Senigallia

Sanità, il Tribunale del Malato: dal 2016 si sapeva che Senigallia avrebbe perso l’utic ma non lo dicono

I responsabili del Tribunale del Malato di Senigallia denunciano la situazione grave per l'ospedale che ha già perso l'Utic senza che nessuno lo abbia detto

L'ospedale di Senigallia
L'ospedale di Senigallia

SENIGALLIA – La sanità cittadina torna al centro del dibattito pubblico. È Umberto Solazzi, il responsabile del Tribunale del Malato di Senigallia “C.Urbani” a intervenire sulla vicenda dell’Utic «valutando non le decisioni tecniche di chi si trova a gestire la sanità pubblica su mandato della politica, ma i risultati delle strategie adottate».

Strategie che non tengono conto dei diritti dei cittadini, né a prestazioni adeguate, né alla prossimità del servizio né a una corretta informazione. Insomma, chi decide dovrebbe prendersi le responsabilità delle sue decisioni. Così come chi promette politicamente dei risultati poi disattesi. E così come chi ha annunciato le proprie dimissioni se Senigallia dovesse perdere l’Utic.

La cardiologia di Senigallia con le determine 481/2016 e 361/2017 è stata designata a indirizzo riabilitativo – affermano Solazzi e Carlo Massacci, ex primario di cardiologia a Civitanova Marche ora in pensione e iscritto al TdM – perdendo di fatto la terapia intensiva (Utic). Tale modifica è stata confermata con la determina sempre dell’Asur 732/2017 dove si prevedono solo pazienti che hanno superato la fase acuta: in poche parole, spiegano Solazzi e Massacci, non si possono ricoverare a Senigallia pazienti in fase di emergenza, che dovranno essere curati negli altri ospedali come Jesi o Torrette, mentre a Senigallia (come a Camerino e San Benedetto del Tronto) vi è solo una cardiologia riabilitativa. Quello che si temeva – continuano – e per cui sono arrivate accuse al Tribunale del Malato di disfattismo, pessimismo o allarmismo ingiustificato, in realtà si è verificato.

La sede del Tribunale del Malato presso l'ospedale di Senigallia
La sede del Tribunale del Malato presso l’ospedale di Senigallia

Uno dei vari problemi è proprio la mancanza di comunicazione e chiarezza informativa nei confronti degli utenti di questo cambio importantissimo e nocivo per il territorio senigalliese e per le sue valli Misa-Nevola.
A voce o nei comunicati stampa, sia il direttore generale Asur Alessandro Marini, sia il direttore dell’Area Vasta 2, sia il consigliere regionale alla sanità Fabrizio Volpini, sia il sindaco e l’assessore di Senigallia – Maurizio Mangialardi e Carlo Girolametti – hanno dichiarato che Senigallia non perderà l’Utic e che nulla cambierà rispetto a quanto svolto finora. «È vero che la cardiologia senigalliese sta continuando a svolgere bene il suo lavoro, ma lo fa – continuano Solazzi e Massacci – praticamente contravvenendo a quanto disposto dalla determina Asur 732/2017».

I referenti del Tribunale del Malato di Senigallia: da sinistra Umberto Solazzi e Carlo Massacci
I referenti del Tribunale del Malato di Senigallia: da sinistra Umberto Solazzi e Carlo Massacci

Alcuni giorni fa i responsabili del TdM hanno scritto alla dottoressa Storti per chiedere alcune precise risposte ad altrettanto precise domande. Domande in cui si chiedevano di illustrare quanti posti letto si perderanno; quali patologie possono essere affrontate a Senigallia; quante, quali e dove finiranno quelle patologie che a Senigallia non potranno essere curate; se continuerà la funzionalità di Senigallia nell’impianto e sostituzione dei pace maker; quando entrerà in vigore la nuova organizzazione e quale sarà la tempistica di tutte le sue fasi di attuazione. Domande senza risposta che hanno costretto Solazzi e Massacci a rivolgersi alla stampa per denunciare che chi decide le sorti di un reparto, poi non ha il coraggio di dirlo alla cittadinanza. Così come chi annunciava le dimissioni, poi non ha il coraggio di metterlo in pratica, dato che le sorti dell’Utic si conoscevano fin dal 2016.

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