Senigallia

Senigallia e l’ospedale “dimenticato” dal consigliere regionale Volpini

Il comitato chiede al consigliere senigalliese il perché di questa differenza nel trattamento dei vari presidi regionali: «Siamo forse cittadini di serie B?»

La risonanza magnetica mobile all'ospedale di Senigallia
La risonanza magnetica mobile all'ospedale di Senigallia

SENIGALLIA – L’ospedale della spiaggia di velluto “dimenticato” dal consigliere regionale nonché presidente della commissione regionale sulla sanità Fabrizio Volpini. Lo sostiene il Comitato cittadino a difesa dell’ospedale che rimarca la differenza di trattamento tra i vari presidi ospedalieri delle Marche.

«Volpini ha inaugurato – elencano dal Comitato – una nuova sala endoscopica a Fano per 5 milioni e 300 mila euro con attrezzature ipertecnologiche e l’assunzione di 5 medici a tempo indeterminato; una nuova tac “mondiale” ad Ancona per 2 milioni di euro; una nuova mensa di 2000 metri quadri presso l’ospedale di Jesi per 1 milione 200 mila euro; una nuova tac e una nuova sala endoscopica per la gastroenterologia ad Urbino…»

«A Senigallia invece i medici sono assunti con incarico di 6 mesi e quindi – continuano gli esponenti di Senigallia che da mesi si battono per i vari reparti dell’ospedale – se trovano assunzioni a tempo indeterminato se ne vanno; la sola tac esistente è obsoleta e si rompe in continuazione e il pronto soccorso non ne ha nessuna, la mensa aziendale è stata tolta ai dipendenti dal 2012 e la gastroenterologia, unica eccellenza rimasta dell’Ospedale, è stata privata dei 12 posti letto di degenza dal 1° luglio scorso, praticamente ridotta ad ambulatorio».

I componenti del Comitato cittadino a difesa dell'ospedale di Senigallia intervenuti sulla questione della risonanza magnetica
I componenti del Comitato cittadino a difesa dell’ospedale di Senigallia intervenuti sulla questione della risonanza magnetica

Eppure, spiegano i referenti del Comitato che due settimane fa avevano presentato un esposto alla Corte dei Conti per l’acquisto dell’ormai famosa risonanza magnetica, di impegni ne aveva presi, compreso quello di congelare la determina che tagliava il reparto Utic dall’ospedale di Senigallia. Promessa poi non mantenuta secondo l’accusa, a cui è seguita la proposta di articolare l’unità operativa di terapia intensiva cardiologica tra i presidi di Senigallia, Jesi e Fabriano pur sapendo che solo Senigallia rispettava i parametri necessari per il mantenimento come previsto dal decreto Balduzzi.

«Da un senigalliese “doc” come lui non ci aspettavamo certamente favoritismi o privilegi particolari, ma neppure una totale disaffezione. Siamo forse cittadini di serie B?».

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