabile. Ma – ed è questo uno dei nodi della questione – è anche il segno che, nonostante la campagna di sensibilizzazione, l’ospedale è ancora preso d’assalto da tanti utenti che in realtà non ne avrebbero davvero bisogno. Come negli anni passati.

Se prendiamo in esame proprio la giornata di sabato 11 agosto, sono pochi i casi gravi: eccezion fatta per un codice rosso, quindi con accesso immediato alle cure mediche, 48 erano i codici gialli (circa il 30%), mentre un centinaio erano i codici verdi e bianchi, pazienti cioè che non avrebbero davvero bisogno del pronto soccorso o che rischiano di attendere in sala d’attesa diverse ore. La priorità viene infatti data in base alla gravità delle condizioni del paziente e non in base all’ordine cronologico di arrivo.

Tra le cause o le patologie principali che portano le persone ad affollare il pronto soccorso, vi sono cadute, piccoli traumi, contusioni, malori per l’afa o per la gran folla presente a Senigallia nei giorni dei grandi eventi come il Summer Jamboree, il CaterRaduno o gli XMasters. Relativamente pochi sono per fortuna i casi gravi a seguito di incidenti stradali (d’estate circolano più bici, scooter, moto) o le emergenze che necessitano quindi di cure presso la struttura ospedaliera.

Il pronto soccorso dell'ospedale di Senigallia
Il pronto soccorso dell’ospedale di Senigallia

«Devo dire che medici, infermieri, oss e ausiliari stanno facendo un ottimo lavoro – ha dichiarato il direttore – abbiamo personale preparato, per cui possiamo dire che il pronto soccorso è sotto controllo. Certo, qualche criticità c’è, ma la possiamo fronteggiare soprattutto grazie all’impegno di chi vi lavora».

Proprio per quanto riguarda il personale diverse sono le questioni in ballo. I medici sono 15 (compreso il direttore Maracchini), con un medico presente tutti i giorni in più rispetto al 2017. Ben 27 gli infermieri, mentre tra Oss e ausiliari il reparto conta altre 15 persone. Eppure quando c’è qualcuno del personale in malattia o ferie, non sono previste sostituzioni ma il turno viene coperto dai colleghi. Con tutte ciò che ne consegue su riposi, sulle ore di servizio, come denunciato dai sindacati.
«In realtà mancherebbe un medico – spiega il dott. Maracchini – È stato predisposto l’avviso di selezione e il bando di concorso ma è andato deserto, perché il pronto soccorso è un reparto difficile, che richiede la specializzazione e molti preferiscono altre strade. È un problema però nazionale – aggiunge – non riguarda solo Senigallia, a cui probabilmente dal ministero daranno soluzione togliendo il requisito della specializzazione».

L'ospedale di Senigallia
L’ospedale di Senigallia

Altro nodo è la questione del triage: la postazione dove si determina l’accesso alle cure e la loro priorità non è funzionale e lascia esposti gli operatori a eventuali (ma già accadute) aggressioni da parte dei pazienti. Ancora si deve correre ai ripari, ma c’è all’orizzonte un progetto di riorganizzazione logistica e strutturale dell’accesso al pronto soccorso per permettere la massima funzionalità e la sicurezza degli operatori. Ma prima del prossimo autunno non si avrà alcuna modifica degli spazi.

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